identificazione

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Relazione tenuta nel 1995
all’interno di un percorso formativo
rivolto giovani volontari allora impegnati
nel Gruppo di Volontariato giovanile “Gancio Originale”.

 
 



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Se in questa corsa alla verità si è soli, se ad accostare il vero non si è tutti, nessuno tuttavia l’attinge se non attraverso gli altri. […] Il collettivo non è altro che il soggetto dell’individuale.
J. Lacan,
Il tempo logico e l’asserzione di certezza anticipata. Un nuovo sofisma, 1945

 
Il collettivo del Milan fa (faceva) molti gol.



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Per analizzare il funzionamento delle masse telematiche, in particolare di quelle ospitate dai e attive nei social network, può esser utile riprendere la nota distinzione tra enunciato ed enunciazione. La ripropongo nei termini della teoria sociale di Niklas Luhmann.



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Freud non rinunciò mai a qualificare la sua psicanalisi una terapia. Anche quando si preoccupava, per esempio nella Questione dell’analisi laica (1926-27), che la terapia potesse uccidere la scienza, non mise mai in questione il valore terapeutico della psicanalisi nella cura delle psiconevrosi: cura hic et nunc del singolo nevrotico e cura in prospettiva della civiltà, dei suoi costumi, della sua morale civile, del suo modo nevrotico di proporsi a tutti.


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Il lavoro del soggetto convoca nel modo più concreto la possibilità di immaginare la nozione di altro. Se c’è del soggetto – mi piace dirlo con il partitivo alla francese – non si lavora mai da soli. In questa direzione collettiva il lavoro da fare è sia analitico sia politico. Le due dimensioni nella psicanalisi classica sono notoriamente scisse.



 
 
Il suicidio dimostra che ci sono nella vita mali più grandi della morte.
Francesco Orestano, Pensieri, 1913
 



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