falso

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Dal dialogo tra Catherine Millot e Jacques Lacan, un’interferenza tra analizzante e analista ma non solo, potrebbe prendere le mosse un discorso scabroso. Siamo ai tempi in cui Seuil pubblicava Télévision di Lacan e Lacan scriveva una lettera agli italiani invitandoli a occuparsi del sapere nel reale.
Fissa nel blocco in evidenza nella homepage della categoria assegnata: 
Si


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La scientificità sarebbe solo paura e scappatoia dal pessimismo? Solo raffinata legittima difesa contro la verità? Detto in termini morali, qualcosa come viltà o falsità?
F. Nietzsche, La nascita della tragedia. Tentativo di autocritica, 1, 1876

 



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Mi affretto a cancellare l’impressione di astrusità che in molti utenti di questo blog immagino abbia prodotto il mio precedente post sulla necessità di pensare la variabilità per pensare il soggetto collettivo. Allora scenderò a livelli di senso comune più umani e più condivisibili.
Per introdurre l’argomento riporto il dialoghetto che ho recentemente avuto su fb nel gruppo omonimo: IL SOGGETTO COLLETTIVO, ancora da me con qualche difficoltà orchestrato.
Egidio T. Errico il 9 febbraio alle ore 13.11 ha scritto:




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