Dante
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I grandi (e veri) Poeti hanno la capacità d’esprimere in poche parole, estremamente incisive, anche concetti complessi. Vediamo, ad esempio, come Dante, nel canto XXIV del Purgatorio illustra il suo modo di scrivere versi:
“… I’ mi son un che quando
Amor mi spira, noto, e a quel modo
ch’ei ditta dentro vo significando”
“… I’ mi son un che quando
Amor mi spira, noto, e a quel modo
ch’ei ditta dentro vo significando”
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Due volte Simmel. Il primo libro, “Amor Vitae. Stili e forme dell’arte nell’estetica di Georg Simmel” è di Antonio De Simone, da decenni tra i più attenti lettori, studiosi e interpreti del sociologo e filosofo tedesco. Il secondo, “Psicologia di Dante”, dello stesso Simmel, è una riproposizione, a cura di Alessandra Peluso, giovane studiosa leccese, che di De Simone è brillante allieva collaboratrice.
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State contenti, umana gente, al ‘quia’,
ché, se potuto aveste veder tutto,
mestier non era parturir Maria.
Dante, Purgatorio, III, vv. 37-39
ché, se potuto aveste veder tutto,
mestier non era parturir Maria.
Dante, Purgatorio, III, vv. 37-39
“In generale non dovremmo chiudere gli occhi di fronte agli episodi estremamente sconvolgenti di quel crollo generale dell’autorità sia del Medioevo sia del mondo antico che fu causato dalla rivoluzione scientifica”.[1]