suicidio

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La ripartenza di Incongruenze di Genere, come c’era da aspettarsi è stata una catastrofe. C’erano ovviamente meno di 50 persone presenti, di cui nessuna Transgender e solo io, in qualità di Strega Maligna a provare a spiegare come l’obiettivo stesso della Psicoanalisi sia deviato moralmente dall’ossessione diagnostica sulle persone Transgender che si vogliono a tutti costi curare della propria Incongruenza di Genere.



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        Pubblico qui anticipatamente un frammento di un lavoro che ho ancora “in cantiere”: i miei commenti ad alcuni Sonetti di Shakespeare da cui il clinico può trarre preziosi suggerimenti.


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È quasi fallito il progetto di Incertezze del Gender proposto in spregio alla realtà scientifica ed ai consensus internazionali per lasciare discutere alcune persone del mondo della psicoanalisi sui propri pregiudizi.
Al secondo incontro c’erano già un terzo del’altra volta, appena 100 persone e, come ha notato qualcuno, stavolta non c’era neanche una persona Transgender.



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Charlie è un professore di inglese solitario estremamente obeso (pesa 270 kg), che tiene corsi di scrittura universitari in videoconferenza. È assistito da Liz, sua infermiera e unica amica, sorella del compagno di Charlie, morto suicida tempo prima. Charlie non vuole farsi curare perché dice che non ha abbastanza soldi per poter pagare le visite e le medicine, ma in realtà perché sta accumulando denaro per darlo un giorno alla figlia Ellie, con la quale spera di riallacciare i rapporti dopo otto anni di separazione.

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Io sosto
pensandomi ferma stasera
in riva alla vita

come un cespo di giunchi
che tremi

presso un' acqua in cammino.

Antonia Pozzi



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