aggressività

        Perché certa gente (sia individualmente, sia collettivamente) corre verso il baratro, e non c’è verso di fermarla? Perché alcune di queste persone si tappano le orecchie quando si cerca di comunicare loro le informazioni e gli argomenti logici che potrebbero dissuaderle? Perché, se si insiste, rispondono in modo aggressivo e spesso considerano come “nemici” coloro che potrebbero salvarle?


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Tigre mangia Tigre
Tre Tigri contro Tre Tigri

E' più pericoloso un africano con problemi di integrazione e di psicosi o un Vice-Primo Ministro Razzista che non vuole saldare il proprio debito di 49 milioni di euro per furto alle casse dello Stato?

L'Italia non ha dubbi: il Nero non è più di moda.
Il Gay nemmeno, non ne parliamo del Matto o del Rom.

L'Italia non è più buonista: prima gli Italiani!



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Sull’altro come altro corpo
 
 

Congetturare, sapere, confidare, attendere, dubitare, esser chiaro, esser certo, sospettare, attribuire qualcosa a qualcuno, sono processi che stanno sullo stesso piano.
E. Bleuler, Affettività, suggestionabilità e paranoia

 



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Nella foto c'è la Dr.ssa Equi, lesbica e femminista, nel suo studio, ma oggi parliamo delle pazienti, in questo caso delle vostre pazienti lesbiche.

Ci sono almeno 10 “cose” che l’associazione Medici Gay e Lesbiche Americane suggerisce che le donne Lesbiche o Bisessuali discutano con i propri Medici, ma potremmo anche pensare un mondo migliore nel quale siano i medici che discutano di questioni simili con le proprie pazienti lesbiche per salvaguardare la loro salute.



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Noi siamo figli delle stelle, figli della notte che ci gira intorno”, così cantava Alan Sorrenti negli splendenti anni ’80; oggi, collegandoci sul web o sintonizzandoci su qualsiasi canale satellitare con diretta sul mondo vien da dire che “siamo soprattutto figli della violenza”: che sia quella di Piazza Tahir o quella dei vicoli di Tunisi, la coniugazione in atto della dimensione della ferocia presente nell’uomo rimbalza nelle nostre vite, amplificata dalle immagini provenienti delle  “finestre sul mondo”.



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Leggevo un articolo di Andreoli (Corriere della sera 20 maggio) sul rapporto tra suicidio, aggressività e crisi economica, che giustamente rileva che pur tenendo conto dei riflessi che la crisi ha sulla vita quotidiana delle persone (rimando ancora una volta alla visione del film Giorni e nuvole) vi è una sproporzione del rapporto causa effetto, dal momento che la vita è fatta di continui delusioni, fallimenti e rimaneggiamenti.




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