controtransfert

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Fosse stata ancora in vita, Melanie Klein, l’avrei certamente messa in cima alla lista di uno dei miei ultimi due libri. Intervistarla sarebbe stato un piacere assoluto. Oggi, a sessant’anni dalla morte, noto che c’è chi l’ha fatto per me, con domande più appropriate di quelle che avrei posto io. Accadde nel 1958, due anni prima che la psicoanalista austriaca naturalizzata britannica, stella di prima grandezza del firmamento analitico, ci lasciasse.


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 Il modo di dire non è italiano ma tedesco. L’ho imparato alle elementari dalle Schwestern dell’Istituto Giulia di Milano. Freud doveva certamente conoscere den Wald vor lauter Bäumen nicht sehen. [1] Tuttavia nelle Sigmund Freud gesammelte Werke il detto non ricorre. La cosa non mi stupisce ma mi fa problema: è il problema di Freud con il collettivo.



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Tutto l’inconscio ti si squaglia davanti come ti avvicini.
L.F. Céline, Viaggio al termine della notte (1932), p. 436

 
Non porto più i pantaloni corti. Da un pezzo ho finito di andare a scuola.



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Freud dopo Lacan


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Ovvero la memoria quotidiana di David Hume
 
03.13.2018



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C’è un concetto che corrompe e altera tutti gli altri. Non parlo del Male, il cui limitato impero è l’etica; parlo dell’Infinito.
J.L. Borges, Metamorfosi della tartaruga, in Altre inquisizioni, 1952

 

La prenderò larga.


 Introduzione al seminario del 20/1/2017 della scuola Bleger

 
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Può l’analista gestire il proprio lavoro senza mai sentirsi toccato nel suo modo più personale di essere e entrare in crisi?
La domanda è stata posta al “Colloquio” organizzato il weekend scorso dal Centro di Psicoanalisi di Palermo e avente come tema il “controtransfert”.




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