Depatologizzazione

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Con grande orgoglio, il sottoscritto è stato ospide a Genova dell'iniziativa 180x40, la settimana di riflessione sulla Salute Mentale, appunto a 40 anni dalla legge 180. Insieme a Claudio Tosi, Presidente Arcigay Genova, abbiamo tenuto in serata, presso il Palazzo Ducale una simpatica, ma puntuale conversazione sul tema in oggetto: matti, migranti ed omosessuali.
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Spinto dal Grande Vento della Rivoluzione Omosessuale Italiana, ho provato a fare TRE cose semplici semplici, dopo aver fallito l'ennesimo tentativo di mettere su una squadra di 4 persone omosessuali laureate in medicina.
 
​1) Scrivere agli Ordini dei Medici delle 10 principali regioni italiane per reclamare la completa depatologizzazione dell'omosessualità
 


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Per la prima volta nella storia l'Ordine dei Medici di Benevento ha, con parole chiare e puntuali, deciso di affermare che l'omosessualità e la bisessualità non sono malattie, con tutte le conseguenze del caso.
Sono 22 anni, dalla dichiarazione dell'OMS che ha equiparato omosessualità, bisessualità ed eterosessualità, come normali varianti, ed è iniziato il percorso nel mondo di depatologizzazione, che si attendeva in Italia una presa di posizione del genere.



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Nel dopoguerra, usciti dai campi di concentramento con il triangolo rosa, nessun omosessuale lo ammise. Molti finirono comunque per essere arrestati, soprattutto nei Paesi come la Germania, che avevano una legislazione omofoba, scontando gli anni di pena senza neanche computare quelli patiti durante la guerra. Altri vennero chiusi nei manicomi, generalmente a vita, laddove l’omosessualità era considerata una malattia ufficialmente.




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