Le malattie non trasmissibili (malattie cardiovascolari, cancro, malattie neurodegenerative, diabete ecc.) sono oggi la causa largamente prevalente di mortalità in tutto il mondo. La crescita economica, la modernizzazione e l'urbanizzazione favoriscono la diffusione di stili di vita insanì. Viviamo sempre di più, ha affermato Chan, in un mondo di paesi ricchi pieni di persone povere e malate.
L'opposizione più formidabile a ogni tentativo di porre riparo a tale deriva, secondo la direttrice dell'OMS, viene dagli interessi d'affari di potenti operatori economici che rappresentano una delle sfide più grandi tra quelle che la promozione mondiale della salute deve affrontare. Le industrie del tabacco, del cibo, del "soft drink" (coca-cola, pepsi, schweppes), dell'alcol usano le stesse tattiche: lobbismo, promesse di autoregolazione, donazioni, azioni legali (nel nome delle libertà personali e della libera scelta) e ricerche finanziate da loro che "confondono l'evidenza e mantengono nel dubbio l'opinione pubblica". Quando l'industria è coinvolta nelle decisioni politiche, ha concluso amaramente Chan, è sicuro che le misure di controllo più efficaci resteranno accantonate interamente. I dati diffusi da Chan sono riconosciuti da tutti gli esperti (non arruolati dalle industrie) ma sono ostinatamente ignorati, nei fatti, da tutti i governi e i parlamenti del mondo.
Trattandosi di dati catastrofici che interessano la salute, che è il bene primario primario di tutti (governanti e governati, venditori e compratori), diventa inevitabile chiedersi da dove viene tanta ottusità suicida. Ciò che non è contemplato nella relazione della direttrice dell'OMS è il fatto che l'alienazione del tempo libero e della personale creatività e la sottomissione del lavoro a processi di efficienza organizzativa priva di fini collegati alla qualità della vita contribuiscono alla determinazione di uno stile insano di vivere molto più del tabacco, della coca-cola, dell'alcol e del cibo spazzatura. Non esiste nella classificazione mondiale delle malattie una sindrome chiamata "mercati". Se ci fosse stata la sua definizione più concisa sarebbe stata quella del "cane che si morde la coda".
Questo cane (l'umanità incastrata nel meccanismo dello spread e delle speculazioni interminabili senza sbocchi) non va da nessuna parte: la sua coda è il suo orizzonte. Affetto da grave inerzia psichica, che vive inebetito come l'unica cosa solida a cui aggrapparsi, ha come suo specchio il vuoto.
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