Durante il pomeriggio si sono susseguite le relazioni degli Assessori Degli Affari Sociali che hanno portato la loro esperienza nella propria regione o nel proprio Ente: Emilia-Romagna, Abruzzo, Toscana, Sicilia, Lazio, Umbria, Marche , Venezia e Torino.
Ognuno, in modo più concitato, polemico o pacato ha sottolineato quanto sia importante che vi sia un'integrazione degli interventi del servizio pubblico con quello privato, del ruolo giocato dalla famiglia sia nel prevenire sia nel supportare, di permettere una pianificazione territoriale dando maggior autonomia alle varie regioni e, infine, inserire negli interventi le scuole, i consultori, i Ser.T. e tutte le istituzioni che possano, in un modo o nell'altro, intervenire costruttivamente.
Emerge la necessità di porre l'accento sulla persona del tossicodipendente, sulla sua dignità, sulla sua integrità somato-psichica e sociale, e su come una comunità dev'essere accogliente anche nei confronti di soggetti erroneamente emarginati quali nomadi, extracomunitari, pazienti psichiatrici, detenuti e prostitute.
Tra le nuove proposte anche l'inserimento in gruppi di auto-aiuto non solo i tossicodipendenti ma anche le loro famiglie e la modificazione del servizio a secondo dell'utenza.
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