D: Ci può dire qualcosa sul simposio SINSEC (che tu presiedi) – SIN, e in particolare sul rapporto tra le 2 società?
R: Il rapporto nasce per il fatto che la neurosonologia è una branca che studia la circolazione cerebrale e quindi è strettamente legata alla neurologia in senso più lato. Il simposio è un momento di unione delle 2 società e un momento di dibattito su argomenti di importanza neurologica.
D: Come è stata la partecipazione al simposio da parte dell'uditorio?
R: Premesso che questo è il secondo anno in cui si svolge questo simposio, direi che la partecipazione è stata eccellente, con almeno un centinaio di persone, molto attente e che hanno fatto domande davvero pertinenti.
D: Quale può essere l'interesse per uno specializzando nei confronti della neurosonologia?
R: Sicuramente l'acquisizione di uno strumento che in mani esperte può essere estremamente potente come diagnostica e come supporto a tutta l'attività di gestione del paziente cerebrovascolare sia nelle fasi acute che quelle croniche. Uno specializzando si trova a poter acquisire una serie di informazioni e a familiarizzare con una metodica estremamente valida.
D: Secondo te quali sono i tempi necessari ad un giovane per acquisire una competenza neurosonologica tale da poter essere in pratica su un paziente acuto?
R: Innanzi tutto la prima cosa che viene insegnata è che l'esame doppler è operatore dipendente, quindi tanti più pazienti vengono esaminati tanta più esperienza si acquisisce, e tanto più rapidamente si diviene autonomi. Io penso che sia per un'ecografia dei tronchi sovraaortici che per una metodica quale il doppler transuranico 6 mesi siano un periodo di formazione adeguato per garantire una sufficiente autonomia. E'chiaro che ci dovrà essere sempre un tutoraggio da parte di colleghi più esperti perché i piccoli trabocchetti nella diagnosi ultrasonografica sono sempre dietro l'angolo.
(a cura di M. Del Sette)
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