L’Archivio Binswanger
Nel 1986, grazie all'impegno di Eberhard Theis, allora presidente dell'Università di Tübingen (Germania), fu possibile trasferire l'intero lascito di Ludwig Binswanger e tutto materiale clinico-amministrativo della clinica privata "Bellevue" di Kreuzlingen (Svizzera) al Tübinger Universitätsarchiv. Mentre il lascito fu acquistato dall'università, le cartelle cliniche, per motivi giuridici, non sono proprietà dell'università ma sono state consegnate come depositum. Di conseguenza l'Archivio Binswanger, tuttora conservato presso l'Archivio Universitario, consiste di 3 fondi documentari indipendenti:
– 441 (Sanatorio "Bellevue": dossiers medici)
– 442 (Sanatorio "Bellevue": documenti amministrativi)
– 443 (Lascito Ludwig Binswanger).
Queste fonti costituiscono un patrimonio scientifico unico nel suo genere: le cartelle cliniche (ca. 10.000) sono infatti perfettamente conservate e senza alcuna soluzione di continuità, i documenti amministrativi sono intatti. Inoltre, il lascito di Ludwig Binswanger contiene, fra l'altro, tutta la corrispondenza professionale e privata dello psichiatra.
Nel 2000 lo stesso Archivio Universitario ha avviato, in collaborazione con l’Institut für Ethik und Geschichte der Medizin, un progetto (Erschliessung und wissenschaftliche Auswertung der Krankengeschichten des Sanatoriums Bellevue), finanziato dalla Deutsche Forschungsgemeinschaft, per favorire l’accessibilità e l’uso scientifico di questi documenti e per facilitare l'utilizzo della memoria istituzionale e promuovere così nuovi percorsi di ricerca. Questo progetto, che tende non soltanto a riordinare e inventariare ma anche a valorizzare le potenzialità di queste eccezionali consistenze archivistiche, prende lemosse dalla fondazione della clinica (1857, Ludwig Binswanger sen.) e termina provvisoriamente con il 1950. Le cartelle cliniche più recenti non rientrano nel progetto per motivi legati al segreto professionale e alla tutela della privacy dei pazienti. Non soltanto i dossiers medici ma anche il materiale amministrativo e alcune parti del lascito di Ludwig Binswanger contengono informazioni personali, che, in base alle norme vigenti, sono accessibili soltanto previa autorizzazione. Già il semplice fatto che una cartella clinica sia contenuta nell'Archivio Binswanger costituisce, in alcuni casi, un'informazione da tutelare. Tuttavia, è ormai risaputo che personaggi come la paziente di Breuer Anna O. (Bertha Pappenheim) e diversi pazienti di Freud, lo storico dell'arte Aby Warburg, il ballerino e coreografo Waslaw Nijinski, il pittore Ernst Kirchner, il poeta e architetto Rudolf Alexander Schröder e il fondatore del Bauhaus Henry van de Velde, facevano parte della clientela del Bellevue. Il progetto, diretto dal Prof. Albrecht Hirschmüller, si occupa attualmente della fase di passaggio (1909-11) della direzione della clinica da Robert a Ludwig Binswanger. Le prime valutazioni sulla consistenza del fondo archivistico del Bellevue sono prevalentemente frutto di un'analisi quantitativa dei registri di entrata e di uscita e dello scandaglio di singoli dossiers (cfr. gli atti del convegno Psychiatrie in Binswangers Klinik „Bellevue". Diagnostik – Therapie – Arzt-Patient-Beziehung.Tübingen, 4.-5. Oktober 2002). I registri di spesa e di farmacia (442), le migliaia di cartelle cliniche ancora da esaminare (441) e non ultima la corrispondenza (443), costituiscono ancora una miniera pressoché inesplorata. Il piccolo "carteggio Binswanger-Foucault" (443/57) — lo presentiamo qui per la prima volta in traduzione italiana — è stato collocato nella sezione "Corrispondenza con amici e medici". Alcuni riferimenti a Michel Foucault si trovano nelle lettere a Mme Verdaux, traduttrice francese di Binswanger.
* A cura di Chantal Marazia
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