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I limiti cognitivi della percezione nello sfruttamento dell’immaginario dell’uomo. Interazioni tra occhio-mente e cervello

12 Ott 12

Di Paolo-Manzelli

Nello scrivere l' articolo mi sono passati per la mente  vari pensieri….  ma il filo conduttore e' stata una battuta, che ogni tanto miveniva a mente e che ora vi narro:
<<Un giornalista intervista un ingegnere dei sistemi di simulazione delvolo aereo e chiede:
Come verranno guidati gli aerei nel prossimo futuro ?
L' ingegnere risponde , ci sarà una diminuzione di personale …
E il Giornalista insiste : ingegnere mi faccia una previsione facilmentecomunicabile …
E l' ingegnere scherzosamente risponde,Vede gli aerei saranno guidati da :   ……….. un pilota e da uncane.
Come, dice il Giornalista ?????
Certamente per mantenere l' occupazione rimarrà in attività un  pilotama dovrà essere istruito a dare da mangiare al cane..
Il giornalista incredulo chiede ancora …
Ma il cane a che cosa serve ?????
Ebbene – conclude l' ingegnere-  il cane verrà istruito a mordere ilpilota ogni qual volta egli  si azzarda a toccare un qualsiasi strumentodi guida dell' aereo.
————————-Purtroppo la verità e' che il volo simulato renderà inutili i piloti. Di questa prospettiva realistica, sono ancora in  molti che nonvogliono rendersi conto.Ebbene buona lettura dell' articolo piu' serioso …. e ancora cari.
Auguri a tutti voi di buon proseguimento dell' anno 2000 –  Paolo Manzelli

Conferenza c/o Accademia della Belle Arti di Brera – Milano -20/01/2000 Paolo Manzelli  LRE- Universita' di Firenze LRE@blu.chim1.unifi.it ; <http://www.chim1.unifi.it/group/education>
Nell' avvicinarsi al III' millennio si individua la necessita disuperare i limiti riduzionistici delle conoscenze che inquadrano l' uomoin una nuova dimensione della comunicazione multimediale interattivaestesa globalmente dalla utilizzazione di protocolli unificati ininternet.All' interno di tale dimensione innovativa della comunicazione basatasulla multimedialita' interattiva  e' necessario prendere in attentaconsiderazione che  "realismo percettivo" e' divenuto un modello ormaiobsoleto, che purtroppo ancora sopravvive nelle concezioni comuni diinterpretazione della percezione visiva, proprio in quanto vienenormalmente riproposto dalla educazione nella scuola.E' necessario oggi pensare come la persistenza di tale modello cognitivo, limitativo di una concezione piu' attuale e scientifica,determini condizioni  di passività ed incoscienza della mente neiconfronti della suddetta innovazione, che favoriscono il condizionamentoe la inibizione dell' immaginario creativo dell' uomo. (1)Infatti in un' epoca in cui il ricorso alla cosi detta  "realtàvirtuale" e comunque a simulazioni computerizzate della realtà,ritenere ancora che l' occhio veda  oggettivamente l' ambiente esterno,come se nella retina fosse biologicamente possibile definire unaimmagine fedele del mondo rovesciato, per mezzo di reazioni fotochimichenei coni e bastoncelli, effettuata da inesistenti raggi di luce,rappresenta in verità un modello interpretativo antiquato, ed allostesso tempo educativamente imprudente, proprio in quanto che permetteuna facile manipolazione della mente da parte di coloro che utilizzanoprocessi di codificazione e decodificazione tecnologica dei segnalipercettibili nell'ambito della  comunicazione dei mass-media. (2)Sappiamo oggi che il compito evolutivo  della nostra  capacità dipercezione visiva, non è quello di ricostruire le immagini a partiredagli stimoli che provengono dai nostri occhi, ma scartare quelle chenon risultano utili alla nostra sopravvivenza.  Infatti nel quadro diuna informazione  multimediale che cresce a dismisura in rete internet,dobbiamo assolutamente essere in grado di rivolgere l' attenzione  econcentrarci sui frammenti di informazione che  sono utili alla nostraevoluzione mentale. Pertanto il modello del realismo percettivo,proprio  in quanto considera che il cervello abbia la sola funzione diraddrizzare le immagini già descritte nella retina  dell' occhio , e'certamente obsoleto. Non e' neppure proporzionato al bisogno dirinnovamento cognitivo nei riguardi della percezione, spostare ilmodello percettivo limitato alla visione oculare, ammettendo che lavisione del mondo esterno viene elaborata dalle sezioni degli emisfericerebrali occipitali, in quanto sappiamo che neppure l'area neuronaleoccipitale, responsabile della rilevazione ed elaborazione dei datisensoriali percettivi e' di per  se capace di vedere; ciò in quanto ilsistema nervoso tende ad operare come un sistema di integrazioneunitario.(3) Infatti la percezione deve essere significata tramitesistemi attenzionali di focalizzazione visiva, per effettuare unriconoscimento mnemonico ed emozionale dei dati sensoriali; ciòcomporta lo sviluppo di una capacità di integrazione  della azione divarie aree cerebrali,  che  complessivamente ci rendono coscienti dellanostra percezione visiva.Nel quadro dell' avanzamento delle concezioni neurologiche moderne, ilriduzionismo del "realismo percettivo" rappresenta pertanto  unaapprossimazione , che rende difficile accordare l' occhio con una mentecoscientemente creativa, proprio in quanto  l'uomo facendoriferimento ad un  tale modello cognitivo antiquato, tende facilmente  aconfondere le immagini virtuali, come  realtà; per di più assumendo lostesso modello cognitivo riduzionista,  come base per le attuarerappresentazioni  multimediale di una realtà immaginaria, ne consegueche il confronto tra reale ed immaginario subisce un anomalo e costanteappiattimento, che tende ad inibire la differenziazione creativa deinostri  pensieri e delle nostre azioni.Ricordiamo che gia' Aristotele , si era posto il problema dellacreazione delle immagini mentali distinguendo la percettibilita'dell'organo della  vista dalla sensazione visiva ( quest' ultimadenominata Phantasma ovvero apparizione). Dobbiamo ammettere cheperlomeno Aristotele considerò per la percezione un meccanismodifferente da un automatismo del tipo "stimolo-risposta" tra oggettoveduto e soggetto vedente .Infatti per Aristotele l' oggetto sensibile,causa la vista di un'apparizione  "phantasma", anche se poi la suaspiegazione della percezione, si limitò ad una descrizione delfenomeno, dato che il "phantasma", veniva interpretato similmente all'azione di contatto di un dito sulla cera,  che per pressione e calore,riproduce la traccia delle impronte digitali sul supporto plastico. (4)Gia gli studi su le illusioni percettive degli studiosi della"Gestalt-theory", (vedi : woman's figures  oppure Faces Illusion- 5)hanno fatto riflettere gli studiosi della percezione ;  cosi ad esempiouno stesso schema visivo può essere interpretato come un profilo di unabella fanciulla, oppure come una vecchia "befana", ovvero  in un altrocaso, lo stesso disegno può essere evidenziato sotto il profilosimmetrico di due facce, oppure focalizzato come figura centrale di uncalice. Tali studi sono stati perfezionati dall' arte di M.C.Escher (6)sulle figure impossibili, nonche' da altri studi sulle illusionitridimensionali (7)Le illusioni percettive ,del tipo di quelle citate su le figure ambigueappositamente combinate per dare luogo alla percezione alternativa didisposizioni percettive differenziate a seconda di una particolarepredisposizione della attenzione, sono piu' facilmente spiegabili oggi,sapendo che il cervello e' composto da due emisferi cerebrali ,destro esinistro, connessi da un gruppo di fibre del "corpo calloso", e che ilobi cerebrali, nell' uomo hanno funzioni quasi indipendentiasimmetricamente differenziate  (8) . Dagli studi di Elettro EncefaloGrafia  (EEG), conosciamo inoltre che una diversa focalizzazione dellaattenzione  o della nostra capacità di concentrazione del pensiero,genera nel cervello un'azione elettromagnetica. Modificando  la nostracapacità temporanea di percezione alternata delle doppie illusoriefigure. (9)Infine e' stato sperimentato che se produciamo una breve stimolazionemagnetica un emisfero cerebrale, attraverso impulsi che attraversano ilcorpo calloso, viene passivata la  attività dell' altro emisfero.Quanto sopra costituisce un dato sperimentale importante; in quanto,conoscendo che ogni evento cerebrale, attivato che sia da messaggisensoriali  o da sensazioni emotive ovvero da attività di pensiero,viene comunque codificato in correnti elettromagnetiche, comprendiamoche tutti questi eventi cerebrali agiscono alternativamente da segnalidi attivazione/inibizione dell' azione biochimica  delle sinapsineuronali in differenti arre cerebrali. Donald  O. Hebb,(10)considerato il padre della psico-biologia connessionista  (1904-1985),per primo comprese che, l'attivazione e/o disattivazione simultanea diparticolari aree neuronali,  modifica temporaneamente le proprietàindividuali di  flessibilità cerebrale, proprio dobbiamo considerare,in guisa di un principio generale, il fatto che l'attivazione di alcuniraggruppamenti  di neuroni favorisce la disattivazione di altri.Pertanto dato che l'attenzione così  come gli stati emozionali ecognitivi, fanno registrare attività elettromagnetiche nel cervello, sicomprende come esse  vadano ad agire come attivazioni e/o inibizionidei processi di ristrutturazione della flessibilità cerebrale che sonoresponsabili dell' apprendimento .In conseguenza a tali correlazioni tra attività elettromagnetiche ebiochimiche e segnali percettivi, comprendiamo che  la manipolazionedelle  attività cerebrali, oggi potenziata dalla utilizzazione delmass-media,  possiede una  intrinseca capacità di agire sulladefinizione flessibile della modularità cerebrale e di conseguenzasulle strategie di significazione della mente e ciò è particolarmenteimportante  a riguardo della  percezione della visiva poiché  essa èdi immediata comprensione. Riflettendo sui precedenti dati scientifici,si capisce come non sia piu' lecito assumere che i sensi possanodefinire un oggettiva rappresentazione del mondo esterno, (11), proprioin quanto è necessario dedurre che  tale acquisizione cognitiva,denominata "realismo cognitivo", cagioni un preciso condizionamentolimitativo della naturale capacità di generare collegamenti flessibilidelle nostre articolazioni connettive cerebrali.Viceversa è ammissibile che, da una piu' profonda comprensione delfatto che le nostre  attività cerebrali di rappresentazione visiva nonci fanno direttamente percepire la realtà oggettiva, si possono piu'facilmente far scaturire  progettazioni di comunicazione multimedialecreativa.Il problema di rimuovere i fattori cognitivi obsoleti , per delineareuna rinnovata organizzazione cerebrale che predisponga il cervello allacreatività(12), e stato affrontato con azioni concettualmente diverse,ma essenzialmente convergenti dalla scienza e dall' arte contemporanea.E' stato recentemente analizzato un interessante parallelismo tra ilcambiamento cognitivo delle fisica moderna e dell' arte  di SalvatorDalì e di Pablo Picasso (13).Entrambi , scienziati ed artisti, infattipur in seguito a diverse  motivazioni iniziali, dovevano confrontarsicon la problematica della relativita' dello "spazio/tempo", non piu'concepibili come entità assolute ed indipendenti .Salvator Dali , ha egregiamente rappresentato  dalle esigenza diinterazione tra spazio e tempo con i suoi dipinti di "orologi molli",con cui ha voluto raffigurare un'elasticità dello "spazio/tempo", persuperare un modello cognitivo di uno spazio cartesiano rigido diprospettiva classica.Da tali esempi di sensibilità artistica , ci possiamo accorgere, che lenostre rappresentazioni mentali sono il frutto della capacità umana ditrascendere il proprio patrimonio genetico, arricchendolo di nuoveinterconnessioni cerebrali di origine culturale. Ma dobbiamo anche riflettere che ogni attività di apprendimentocognitivo, associata alla definizione delle capacità di elaborazionecerebrale, trova suo limite  proprio in conseguenza del fatto che l'uomo tende a confondere la realtà con il modello concettualestoricamente affermato, poiché assume quest' ultimo come paradigma dibase per articolare le sue previsioni creandosi una realtà immaginaria,che con l' evoluzione scientifica e culturale diviene gradualmenteobsoleta. (14)

Concludendo da quanto detto si può comprendere come il superamento deilimiti cognitivi della percezione  per un utilizzo creativo dell'immaginario dell'uomo sia oggi divenuto decisamente importante. Infattiviviamo in un' epoca in cui la  tecnologia di sistemi informatici etelematici è capace di trasformare e comunicare interattivamente  insistemi numerici binari (digitali), ogni segnale sensoriale ed anchetradurre in percezione sensoriale ciò che naturalmente èimpercettibile. Quanto sopra  condurrà in breve a modi di vivere elavorare sostanzialmente diversi rispetto a quelli che per due secolihanno caratterizzato la società industriale.Già ad esempio si profilano metodologie nuove di apprendimento adatteal superamento dei modalità tradizionali di fare scuola, che ormai sonopoco rilevanti se posti in relazione alle attuali necessità epossibilità di apprendimento degli studenti. Tra esse il  "Learning onDemand" imparare su richiesta (LOD), sistema di network di editoriaelettronica, nato per migliorare e rendere piu' funzionalel'apprendimento a distanza in una società in continua trasformazione,basato sugli studi di elaborazione di ipertesti multimediali on-line,finalizzati alla integrazione tra l' apprendimento a memorizzazioneiconica e verbale (15)Pertanto sebbene sia problematico fare previsioni sul nostro futuronell' avvicinarsi del III millennio, è certo che  accettazionecosciente di questa complessa innovazione, comporta la necessità didedicare una seria attenzione al rinnovamento della  educazione e dellavoro, nella dimensione di un  apprendimento permanente di  nuovigeneri di formazione mentale.Il discorso qui brevemente accennato, rimane aperto a contributi diquanti dei nostri giovani saranno capaci di proporsi come  nuovicostruttori della storia; rivolgendoci a loro speriamo di facilitarne ilcompito,  iniziando con l' aiutarli  a superare  criticamente limiticognitivi della percezione, al fine di dare un contributo ad unulteriore sviluppo alla creatività cosciente dell'  immaginario  dell'uomo.

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