Dati scientifici dimostrano infatti che le probabilità di sviluppare una sindrome depressiva sono maggiori tra i fumatori di tabacco rispetto ai non fumatori, ed evidenziano come il numero di pazienti affetti da patologie psichiatriche, sia significativamente più alto nella popolazione dei fumatori tradizionali.
Fattore principale nei processi chimici sottostanti a questa correlazione fumo/psicopatologia è “l'attività neuroendocrina”della Nicotina, sostanza psicoattiva responsabile nelle modificazioni strutturali e funzionali dell'equilibrio dei sistemi dopaminergici e serotoninergici in particolare nelle aree cerebrali limbiche e nell'area tegmentale ventrale (VTA). Fumare tabacco provoca più specificatamente a livello neuro-cerebrale, l'attivazione di numerosi legami nicotina/recettori dell’acetilcolina.
Questi neuroni sono situati appunto nell' area VTA deputata alle funzioni di ricompensa, motivazione, cognizione, assuefazione, dipendenza da droghe e, possono essere appunto la causa di numerosi disturbi mentali correlati. In quest'area inoltre si processano anche vari tipi di emozioni complesse provenienti dall'amigdala, e si presume che l'attività della VTA abbia anche un ruolo nell' insorgenza della paura condizionata e dell'evitamento situazionale.
Velocemente poi si arriva alla desensibilizzazione dei recettori nicotinici dell’acetilcolina, ne consegue la perdita dell'effetto gratificante/sedativo indotto dal fumo e a questo punto si innesca il cosiddetto effetto della tolleranza crescente che spinge il soggetto ad un consumo sempre più abbondante di tabacco per ottenere lo stesso effetto gratificante.
Quando i livelli di dopamina rilasciata dal nucleo accumbens si abbassano e l’individuo sperimenta irritabilità, depressione, ansia, ma anche disturbi del sonno e aumento dell’appetito, deficit cognitivo e dell’attenzione, e soprattutto la "smania del gesto" si ha il "craving" tipico di ogni dipendenza .
E' proprio questo il processo neuro-cerebrale che porta all'istaurarsi della dipendenza fisica che è strettamente correlata a quella psicologica. La mancanza di gratificazione, piacere e attivazione cognitiva che si prova nell'allontanarsi dalla sigaretta, produce nel fumatore una disregolazione emotiva del "Cervello limbico", spingendolo ad continua ricerca e ad un continuo "abuso".
Quali sono le patologie psichiatriche fumo-correlate?
Nel DSM V La dipendenza da Nicotina viene classificata come un vero e proprio disturbo patologico, ed anche come sintomo di altre patologie psichiatriche.
L'attivazione di neuromodulatori dell’umore che danno piacere e gratificazione come la Serotonina e la Dopamina, spiegherebbe in parte il maggior consumo di sigarette nelle sindromi ansiose-depressive. Tra altri meccanismi neurobiologici implicati ci sarebbe anche la modificazione della normale funzionalità dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, che producendo alti livelli alti di Cortisone, grazie proprio dalla Nicotina, livello ulteriormente peggiorato dalla presenza di abitudini poco sane e concomitanti all’uso sigaretta come l'abuso di alcol.
E’ inoltre accertato l’esistenza di una prevalente dipendenza da Nicotina tra gli individui affetti da disturbi depressivi e sono diversi gli studi concordi nel ritenere il fumo di sigaretta come un possibile fattore di rischio per disturbi d'ansia ed attacchi di panico.
Così anche il disturbo depressivo bipolare, risulterebbe più alto nella popolazione fumatrice per gli stessi meccanismi neuroendocrini.
Negli studi sulla Schizofrenia condotti in 20 paesi del mondo, emerge che i pazienti schizofrenici consumano un maggior numero di sigarette rispetto ad altri pazienti con altri disturbi.
È stato a questo proposito condotto uno studio, riguardante la terapia sostitutiva con Nicotina transdermica per la riduzione dell’agitazione e dell’aggressività nei fumatori affetti da schizofrenia.
I partecipanti erano 40 fumatori di 18-65 anni ricoverati in emergenza psichiatrica con una diagnosi di schizofrenia confermata dal Mini International Neuropsychiatric Interview.
I pazienti sono stati sottoposti a screening con la sottoscala per la componente di agitazione della scala PANSS ( Positive and Negative Syndrome Scale ) e con il Fagerström Test for Nicotine Dependence ed hanno ricevuto un cerotto alla Nicotina transdermica da 21 mg, oppure sono stati trattati con un cerotto placebo.
I partecipanti hanno ricevuto le abituali cure con farmaci antipsicotici . La scala Agitated Behavior Scale e altre misure di agitazione sono state utilizzate di nuovo a 4 e 24 ore.
Il punteggio medio alla scala Agitated Behavior Scale nel gruppo di terapia di sostituzione della Nicotina è stato più basso del 33% a 4 ore e del 23% a 24 ore, rispetto al gruppo placebo. I partecipanti con livelli più bassi di dipendenza da Nicotina hanno risposto meglio di quelli con livelli più elevati di dipendenza.
I dati suggeriscono pertanto che nei pazienti con schizofrenia, l’abitudine al fumo dovrebbe essere inclusa nella valutazione dello stato di agitazione e la terapia di graduale disassuefazione e di sostituzione della sigaretta tradizionale con altri dispositivi medici andrebbe inclusa nel trattamento di coloro che sono fumatori.
Dunque In questo scenario la sigaretta elettronica usata come dispositivo medico di ausilio alla disintossicazione da tabacco può essere di aiuto anche in pazienti psichiatrici con severi disturbi dell’umore o affetti disturbi psicotici? Potrebbero trarne beneficio, mantenendo a livello psicologico una gestualità simile al fumare e mantenendo una pratica che resta gratificante?
Una risposta positiva si ha nello studio condotto da ricercatori del King’s College di Londra e della London South Bank University, presentato nell’aprile 2016 a Firenze, durante il congresso della Schizophrenia International Reserch Society.
Di 36 fumatori di età compresa fra i 18 e i 70 anni con diagnosi di schizofrenia, disturbo bipolare, disturbo schizoaffettivo o schizofreniforme sono stati invitati a sostituire la sigaretta tradizionale con quella elettronica di prima generazione (nicotina a 4,5mg). Già alla Sesta settimana si registrava una diminuzione significativa del monossido di carbonio espirato e quasi la metà del campione dei pazienti ha dichiarato di voler continuare ad usare la sigaretta elettronica. Alla decima settimana si era ottenuta una riduzione significativa nel consumo sia di sigarette tradizionali sia di quella elettronica. Il risultato maggiore ottenuto è che non vi sono state variazioni significative nei sintomi psicotici, elemento fondamentale per questi pazienti che come ben sappiamo devono rimanere“stabilizzati” per restare a contatto con la realtà esterna.
Pertanto tale ricerca dimostra che la sigaretta elettronica (E-cig), in nessun caso peggiora il quadro clinico e sintomatologico dei pazienti psichiatrici, anzi questo dimostra che l’ecig può aiutare a ridurre la dipendenza da tabacco e i danni ad esso correlati anche negli individui con gravi malattie mentali, senza peggiorare la loro sintomatologia, migliorando di conseguenza e significativamente il loro stato di salute.
Concludendo questa breve disamina si potrebbe seriamente pensare di introdurre e sostituire il fumo tradizionale con quello elettronico anche all'interno dei percorsi terapeutici combinati che proponiamo. Lo sappiamo, l'ecig a base di nicotina è stata creata come un dispositivo medico utile nella disassuefazione dal tabacco, quest'ultimo in se non contiene solo nicotina ma tanti altri agenti altamente cancerogeni. L'ecig emana vapore gradevole e non fumo, è molto meno dannosa non comportando ne la combustione ne l'aspirazione di Co2 e, cosa più importante può consentire di diminuire via via il dosaggio di nicotina al suo interno, ponendosi come obiettivo quello di arrivare al suo abbandono o, al limite a "svapare" con un quantitativo nullo di nicotina , solo per mantenere psicologicamente "il gesto graticante".
Introducendo la sigaretta elettronica in un piano terapeutico studiato ad hoc per il paziente psichiatrico si eviterebbe l'instaurarsi di patologie fisiche concomitanti e di sintomi psichici in comorbilità, peggiorativi del quadro clinico, questo migliorerebbe senza dubbio la “Quality Of Life” del pazienze stesso.
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