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L’intelligenza collettiva. Per una antropologia del cyberspazio

9 Apr 13

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L'autore, che insegna presso il dipartimento Hypermedia dell'Universitàdi Parigi VIII a Saint-Denis, in questo testo affronta il tema della multimedialitàdal punto di vista squisitamente antropologico. La costituzione in attodi un cyberspazio mondiale produrrà nei prossimi decenni un impulsoalla costituzione di un nuovo ambito di comunicazione, di lavoro e di pensierocollettive. Oltre le conseguenze economiche viene qui evidenziata la grandepossibilità di civilizzazione legate all'emergere dei multimedia:non si tratta quindi di ragionare solo in termini di impatto sulla vitapolitica ed economica, ma anche di progetto: in questo testo viene postol'accento sulla prospettiva antropologica di questi radicali cambiamentimostrando gli aspetti innovativi di questa evoluzione in atto che possanoagevolare le politiche, le decisioni e le pratiche per orientarsi in unlabirinto del cyberspazio in divenire. Già a partire dagli anni'60 pionieri come D. Engelbart e J. Licklider avevano colto il potenzialesociale della comunicazione tramite la rete informatica, ma è statosolo agli inizi degli anni '80 che la comunicazione informatizzata, o telematica,è emersa come un significativo fenomeno economico e culturale. Lacultura di rete, nonostante l'aumento sempre crescente di utenti, non èancora consolidata, e le sue potenzialità tecniche sono ancora allostadio iniziale, la sua crescita è ancora in corso. E' necessariaquindi una riflessione, anche collettiva secondo l'autore, per tentaredi dare un corso agli eventi in senso positivo. Il suo punto di vista èlegato alla progettualità: se ci si rende conto in tempo della postain gioco, questi nuovi mezzi di comunicazione e creazione potrebbero costituireuna spinta per rinnovare le modalità del legame sociale nel sensodi una maggiore solidarietà, moltiplicando quindi le risorse mentalied intellettuali di coloro che si adoperano attivamente per affrontarei drammatici problemi in cui si dibatte oggi l'umanità. Una primanotazione antropologica è che in questa evoluzione rapida e vertiginosaimpone alle nostre menti forse più che ai nostri corpi un nomadismoparticolare (per questo si veda anche Anna Dagnino, I nuovi nomadi,Castelvecchi, Roma, 1996), che dipende dalla trasformazione continua erapida dei paesaggi scientifico, tecnico, economico, professionale, mentale.Questo movimento, imposto dai flussi di informazioni sempre piùrapidi, esige da parte nostra comunque un adattamento costante a questonuovo spazio antropologico che viene definito Spazio del sapere.Qui il concetto di Spazio è usato in senso generale e metaforicocome luogo da cui tutti proveniamo per nascita (La Terra), parcellizzatoe differenziato in vari Territori (di caccia, di scambio delle merci,di confine) che limita e differenzia gli ampi spazi delle popolazioni nomadi.Lo Spazio delle Merci, collocato nella sua origine agli albori dellaciviltà greca, è caratterizzato dall'invenzione della monetae dell'alfabeto, e amplificato dal trionfo della stampa (primo mass-mediadella storia dell'uomo), oggi completamente dominato dalle leggi dell'economiadi mercato. L'organizzazione economica a impronta capitalistica, secondol'autore funziona solo grazie allo stato territoriale, coinvolgendonei propri traffici, con l'aiuto della tecnica e della tecnologia, i flussie i segni del cosmo territoriale, un cosmo ridefinito, reinterpretato comerisorsa…che viene trasformato dalla scienza e dalla tecnica in Tecnocosmo.Lo Spazio del sapere, è concettualmete immateriale, insenso etimologico é una utopia, un 'non-luogo'. Ma in primo luogocosa si intende per sapere? L'Autore non si riferisce solo alla conoscenzascientifica come viene definita comunemente, ma a tutto ciò checaratterizza la specie homo sapiens. Il sapere per come viene quiinteso è un saper vivere, un sapere coestensivo alla vita.Appartiene quindi a uno spazio cosmopolita e senza frontiere di relazionie qualità; a uno spazio di metamorfosi dei rapporti e di emergenzadei modi di essere, a uno spazio in cui si ricongiungono i processi disoggettivazione individuali e collettivi. E' occupato inoltre non solodai processi di pensiero (il Mondo Tre nella concezione di Popper),ma animato da intellettuali collettivi ( o immaginanti collettivi) inriassetto dinamico permanente. Gli intellettuali collettivi inventanolingue mutanti, costruiscono universi virtuali, cyberspazi in cui si sperimentanoforme di comunicazione inusitate. Infine lo Spazio antropologico:sperimentiamo quotidianamente spazi vissuti che nascono dalle interazionitra gli uomini. Viviamo in migliaia di spazi diversi, ciascuno con un particolaresistema di prossimità (temporale affettivo, linguistico): cosìad esempio un' entità qualsiasi può esserci vicina in unospazio e molto lontana in un altro; inoltre spazi diversi si organizzanoattorno a dispositivi materiali o ideali, si estendono all'intero pianetao proliferano in forma molecolare. I quattro spazi antropologici citatisono strutturanti: ovvero contengono o organizzano a loro volta un grannumero di spazi diversi. Non sono da intendersi come strati(risultati di analisi astratte o risultati di una segmentazione cronologica),bensì mondi viventi, continuamente generati dai processi e dalleinterazioni che vi si svolgono.

Imprevedibile e non priva di rischi questa situazione assomiglia a unaesplorazione di territori sconosciuti e per di più mutevoli e intrasformazione. Non si tratta più di passare da una zona geograficaall'altra, da una cultura o linguaggio all'altro, ma anche di esplorarediversi e sconosciuti aspetti dell'umano. La conquista dello spazio, daglianni '50 in poi apriva un orizzonte verso altri habitat per la nostraspecie, i progressi della biologia e della medicina non di meno ci costringonoa un ripensamento radicale del nostro rapporto con il corpo, la riproduzione,la malattia e la morte. La ricerca nella genetica propone, anche se nonapertamente, una selezione artificiale dell'umanità. Le nuove tecnichedi comunicazione attraverso mondi virtuali ripropongono in modo diversoi problemi del legame sociale: in effetti stiamo vivendo un periodo dibrusca accelerazione verso orizzonti sconosciuti. L'autore considera leconseguenze di questa radicale trasformazione soprattutto dal punto divista economico e politico, oltre che individuale e psicologico, cercandodi formulare attraverso una Ingegneria del legame sociale nuoveculture e nuove identità dei soggetti che ne fanno parte e abitanole reti informatiche, pensando alla necessità di fondare una nuovaetica e quindi anche una nuova politica. Le gerarchie burocratiche(fondate sulla scrittura statica), le monarchie mediatiche (chesi reggono sulla televisione e i sistemi dei media) e le reti dell'economiainternazionale (che impiegano il telefono e le tecnologie del tempo reale)mobilitano e coordinano solo parzialmente le intelligenze, le esperienze,i saperi e l'immaginazione degli esseri umani. Ecco perchè si ponecon particolare urgenza l'invenzione di nuovi meccanismi di pensiero edi negoziazione, che possano finalmente far emergere vere e proprie intelligenzecollettive.

Sommario degli argomenti :
L'ingegneria del legame sociale, Etica ed economia dell'intelligenzacollettiva, Dal molare al molecolare: tecnologie dell'intelligenza collettiva;Dinamica delle città intelligenti, l'arte e l'architettura del cyberspazio;Lo spazio del sapere, Definizione dello spazio antropologico, Identità,Semiotiche, Figure dello spazio e del Tempo, Strumenti di navigazione,Epistemologie; Irapporti tra gli spazi: verso una filosofia politica.

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