In questo libro che combina l'immaginario della fantascienza alla realtàdella tecnologia contemporanea, ma che attinge anche alle suggestioni piùattuali del cinema e dell'arte, possiamo scoprire che le fantasie piùaudaci e inquietanti dell'età moderna sui corpi artificiali si stannoormai realizzando attraverso tre linee di tendenza che l'autore ha cosìsintetizzato: il 'corpo replicato', il 'corpo invaso', il 'corpo disseminato'.
Quali nuove pratiche nascono attorno alle trasformazioni dei corpi, e qualinuovi rapporti si creano in noi e attorno a noi sul labile confine cheormai differenzia il mondo naturale da quello artificiale? Come esempiodel 'corpo replicato' l'autore fa riferimento al tema classico per la SFdell'uomo artificiale, l'androide biologico di P.Dick nel celebre romanzo reso famoso dal film di Ridley Scott BladeRunner: Sicuramente l'attuale ricerca sulla clonazione ha resomeno fantasiosa questa ipotesi. Possiamo quindi interrogarci sul destinoe le potenzialità dei nostri corpi, intesi come eventi o processisottoposti a trasformazioni possibili: pensiamo all'estetica cruenta dellabody art in cui 'performer,' come Sterlac, realizzano la metamorfosiestetica e strutturale del corpo attraverso la mano del chirurgo (Capucci,'Ilcorpo tecnologico', Bologna, Baskerville, 1994). Particolarmente impressionantee non priva di rischi è la "scultura per lo stomaco" incui Sterlac ingoia una capsula di acciaio al titanio, argento e oro, collegataad un servomeccanismo, che viene inghiottita molto lentamente, mentre unamacchina miniaturizzata trasmette le immagini del tubo digerente. Giuntanello stomaco la capsula si apre, mostrando una piccola scultura che emetteluci e suoni: è la scoperta dell'estetica del corpo cavo.Il corpo vuoto viene infatti assunto simbolicamente e anche materialmentecome ricettacolo ideale per i componenti tecnologici che sostituisconogli organi biologici – considerati sistemi ridondanti e imperfetti. E'la trasformazione nel corpo invaso.
In ultimo, il corpo disseminato rappresenta forse l'ultima frontieradelle metamorfosi rese possibili dalla tecnologia. Le riflessioni dell'autoremuovono dalle recenti possibilità offerte dalla Realtà Virtuale,che insieme ai 'brainframes' (telefono, fax, televisione computer ecc…)moltiplicano le possibilità del nostro normale sensorio espandendoloverso realtà difficilmente esplorabili. In fondo l'esperienza delcorpo disseminato nasce già con il telefono: sperimentiamoquotidianamente l'esistenza di questa forma di spazio virtuale e immaterialein cui si realizza la comunicazione telefonica, poiché essa èstrutturata in base alle caratterisitiche dell'organo ricevente presentenel nostro cervello, decodificatore ultimo del messaggio vocale. La vocetelefonica è quindi già una prima forma embrionale di disseminazionedel corpo. Un altro esempio è dato dalla differenza ontologicatra l'occhio che vede e l'oggetto osservato, tradizionalmente marcata esensibile, che oggi, nell'esperienza digitale, tende a divenire semprepiù sfumata. Proprio oggi, mentre scrivo, arrivano le prime immaginidi Marte dalla sonda 'Pathfinder', il cercatore di sentieri che èil nostro 'occhio virtuale' sul pianeta, capace di cancellare l'enormedistanza siderale.
L'autore non manca poi di analizzare il tema della "deriva dell'identità"e dello "straniamento della realtà" che questo impiegodiffuso di tecnologia comporta. Televisione come condizionamento sociale,Realtà Virtuale come droga, Internet come mezzo attraverso cui surrogarebisogni primari e che conduce prima o poi all'isolamento sociale? Sonointerrogativi a cui è molto arduo dare una risposta esauriente.Certamente il corpo disseminato è un corpo fluttuante, caricatodi una valenza collettiva, che perde sempre di più la sua dimensionesacrale e fondativa a partire dall'individuo che lo ha generato; il riferimentoa un punto di origine precisa è sempre più labile (pensiamosolo alla futura identità dei figli nati in provetta), forse nonpiù adatto a sostenere un'identità forte e stabile, unica,personale e irripetibile.
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