Come sottolineanoGiorgio G. Bellotti e Marco L. Bellani, co-autori insieme a molti altriillustri colleghi di questo corposo ed esauriente testo sul 'counselling'nell'infezione da HIV e nell'AIDS, questo lavoro viene pubblicato in unmomento particolare della storia dell'infezione stessa. Da quando nel 1981i Center for Disease Control (CDC) di Atalanta segnalarono i primicasi negli Stati Uniti, l'infezione da HIV ha assunto le dimensioni diuna vera e propria epidemia divenendo nei paesi industrializzati la secondacausa di morte nei soggetti maschi di età compresa tra i 20 e i40 anni, anche in virtù dell'aumentata incidenza dei casi attribuibilia trasmissione eterosessuale.
Oggi, inconseguenza del miglioramento dell'assistenza e della disponibilitàdi farmaci sempre più efficaci nel rallentare il decorso della malattia,l'AIDS non può più essere considerata un'affezione acutaa esito rapidamente fatale, ma deve piuttosto essere catalogata tra lemalattie croniche a prognosi infausta.
La comunitàscientifica e sanitaria internazionale ha riconosciuto al counsellingun ruolo di primaria importanza come strumento di lotta contro l'infezionee la malattia da HIV, annoverandolo tra le strategie da adottare per lariduzione di rischio di contagio, per la trasmissione di informazioni,la cura e l'assistenza delle persone affette e ai loro familiari. A frontedi tale riconoscimento non si è attuata la rete di centri di counsellingin materia di HIV/AIDS: ma la domanda di counselling, insita nelle richiestedi informazione, aiuto e di supporto che quotidianamente pongono le personepreoccupate per la possibilità di aver contratto l'infezione, quellegià infette, nonché i loro partner e i loro familiari, hannoreso pressante l'esigenza di divulgare un modello di intervento che giàvalidato all'estero, ha dimostrato di poter essere efficacemente adottatoanche nella nostra realtà.
Il teminecounselling deriva dal termine inglese To counsel chesignifica "dare consigli per orientare il giudizio e la condotta altrui".Tra le tante definizioni possibili l'attività di counselling puòessere definita come "quel processo a cui si fa ricorso per aiutare ilpaziente a esplorare la natura dei propri problemi in modo che sia eglistesso a decidere cosa fare, senza una indicazione diretta o una rassicurazioneda parte di chi esercita l'attività di counselling" (Murtagh).
Il counsellingsi differenzia così sia dalla psicoterapia che da ogni altra praticadi tipo direttivo, perché nella prima ci si propone di modificarela struttura della personalità dell'individuo, per migliorare lasua capacità di affrontare le situazioni difficili e minacciose,e nella seconda si danno consigli e suggerimenti che il paziente dovrebbeseguire. L'attività di counselling si colloca in un puntointermedio tra queste due procedure estreme. Il counsellor non dàsuggerimenti e neppure giudizi, né impone i propri valori comportamentie modi di agire, ma si limita ad aiutare il paziente a prendere autonomamentedelle decisioni.
Questo volumeche raccoglie le esperienze accumulate in questi anni nel campo, si rivolgea tutti coloro che si occupano di infezione da HIV e che a diverso titolo,svolgono o desiderano svolgere un'attività di counselling:non solo a medici specialisti o di medicina generale, ma anche infermieripsicologi, assistenti sociali, volontari e operatori di comunitàe del privato sociale.
L'opera éstata concepita e realizzata con una duplice finalità: da un latoc'è l'esigenza di offrire al lettore un panorama completo e aggiornatosul counselling nell'infezione da HIV e illustrare i suoi principaliambiti di applicazione. Dall'altro di fornire a chi già praticail counselling nozioni chiare ed essenziali sugli aspetti epidemiologicie preventivi, diagnostici, clinici e socio-assistenziali e legislatividell'infezione da HIV: per questo il testo è corredato da chiareed esaurienti schede tecniche. Su questa base generale il libro si articolain sette sezioni che spaziano su tutti i settori: da quelli di caratterepiù generale, a quelli inerenti l'accertamento diagnostico, dallafase di HIV sieropositività asintomatica, all'infezione sintomatica,fino alla fase terminale della malattia e al lutto di chi sopravvive allamorte del proprio caro. Particolare rilievo è stato dato anche agliaspetti etici, medico legali, educativi e formativi nonché a quelliinerenti la conduzione e la valutazione degli interventi.
0 commenti