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Miliardi che passione! Psicologia di chi è ricco o vorrebbe diventarlo

9 Apr 13

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Senza dubbioè molto attuale il tema che Di Diodoro affronta in questo librosulla psicologia del denaro,  di piacevole lettura ma puntuale e rigorosodal punto di vista teorico. Scritto in maniera divulgativa, il volume apparedestinato non solo all'ambito degli specialisti, ma anche al grande pubblico.L'autore  affronta infatti un argomento spesso trascurato: la psicologiadella ricchezza.  
Esperienzapsicologica rara, la ricchezza è caratterizzata da uno specificovissuto cognitivo e affettivo, soprattutto per quanto riguarda i nati ricchi,una categoria di individui che è stata oggetto di attenzione ancheda parte di psicoanalisti come Johannes Cremerius e Charles William Whal.Quest'ultimo, che aveva lo studio sul famoso Sunset Boulevard di Los Angeles,ebbe in trattamento alcuni ricchi e potenti, e da queste sue esperienzecliniche trasse spunto per un articolo pubblicato nel 1974 su ContemporaryPsychoanalysis (Psychoanalysis of the rich, the famous and theinfluential, 1974, 10, 7177). 

Di Diodoro,facendo leva sua esperienza di psichiatra e di giornalista medico-scientifico,tratta l'argomento utilizzando come riferimento sia la monografia psicologicasia l'inchiesta giornalistica, toccando temi come il ruolo che gli affettio l'intelligenza possono giocare lungo il cammino verso il miglioramentodella posizione economica di un individuo, o l'esperienza della ricchezzaesagerata. 
Ovviamentel'autore dichiara esplicitamente nella prefazione che il libro non èl'ennesimo manuale che insegna come si fa a diventare ricchi. La posizionedell'autore in merito è molto chiara: manuali  del genere sonoinutili e ingannevoli, dal momento che non è assolutamente possibilearricchire seguendo delle regole prestabilite, ma neppure provando a ripercorrereil cammino già percorso da un altro. 
In Miliardiche passione! l'autore integra fonti specialistiche e fonti giornalistiche,in un continuo passaggio che rende la lettura intensa ma scorrevole. Tanteanche le informazioni tratte direttamente da chi della ricchezza ha esperienzadiretta: il lavoro di preparazione del libro è stato infatti completatoda una serie di interviste/colloqui psicologici con personaggi che hannola fortuna di aver esperito la grande ricchezza.

Trale varie ipotesi proposte nell'analizzare il fenomeno della ricchezza,mi ha colpito la determinazione con la quale l'autore non dia grande creditoalle teorie psicoanalitiche, rivolgendo la sua attenzione piuttosto alleteorie cognitive e a quelle comportamentali, oltre che alle interpretazionisociologiche della psicologia della ricchezza. A mio avviso invece, visono aspetti molto interessanti del rapporto tra psicoanalisi e denaro,che forse meritavano di avere maggior considerazione. 
Che i ricchinon siano interessati alla psicoanalisi lo sapeva anche Freud, e d'altraparte la cura analitica freudiana si basa due punti  cardini, bendefiniti in ambito teorico:  il tempo e il denaro. 
E' noto chela crisi attuale della psicoanalisi nel mondo contemporaneo (soprattuttonegli USA) è strettamente legata al problema economico del trattamento.La cura psicoanalitica è lunga e costosa e per di più dirisultato incerto. Oggi inevitabilmente viene considerata una terapia perricchi pur essendo consapevoli gli psicoanalisti che frequentano gliambienti più esclusivi che forse i veri ricchi o miliardari – comeci confermano anche le interviste realizzate da Di Diodoro – sono oggipiù attratti da altre esperienze che non da quella di  conoscereil proprio inconscio o di sviscerare le problematiche della vita interiore.E' infatti indubbioche chi ha molto denaro, oltre ed alimentare fantasie di onnipotenza sicuramenteappaganti (molto può essere comprato con il denaro per accrescerel'autostima e per soddisfare le proprie pulsioni consce o inconsce chesiano), può efficacemente intervenire sul mondo esterno adattandoloalle proprie esigenze o nevrosi anziché il contrario.

Freud osservònel 1912, nello scritto Nuovi consigli sulla tecnica, che oltreagli aspetti generali del trattamento psicoanalitico,sovente le questionilegate al denaro sono trattate  con la medesima contraddittorietà,�pruderie' e ipocrisia delle questioni sessuali: anzi oggi possiamo persinovedere che è più frequente che le persone raccontino senzapudori la loro vita sessuale – vista la relativa disinibizione che abbiamoraggiunto in fatto di sessualità – ma mostrano molta reticenza aparlarci di come guadagnano il loro denaro.  
Anche quest'ultimopassaggio viene verificato puntualmente da Di Diodoro quando ci avverteche molti personaggi intervistati hanno chiesto di rimanere anonimi: unaspetto che dimostra come in Italia (ma forse questo è vero anchealtrove) ancora oggi la ricchezza venga vissuta con un certo imbarazzo,forse con qualche senso di colpa, e certamente come una specie di segretoche è sempre meglio non svelare, anche perché oggi al fisconulla sfugge!

Leggendo Miliardi,che passione sorgerebbe poi la curiosità di conoscere qualcosadi più sugli aspetti psicologici della trasmissione transgenerazionaledella ricchezza. Un tema che nel libro appare solo accennato e interpretatoforse un po' troppo sbrigativamente come investimento per il futuro,finalizzato alla salvaguardia  nel tempo del proprio patrimonio genetico. 
Nella realtàdi tutti i giorni, invece, è facile riscontrare come spesso amiciavvocati o commercialisti si lamentino di dover persino dare un appoggiopsicologico in situazioni di conflitto tra genitori e figli su come utilizzaree investire il denaro, per non parlare del doloroso capitolo dei lascititestamentari. 
Dicevo cheè dunque  palese un notevole scetticismo dell'autore riguardoalle interpretazioni psicodinamiche della ricchezza, e nel libro vieneanche detto con chiarezza che la psicoanalisi non può servire néhai ricchi né ai poveri, e forse per le classi medie non rappresentapiù uno status symbol che serve per affermare la propriaidentità sociale. In fondo Di Diodoro (nonostante che nel suo trainingci sia stata anche una formazione analitica) sembra essere giunto allaconvinzione che al giorno d'oggi,  dopo che la psicoanalisi avrebbemancato l'appuntamento delle verifiche di efficacia, ma anche dopo checi siamo divertiti al cinema con le parodie degli psicoanalisti viste neifilm di Woody Allen, non sia più possibile prendere completamentesul serio questa categoria.  Tra il serio e il faceto, con linguaggioaccattivante, l'autore dice che rivolgersi alla psicoanalisi per riceverneun aiuto oggi è fondamentalmente inutile. Per capire come possiamocomportarci con il nostro denaro, utilizzare le nostre capacitàse abbiamo tempo ed energie da spendere, oggi sarebbe dunque necessariorivolgersi ad altre fonti. Chi vuole provare a percorrere la via dellaricchezza deve riuscire a vincere le proprie ristrettezze mentali e a superarei propri blocchi emotivi, facendo dunque ricorso in ogni caso a una sortadi autosservazione, ma ben sapendo di dover anche saper anche evitare letrappole tese da falsi profeti e da ormai poco credibili (secondo l'autore)superesperti della psiche umana.

Il libro diDiodoro è dunque in sostanza pervaso da una vena ottimistica chefa leva sulle capacità che ognuno ha o può mobilitare, ein fondo è giusto apprezzarlo per questo sforzo, visti i tempi checorrono. Sembra infatti suggerirci amichevolmente: caro amico, se haiintelligenza, occhio, buona volontà, un pizzico di fortuna, e riesci simpatico alle persone giuste, anche tu puoi farcela!  
Preferiscoperò a questo punto, lasciare la parola all'autore, e alle interessantiriflessioni su questa sua  originale ricerca, tratte dalle paginedella introduzione: 
  
�Permolti mesi ho vissuto in un mondo che non è il mio, perchésono entrato in contatto con la grande ricchezza, quella che quasi maiincontriamo nella vita di tutti i giorni. Ho imparato a inseguire personaggispesso sfuggenti, concentrati sui propri affari e poco disposti a essernedistratti. Ho parlato al telefono con segretarie rispettose e con ufficistampa impeccabili nel rispondere, con svagate voci femminili che parlavanoda ville abbarbicate su speroni rocciosi della Costa Azzurra, con domesticisussurranti dall'accento levantino. Sono stato ricevuto in solide fabbrichedi periferia attraversate da gelide arie condizionate, e in esclusivi circolinei quali il personale di servizio viene comandato con gesti appena accennati.Un viaggio dal quale ho ricavato emozioni, vissuti, impressioni, e anchequalche confessione, oltre che una generalizzata richiesta di anonimato.Se molti dei ricchi interpellati hanno risposto negativamente alle mierichieste di colloquio, quelli che hanno accettato si sono premurati diporre come invariabile condizione il non essere citati con il loro veronome. Così,  nello scrivere il libro, qui e là ho buttatouno pseudonimo, più spesso ho semplicemente utilizzato quanto miera stato detto.  
 Nonc'è niente da fare. In Italia la ricchezza la teniamo nascosta ilpiù possibile. Temiamo forse più le invidie e i parenti bisognosiche il Fisco (tutti i miei intervistati hanno giurato di pagare le tassefino all'ultima lira). Al contrario di altri paesi, come gli Stati Uniti,nei quali la ricchezza onestamente acquisita, e spesso non solo quella,è manifestata in pubblico come uno dei simboli del proprio successo,senza remore e timori di sorta.  
 Daquesti miei incontri, e da informazioni provenienti da ricerche precedentisull'argomento, condotte sia da specialisti che da giornalisti e divulgatori,è scaturito il libro che avete ora nelle mani. Un libro che, vadetto chiaramente, non è un manuale per diventare ricchi. La duraverità è che libri di questo genere non esistono. La veritàper molti forse ancora più dura da accettare è che libridi questo genere esistono (e spesso sono scritti da simpatiche canaglie),ma non fanno diventare ricchi. Chiunque sia dotato di un po' di buon sensosi rende conto di due fatti assolutamente evidenti: primo, che se bastasseleggere un libro per carpire il segreto della ricchezza (ammesso che questosegreto esista), quel libro lo leggerebbero tutti, e tutti proverebberoa metterne in pratica i consigli; secondo, che se qualcuno davvero conoscesseil segreto per diventare ricco, certamente non perderebbe tempo a scrivereun libro. Così, secondo quanto dice il proverbio "chi sa fare fa,chi non sa fare insegna", i manuali su come arricchire li scrivono coloroche non sono mai riusciti a diventare ricchi.  
 Cos'èdunque questo libro? E' il tentativo di aprire uno squarcio sul mondo interioredei ricchi, e, di conseguenza, su quello dei poveri, e sui processi cheprova a  mettere in atto chi ha a cuore il decollo della propria situazionefinanziaria. E' anche un libro sugli aspetti psicologici del denaro e suisuoi molteplici significati, sui blocchi interiori e sulle spinte che possonoostacolarne o facilitarne l'arrivo. Non dà invece consigli esplicitisu come arricchire e non suggerisce regole o percorsi verso la ricchezzasicura. Invita però a interrogarsi sul proprio desiderio di ricchezza,sui prezzi che si sarebbe disposti a pagare per averla, sulla propria ideadi felicità, che può anche non prevedere il possesso di moltodanaro.  
 Personalmente,durante il percorso effettuato nella preparazione del libro, ho capitouna volta per tutte che, per quanto la ricchezza sia un dono inestimabile,se non è accompagnata da intelligenza, sensibilità e cultura,davvero vale poco o nulla. Gestire un grande capitale con intelligenza,e si può, richiede un impegno intellettuale e umano elevato. Manon solo, a questo scopo è anche indispensabile possedere una personalitàequilibrata, la predisposizione a vivere pienamente la vita, la capacitàdi godere di ciò che si ha, e una buona dose di attenzione versogli altri. Purtroppo sono convinto che si tratti di caratteristiche abbastanzarare tra gli esseri umani. E' più facile incontrare persone grossolane,insensibili e nevrotiche, a tutti i livelli socioeconomici. E purtroppoè ancora troppo facile incontrare dei veri poveri, i quali sembrano aumentare sempre attorno a noi, nonostante che il mondo, almenoquello occidentale, appaia esteriormente ogni giorno più ricco.�  
 

Indicedei capitoli: 
  
Introduzione  
 Capitolo1.  Il denaro e i suoi significati psicologici  
 Capitolo2.  Gioie e dolori della povertà  
 Capitolo3.   Due grandi ostacoli interiori verso il benessere:  
noiae apatia  
 Capitolo4.  Ambizione, invidia e aggressività:  tre potentimotori   
 Capitolo5.  Arricchire utilizzando l'entusiasmo imprenditoriale  
 Capitolo6.  Risparmio e rischio, vie complementari verso l'accumulo didenaro  
 Capitolo7.  Il ruolo di intelligenza e creatività nella creazionedella ricchezza  
 Capitolo8.  Quanto contano caso e fortuna nell'arricchire?  
 Capitolo9.  Profilo psicologico del nato ricco  
 Capitolo10: L'esperienza della ricchezza esagerata  
 Capitolo11. Il denaro dà solo la felicità o anche la salute?  
 Capitolo12.  Storie esemplari di multimiliardari che si sono fatti da sé  
 Conclusione

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