Il tema centrale di questa ultima operadi Otto F. Kernberg, psicoanalista didatta e presidente dellInternationalPsychoanalytical Association, è centrato sui fenomeni regressiviche si verificano allinterno dei gruppi e la possibilità di contrastarnele pericolose conseguenze grazie a una leadership e a una struttura organizzativarazionali. L'autore argomenta con efficacia e incisività come lanatura della leadership, il gioco degli impulsi libidici e aggressivi nelleinterazioni gruppali, la dinamica del potere, sono parte in un modellointegrato il cui potenziale esplicativo viene illustrato in contesti diversi,dalle psicoterapie di gruppo alle comunità terapeutiche, fino allemedie e grandi organizzazioni. Un altro aspetto che viene messo in luce,sempre riferito al livello istituzionale, è il fatto che pazientianche molto gravi possono comportarsi in maniera quasi normale in gruppidalla struttura solida e dai compiti chiaramente definiti e rispettati.Per contro professionisti perfettamente sani e ben adattati, che lavoranonel contesto di gruppi regressivi con una struttura di lavoro non adeguata,possono regredire a comportamenti anomali. È come se, all'internodi queste situazioni di gruppo disfunzionali, le forze gravemente lesivee autodistruttive dell'inconscio divenissero senza controllo.
Dice infatti Kernberg. "La mia esperienzacome membro e come capo di organizzazioni psichiatriche e psicoanalitiche,nonché come consulente istituzionale di strutture ospedaliere ededucative, ha evidenziato ancor più la relazione tra i conflittiinconsci, i fenomeni regressivi di gruppo e l'influenza della leadershipistituzionale nel ridurre o, al contrario, nell'esacerbare l'aggressivitàprimitiva all'interno di un contesto sociale." In base alla sua esperienzapersonale nellambito dellistituzione psicoanalitica, lautore utilizzaquesto modello anche per una impietosa quanto stimolante critica del modoin cui è condotta la formazione dei candidati allinterno degliIstituti di psicoanalisi.
Ecco un breve stralcio dedicato al temacruciale della formazione degli analisti tratto dal capitolo XIV "Trentamodi per distruggere la creatività dei candidati psicoanalisti":
La seguente lista dimodi per inibire la creatività dei candidati psicoanalisti non èesaustiva, anche se contiene le ragioni principali per cui nei nostri istitutila creatività viene effettivamente inibita. Se insegnate insisteteperché i candidati leggano tutti i lavori di Freud, con attenzionesenza tralasciare niente e in ordine cronologico, e assicuratevi che apprendanola teoria in ogni suo punto. Gli scritti di Freud possono essere moltoutili per distogliere linteresse dei candidati dalla riflessione su disé ((SIGMA)) La protezione del lavoro di Freud dalle critiche e dallecontaminazioni di altre teorie è un sistema ottimo per far scemarelinteresse dei candidati verso altri sviluppi del pensiero psicoanalitico.Il docente dovrebbe tenere a mente che è suo compito insegnare leOEconclusioni alle quali Freud è giunto, non il OEprocesso di pensierodi Freud. Perché se gli allievi arrivassero ad intuire il metododi pensiero di Freud, che era indubbiamente rivoluzionario, ciòpotrebbe portarli a una pericolosa identificazione con la sua originalità((SIGMA)) Leffetto ninna-nanna potrà diventare molto più efficacese si chiederà agli allievi di stendere estesi riassunti del lavorodi Freud.
Chiarite subito cheil pensiero critico è il benvenuto se porta ad una conferma delleopinioni del leader principale ((SIGMA)) Le sfide alla teoria e alla tecnicapsicoanalitica vengono lasciate ai confini del nostro ambito professionale.Evitando linteresse per queste ricerche di confine si protegge la purezzadel lavoro psicoanalitico e si evita di sollevarequestioni provocatorie e potenzialmente sovversive sui limiti e sulle applicazionidella psicoanalisi ((SIGMA)) ricordate sempre che da una scintilla puònascere un incendio, specie quando la scintilla si accende su un mucchiodi legna secca. Spegnetela prima che sia troppo tardi. Kernberg insisteanche su quella che definisce lidealizzazione di Freud a scapito diautori che hanno profondamente ripensato le teorie e la clinica e questopassaggio illustra efficacemente il modo in cui gli analisti vengono preparatia quella che lo stesso Freud definiva una professione impossibile.
La discussione su questi temi èstata avviata nel forum telematico dell International Journal of Psychoanalisiscon larticolo Thirty methods to destroy the creativity of psychoanalyticcandidates che inaugurò lapertura del forumtelematico dellIJPA.
Non sorprende il clamore e leco chequesto scritto polemico ha avuto, considerata la posizione di prestigioattuale dellautore, che come tutti sanno è il presidente dellIPA,ovvero di una delle organizzazioni psicoanalitiche più potenti eprestigiose. E verosimile ipotizzare che questa presa di posizione siada porre in relazione con la crisi dellistituzione psicoanalitica negliUSA. Come è noto il percorso di formazione per gli analisti èmolto lungo e dispendioso e per chi vuole poi salire nella scala gerarchicaè previsto un lungo periodo di formazione attraverso lanalisi didattica.Solo ai didatti viene poi affidato il compito di formare i nuovi analisti.È altresì noto ormai che le richieste di analisi didatticasono diminuite in modo preoccupante, e molte organizzazioni psicoanaliticheormai versano in gravi difficoltà.
Non si può qui tralasciare dimenzionare al lettore che già da molti anni era venuta una criticamolto radicale dellistituzione psicoanalitica, così come ci èstata tramandata, dallo psicoanalista svizzero Johannes Cremerius che neisuoi lavori approfonditi di storiografia aveva denunciato gli abusi e ledeformazioni a cui il OEcandidato analista viene sottoposto nel corso dellasua formazione.
In uno dei primi lavori dedicati allanalisidellIstituzione psicoanalitica Alla ricerca di tracce perdute. Il OEmovimentopsicoanalitico e la miseria dell'istituzione psicoanalitica, (Psicoterapiae Scienze umane, Milano, Franco Angeli, n.3, 1987) Johannes Cremerius giàtracciava lanalisi di come si era evoluto il gruppo degli analisti dellaprima generazione nel tempo, per arrivare poi a smascherare la dannositàdellanalisi didattica.
Ora se consideriamo che i primi lavoridi Cremerius risalgono agli anni 80, possiamo considerare senzaltro tardivaquesta presa di posizione di Kernberg: cè solo da sperare che risultialmeno efficace sul piano pratico, magari eliminando lassurda discriminantetra gli analisti, aprendo le porte a percorsi di formazione che non sianolesivi per la creatività degli aspiranti a questa affascinante professione.
Introduzione
Parte prima
Studi psicoanalitici suiprocessi di gruppo: teoria e applicazioni
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Teoria psicoanaliticae psicologia di gruppo
Identità, alienazionee ideologia nei fenomeni di gruppo adolescenziali
La psicologia di massaalla luce della psicoanalisi
Parte seconda
Dinamiche istituzionalie leadership
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Leadership e funzionamentodelle organizzazioni
La regressione nella leadershipdelle organizzazioni
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Un lettinoin mare: psicoanalisi delle organizzazioni
La dimensione morale dellaleadership
La paranoiagenesi nelleorganizzazioni
Stili di leadership
Parte terza
Applicazioni terapeutiche
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Un approcciosistemico alla scelta delle priorità negli interventi di gruppo
Nuove considerazioni sullecomunità terapeutiche
Parte quarta
Alcune applicazioni allaformazione psicoanalitica
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Problemiistituzionali della formazione psicoanalitica
Autoritarismo, culturae personalità nella formazione psicoanalitica
Trenta modi per distruggerela creatività dei candidati psicoanalisti
Parte quinta
Ideologia, morale ed eventipolitici
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Le tentazionidel conformismo
Ideologia e burocraziacome difese sociali contro l'aggressività
La regressione negli eventipolitici
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