Un testo interessanteriguardo al tema di grande attualità: il rapporto uomo-macchina,con particolare attenzione agli aspetti filosofici e antropologici delproblema. L'autore, ripercorrendo l'opera dei filosofi come Paul Virilioe Pierre Levy, sottolinea come rispetto ai processi odierni di iper-tecnicizzazionela vita dell'uomo contemporaneo (un esempio fra tanti il "telelavoro"),viene sempre più dominata dal rapido sviluppo della tecnologia,rischiando di venire deformata, a partire proprio dal senso di identitàpersonale. Inoltre analizza compiutamente sia le posizioni dei criticidell'uso massiccio delle nuove tecnologie, come Paul Virilio, sia quelledi coloro che enfatizzano le potenzialità di questi mezzi, soprattuttoin campo sociale.
È per questo chequindi risulta di grande interesse la proposta di Fadini di arrivare adelineare una vera e propria "antropologia" della tecnica in grado di tenereassieme le indagini sulle dinamiche di assoggettamento dell'umano ai grandidispositivi tecnico-economici del presente e gli spunti di riflessionesul possibile concretizzarsi di esperienze di oggettivazione nuove, diversecomunque da quelle già istituite.
Indice
1. Corpo, tecnica e identità: L'uomocome essere tecnico; Il principio del diverso; Verso un'antropologia dellatecnica; La mano astuta: Popitz e Gehlen; Lo pèsazio intelligente;Etica dell'immanenza; Lavoro e soggettività; Postilla. Pensare latecnica
2. Margine della metamorfosi: Corpi tecnologici;Psicogeografie; La "cosa ferita"; Agenti di deformazione
Appendice
Mitologie del passato prossimo
Soggetti-ambiente
L'autore
Ubaldo Fadini insegna alla facoltàdi Scienze della Formazione dell'Università di Firenze.
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