di Laura Corbelli e Massimo Fontana
Partiamo dalle coordinate: la mappa
Il titolo di questo volume conduce inevitabilmente verso due possibili riflessioni.
Da un lato la domanda quasi obbligata di natura teorica: puo` dire davvero qualcosa la psicoanalisi in campo di schizofrenia, una sindrome ormai riconosciuta con implicazioni bio-genetiche nella maggioranza dei casi?
La seconda di natura pratica: la psicoanalisi puo` davvero fare qualcosa in campo di schizofrenia?
Entrambe le domande, sebbene spesso affrontate da diversi autori, non sono mai giunte ad una vera risposta o ad una risposta esaustiva e, giustamente, il lettore potrebbe chiedersi che cosa di diverso trovera` in questo testo. Occorre quindi fornire una mappa, una piccola guida con cui seguire i capitoli che compongono questo lavoro.
Parliamo di mappa non tanto perchè vi siano indicati step precisi da effettuare passo passo, raramente questo e` possibile in un testo scritto a piu` mani e ancor piu` in campo di terapia psicoanalitica, dove il passo successivo viene effettuato alla luce di cio` che avviene in seduta di volta in volta tra paziente, associazioni, contenuti, difese, analista. La mappa e` da intendere invece come lo strumento con cui approcciarsi al volume, quello che potremmo in qualche modo paragonare agli occhiali con le lenti rosa di Kant.
Il termine schizofrenia infatti appartiene alla nosografia e ci e` molto utile per distinguere cio` che osserviamo, differenziandolo da altro. Ci e` altresi` molto comodo quando ci troviamo a dover incasellare alcuni sintomi, che altrimenti rimarrebbero come perline vaganti in una scatola, senza poter trovare un filo comune che li renda una collana. Ma oltre a questo non abbiamo molte altre possibilita`.
Il lavoro psicoanalitico si arresterebbe, davanti alla costatazione di una diagnosi condivisa. Il testo invece prevede uno sforzo differente. Passare dalla schizofrenia allo schizofrenico.
Se infatti ogni patologia e` “portata” da un individuo, e` proprio questi che chiede il nostro intervento e non dobbiamo dimenticarci che i sintomi della schizofrenia sono in primo luogo le sue esperienze.
Ora, potrebbe risultare “di moda” parlare di una psicoanalisi duale, non piu` solo rigidamente impostata su canoni ineludibili, quali il lettino e il silenzio. Ma forse le mode ci insegnano qualcosa sull’evoluzione del pensiero e sui sentieri che esso percorre, a volte scoprendo, altre volte rispolverando verita` dimenticate, lasciate indietro in nome di saperi piu` standardizzati e performanti.
La psicoanalisi e` in prima istanza incontro.
Questo ha le caratteristiche peculiari di essere richiesto per una forma di sofferenza esistenziale, piuttosto che avvenire come qualsiasi incontro della vita. Non puo` esserne ignorata quindi la cornice, quella del dolore psichico, e non puo` esserne ignorata la dinamica prima: “io ti vengo a cercare per chiederti aiuto”.
Come tanti grandi hanno sottolineato, la potenza dell’incontro risiede proprio nell’incontro stesso, quando cioe` si apre quel terreno, gia` solcato in noi, dove senza cadere nell’uguale riconosciamo il simile. Dove il simile si mescola e da origine al nuovo.
Dove il nuovo torna all’altro e si affianca ancora al simile. Puo` essere possibile un incontro con lo schizofrenico in questi termini?
Puo` esserci psicoanalisi dove a volte la domanda non e` chiara, un’interpretazione a parole non e` possibile, le situazioni descritte non sono sempre comprensibili?
Secondo gli autori di questo testo, con riferimento anche ai grandi psicoanalisti che hanno portato la loro esperienza nel mondoschizofrenico, si`.
1) Introduzione, di Laura Corbelli e Massimo Fontana
2) Schizofrenia, correlati biologici e psicoanalisi, di Laura Corbelli e Massimo Fontana
3) Semplicemente umani: sull’universalità della follia, di Nancy McWilliams
4) Psicoanalisi e neuroscienze di fronte alla schizofrenia, di Francesca Piazzalunga
5) Incontrare lo schizofrenico: possibilità relazionali nella stanza d’analisi, di Laura Corbelli
6) Per una co-costruzione dialettica del “senso”: schizofrenia, sofferenza e relazione analitica, di Olga Spagnuolo e Salvatore Zito
7) Il rapporto personale come area intermedia tra psicosi e gruppo dei curanti, di Antonello Correale
8) Dentro e fuori la stanza d’analisi: l’intervento in una struttura residenziale psichiatrica, di Enrico Vincenti
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