Percorso: Home 9 Rubriche 9 Editoriale 9 Il DNA digitale del terzo millennio

Il DNA digitale del terzo millennio

8 Feb 13

A cura di FRANCESCO BOLLORINO

Scrivo queste note nella sera del 31 Dicembre, tra una chiamata e l'altra del mio turno di guardia in Pronto Soscorso all'Ospedale S. Martino di Genova.Sono stato "estratto a sorte" e mi è toccato l'onere del turno del Capodanno del nuovo secolo: in fondo in fondo non mi dispiace, mentre il mondo dentro e fuori la Rete, sta correndo all'impazzata ed il nuovo secolo è già sorto nell'Oceano Pacifico e, inseguendo i meridiani, si sta avvicinando da Est, a grandi passi, verso la vecchia Europa è bello star qui a pensare e a interrogarsi su quale futuro ci aspetta, reificando il tutto nella quotidianità del lavoro e dell'assistenza che non ha pause o interruzzioni.Odore di champagne, puzza di polvere da sparo, rumore, l'obbligo di essere felici filtrato attraverso la realtà della libertà di essere tristi.Stanotte metterò on line l'editoriale, aggiornerò ciò che c'è da aggiornare e domani qualche reduce assonnato o insonne di questa notte tanto speciale, tanto normale, avrà modo di leggere e spero meditare sulle considerazioni che seguono. 
In genere sono questi i momenti dei bilanci e dei progetti io vorrei invece provare a tracciare in queste righe quelli che sono i contorni degli scenari che ci aspettano, dal momento che bilanci e progetti possono essere comprensibili solo se contestualizzati.
Ed è proprio di questo che vorrei parlare: del nuovo contesto nel quale questo XXI° secolo vede la luce.

 

bug Y2K

bug Y2K-2Se supereremo indenni questa notte di delirio informatico collettivo, dove legittimi timori si mischiano ad ancestrali millenarismi, ovvero se i server e i routers, i nodi e gli snodi della rete che avvolge il pianeta non andranno in tilt, se l'energia elettrica, la luce e l'acqua non smetteranno di essere distribuite, come paventano i fornitori e come suppongono, incrociando le dita ed altro…, i responsabili della logistica delle Istituzioni che hanno, spesso per tempo, i più all'ultimo momento, predisposto piani "di guerra" degni del terzo conflitto mondiale (stanotte in ospedale siamo in servizio in un numero maggiore di operatori di tutte le categorie che nelle normali mattinate feriali e la speranza è che questo inutile e pittoresco dispiegamento di mezzi sortisca almeno il risultato di evidenziare magagne per troppo tempo trascurate – durante i sopralluoghi connessi all'attuazione dei provvedimenti di "sopravvivenza" si è per esempio accertato che l'Unità Coronarica del Monoblocco Universitario qui a Genova non era stata mai, "casualmente", collegata al gruppo elettrogeno di continuità presente nell'edificio), se i nostri Personal Computer non impazziranno, se tutte le manovre ed i progetti di sopravvivenza andranno in porto, ebbene, un po' assonnati noi tutti entreremo "incolumi" nel nuovo secolo.

Con quali prospettive? Con quali oneri? Con quali potenzialità?

Come saggiamente osserva Italo Calvino nelle sue "LEZIONI AMERICANE": " …..ci affacceremo al nuovo millennio, senza sperare di trovarvi nulla di piu' di quello che saremo capaci di portarvi.", direi che mai nella storia dell'umanità gli ultimi anni di un secolo hanno così radicalmente segnato il cammino degli anni che seguiranno.

Tralasciando l'approfondimento degli sconvolgimenti politici degli ultimi 10 anni, senza dimenticare che il cosiddetto "trionfo dell'economia di mercato" non lascia più alternative possibili e il capitalismo non ha più possibilità di sviluppo ulteriore e/o alternativo: questi sono temi che meglio di me gli economisti hanno e avranno modo di sviscerare ed approfondire.

tshirtVorrei in queste note di inizio secolo soffermarmi su alcune considerazioni connesse con i non più annunciati ma reali e attuali avvento ed affermazione della società dell'informazione di cui POL.it, con sua storia, con le persone che con me la curano e la sviluppano è un piccolo ma significativo esempio.
L'ultimo lustro del millennio ora ora trascorso ci ha regalato una certezza: la nostra società ha acquisito, per mutazione, per ingenieria genetica un nuovo cromosoma che definitivamente verrà tramandato alle generazioni che ci seguiranno: il nostro DNA sociale ha, ora, anche una componente digitale che segnerà in maniera inellutabile ogni passo dell'evoluzione sociale e personale.

Come ho scritto nel primo capitolo del Saggio "ASCESA E CADUTA DEL TERZO STATO DIGITALE":

"Alle soglie del terzo millennio, ciò che i teorici della condizione postmoderna come Jean-Françoise Lyotard avevano immaginato come evoluzione della società postindustriale, ciò che studiosi, vi-sionari e cultori profetici del "pensiero divergente" come Marshall Mcluhan, Vennevar Bush , J. C. R. Licklider , Ted Nelson , Martin Greenberger , Alvin Toffler avevano preconizzato sta per divenire realtà: l'umanità si accinge ad entrare nella cosiddetta era della cono-scenza, dell'information technology, dell'infomation society; è, per usare con una felice immagine di Toffler, la terza ondata che volenti o nolenti, entusiasti o scettici, speranzosi o preoccupati, informati o ignoranti, coinvolti o assenti, con-servatori o innovatori, imprenditori o dipendenti, deci-sori o sudditi, attori partecipi o spettatori passivi, costruttori o fruitori, ci accingiamo tutti a cavalcare. 
È una vera rivoluzione, che non può né deve restare “eternamente permanente”, divenendo semmai il modello per un nuovo tipo d'organizzazione sociale, che coinvolge e sempre più coinvolgerà il nostro modo di vivere, sulle cui cause val la pena ragionare.
L'avvento della società dell'informazione postindustriale è un evento rivoluzionario in quanto non rappresenta una evoluzione "cumulativa" del vecchio "paradigma sociale" sotteso alla "società della macchina", bensì si propone come "nuovo paradigma" incompatibile con il precedente e per ciò stesso portatore di un modello diverso di organizzazione, che lungi dal rappresentare una risposta totalizzante ai bisogni emergenti da una nuova realtà, lungi dall'essere apoditticamente “migliore”, ne potrà divenire in un futuro ormai prossimo una chiave di lettura, comprensione e strutturazione socio-politica più consone a nuovi equilibri che necessariamente diverranno patrimonio accettato delle generazioni a venire.
"

E' un fenomeno dinanzi agli occhi di tutti: sempre maggiori fette della nostra vita sono digitalizzate, entrano a vario titolo nella vitualizzazione progressiva della società di cui INTERNET e la sua diffusione ubiqua non è che una parte consistente ma non unica ancorché forse la più visibile e "spettacolare".

Come dice il futurologo americano Alvin Toffler in un'intervista del 1994 su NEW SCIENTIST:

Non penso si possano capire i cambiamenti di oggi senza rendersi conto della loro natura rivoluzionaria. Abbiamo compiuto una scelta cosciente in questo senso e diciamo che il nostro lavoro nasce da una premessa rivoluzionaria, che ciò che avviene oggi è in effetti un cambiamento di fase, una trasformazione fondamentale di qualche tipo. Diciamo che stiamo passando da una economia della forza bruta a un'economia della forza intellettuale, ed è chiaro che competenze e conoscenza stanno diventando la risorsa centrale per l'attività economica.Se avessi studiato economia mi avrebbero insegnato che i fattori della produzione sono la terra, il lavoro e il capitale. La “conoscenza” non compare in questo elenco.Oggi la conoscenza non solo deve essere inclusa nell'elenco, ma addirittura domina gli altri fattori. Avere la conoscenza giusta al posto giusto e al momento giusto significa meno fatica, meno energia, meno capitali, meno materie prime e meno tempo. Tutti gli altri input della produzione economica per la conversione di elementi naturali in quella che chiamiamo ricchezza possono essere introdotti in modo di gran lunga più efficace ed efficiente attraverso l'applicazione di conoscenza.La responsabilità di questo cambiamento deve essere attribuita soprattutto ai computer?Stiamo parlando di conoscenza in un senso molto più ampio. Non intendo solo dati di computer, ma anche idee. Penso che usiamo la parola quasi nello stesso senso di “cultura”. Quel che è davvero interessante è che crediamo che la natura della tecnologia e la natura dell'economia guidino la natura del cambiamento sociale. Il che ci fa forse sembrare un po' come deterministi tecnologici. Però è la cultura che sempre di più guida la tecnologia e l'economia. L'economia si basa sulla conoscenza e questa si basa sulla cultura. E' Marx messo a testa in giù."

Siamo, in buona sostanza, di fronte all'avvio di una vera rivoluzione paragonabile a quella avvenuta con l'introduzione dell'energia elettrica che in pratica avviò la seconda rivoluzione industriale, giusto 100 anni fa più o meno

Come dice proprio oggi sul "SOLE 24ORE" l'economista americano Lester Thurow il profondo cambiamento in atto può essere rappresentato, nel bene e nel male, da un personaggio come Bill Gates III , l'uomo più ricco del mondo, che "…. non possiede risorse naturali e neppure eseciti. Per la prima volta nella storia dell'uomo, la persona più ricca del mondo possiede solo conoscenza. L'economia basata sul sapere prende quindi il posto dell'economia basata sull'industria.".

bigCredo sia su questi aspetti " di sostanza" che vada concentrata la nostra attenzione: oggi non è in gioco "solo" una sfida tecnologica: il DNA DIGITALE potrà in futuro riconbinarsi e modificarsi ma mai scomparire, anzi ed è proprio sulle ricadute che questo fenomeno ha ed avrà che occorre che noi, lettori ed estensori di POL.it, in quanto avanguardia di un fenomeno in ascesa inarrestabile ma proprio per questo "doverosamente" e "necessariamente" sempre più consci delle implicazioni che esso comporta, ci si confronti e si lavori perchè questo evento rivoluzionario abbia modo di evelvere in una maniera positiva proprio perchè coscienti dei rischi e dei limiti che esso ha, accanto agli indubbi benefici che può portare.
Se penso all'ambito psichiatrico in cui professionalmente agiamo non posso non considerare le problematiche connesse all'infopovertà e all'inforicchezza sia per quanto riguarda i nostri pazienti sia per qunato riguarda i loro familiari, io credo che come operatori della Psichiatria noi non si possa non agire per favorire un uso attento delle nuove tecnologie in questo ambito, INTERNET è un'occasione unica per diffondere informazione ed educazione e credo che la Salute Mentale sia, a livello sociale, uno dei comparti in cui questo è più urgentemente necessario.

Quel che deve nascere, in buona sostanza, è una vera cultura digitale, che io non leggo come superamento dell'attuale status quo ma come una naturale e armonica evoluzone che inevitabilmente comporterà dei riassetti, anche di potere, ma per la quale occorre che la società tutta si prepari adeguatamente e in questo contesto io credo che le persone più attente, come io considero i lettori di POL.it, possono e debbono giocare un ruolo significativo all'interno dei propri ambiti di azione primariamente e più in generale come membri della collettività.

Come osserva Alfred North Whitehead, il maestro diBertrand Russel:

"Il primo passo nella saggezza sociologica sta nel riconoscere che i progressi principali nella civiltà sono processi che quasi distruggono le società in cui si verificano, come una freccia nelle mani di un bambino.L'arte della società libera consiste innanzitutto nel mantenere il codice simboli; in secondo luogo nel non aver paura delle revisioni, per garantire che il codice serva agli scopi che soddisfano una ragione illuminata.Le società che non sanno combinare il rispetto per il loro simboli con la libertà di revisione alla fine sono destinate alla decadenza, o per anarchia, o per lenta atropia di una vita soffocata da ombre inutili."

 

2000-1Io credo che di fronte "al nuovo" queste parole non debbano mai essere dimenticate anche e soprattutt da chi si considera, a torto o a ragione, membro di un'avanguardia intellettuale e/o tecnologica, quale può anco oggi essere considerato un utente avanzato e non "televiso" della rete; a questo proposito, sempre nel saggio ASCESA E CADUTA DEL TERZO STATO DIGITALE, scrivo, nelle conclusioni:

"Nel suo ultimo contributo, scritto prima di morire nel giugno del 1996 e letto in un convegno organizzato in Italia nell'ottobre dell'anno precedente Thomas Kuhn afferma: " La terza tappa (del mio cammino di ricerca NdR.) è notevolmente più recente. E' segnata dall'utilizzazione di una distinzione tra due processi che solitamente vengono fusi nella filosofia del linguaggio, il processo di apprendimento di una lingua da un lato e quello di traduzione dall'altro. Paradossalmente il traduttore radicale di Quine, che mi ha fatto conoscere per primo la traduzione, non è affatto un traduttore ma qualcuno che apprende una lingua." Il mondo dei bit e quello degli atomi possono apparire, ad un'osservazione superficiale, quali realtà incommensurabili con linguaggi a volte profondamente diversi: compito "politico" del Borghese Digitale è e ancor più sarà in futuro quello di creare o, forse è meglio dire, far riconoscere il ponte tra virtuale e reale, divenire in altre parole un "traduttore", possedendo i due vocabolari, in una sorta di bilinguismo indispensabile allo sviluppo futuro della società."

Ecco, credo che in sintesi sia questo l'arduo, ma esaltante compito che spetta a tutti noi, con declinazioni diverse per ognuno in realzione ai ruoli che ogni persona svolge nella società, ma non per questo meno importanti, negli anni a venire.

 

vignettaMentre fuori Internet e la vita corrono veloci forse vale la pena fermarsi a meditare, riposandosi un poco.

Mi auguro che queste note possano essere utili ai lettori della Rivista, quale sorta di promemoria per ciò che ci acccingiamo ad affrontare: la consapevolezza è lo strumento migliore per non trovarsi impreparati di fronte alle sfide non solo tecnologiche degli anni a venire. Nell'accomiatarvi da voi vorrei salutare con un arrivederci il nostro Sponsor Pharmacia-Upjohn che da oggi sospende la sponsorizzazione della sezione NEWS della Rivista; non è un addio ma un arrivederci vista la reciproca soddisfazione che questa prima pionieristica esperienza ha rappresentato per entrambi.

E' nei voti di tutti che appena le attività di rete di Pharmacia-Upjohn si saranno consolidate con la prossima apertura di un sito web istituzionale italiano il rapporto di collaborazione con POL.it possa riprendere in maniera ancora più incisiva di quanto è stato in passato.

Con la forza rappresentata dal sempre crescente numero dei suoi lettori POL.it rappresenta e rappresenterà sempre più in futuro un supporto valido per i nostri inserzionisti e per le loro attività di rete in ambito psichiatrico, che nel reciproco rispetto e nella reciproca indipendenza la rivista sarà sempre lieta di supportare.

BUON NUOVO MILLENNIO A TUTTI!!!!!

Loading

Autore

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Caffè & Psichiatria

Ogni mattina alle 8 e 30, in collaborazione con la Società Italiana di Psichiatria in diretta sul Canale Tematico YouTube di Psychiatry on line Italia