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Tra passato, presente e futuro

11 Feb 13

A cura di FRANCESCO BOLLORINO

Fin dalla sua nascita, come ipotesi di lavoro, POL.it ha appoggiato la realizzazione del primo Congresso Internazionale "INTERNET & SALUTE MENTALE" che si è chiuso con un ottimo successo di pubblico e soddisfazione intellettuale per i partecipanti lo scorso Mese di febbraio.
Ricordiamo ai lettori che gli atti del congresso sono disponibili on line presso il sito appositamente creato dal Dipartimento di Scienze Psichiatriche dell'Università di Genova che ha patrocinato l'iniziativa.

L'indirizzo è : 
spazio bianco http://www2.psichiatria.unige.it

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look at the future

Pochi giorni dopo la fine del convegno di Genova, ho finalmente cambiato il mio vecchio ed infaticabile MAC 165c con un nuovo powerbook G3: questo è il primo editorale che scrivo usando la nuova macchina.
Miè sembrato un passaggio simbolico che meritava di essere celebrato con delle considerazioni che dai lavori del Congresso derivano e che desidero proporre come base di una discussione allargata sui futuri sviluppi delle attività di rete in ambito "psy".
Solo uno sguardo superficiale può far pensare che la rete sia uno luogo paritario, in quanto non siamo tutti uguali nel reale come nel virtuale, ma è certamente un luogo dove è possibile sperimentare quella che Alexis De Tocqueville chiama "eguaglianza delle condizioni" in questo sta la vera portata rivoluzionaria dell'uso di questo strumento e la grande occasione che ci è offerta.
Da qui la possibilità di costruire un nuovo modello di cultura, al di là dei miti sulla comunicazione in rete acutamente messi in rilievo da Rossinella sua introduzione ai lavori congressuali cui rimando, che deve necessariamente darsi delle regole di qualità certificata ma che può e deve crescere anche al di fuori delle istituzioni che possono giocare il loro ruolo certo, ma in un'ottica diversa, che prescinda da vetuste "rendite di posizione", d'altra parte come dice De Tocqueville: « sono tentato di credere che quelle che si chiamiamo istituzioni necessarie spesso non sono che le istituzioni alle quali si è abituati e che, in materia di costituzione sociale, il campo del possibile è ben più vasto di quanto si immaginano gli uomini che vivono in ciascuna società.».

Esiste poi uno specifico psichiatrico che andrebbe considerato e sfruttato la meglio: la nostra è una comunicazione prettamente testuale per cui come si dice in gergo "necessita di poca banda" ovvero di un'attrezzatura semplice e poco costosa per comunicare ed interagire di qui la grande occasione per attivare proprio nell'ambito della nostra disciplina i principi sovraesposti; d'altra parte non mi sembra un caso che a livello mondiale tra le branche della medicina sia proprio l'area psy ad offrire più risorse e non mi sembra un caso che il Convegno di Genova sia stato il primo in questo ambito anche al di la' dello specifico psichiatrico.
Ha scritto Paolo Manzelli commentando i lavori di Genova:« Credo sia stato un mento importante in quanto, anche sul versante epistemologico e sociologico, oggi come oggi in rete si vive una situazione di frontiera instabile nella quale agiscono due strategie mentali che inducono lo sviluppo delle reti interattive. La prima consegue all'idea che sia sufficiente sviluppare il sistema di reti (cavi, fibre ottiche satelliti …) supponendo che il mercato produca da solo il cambiamento. L'altra deriva dalla conoscenza che la comunicazione in rete possa definire un plusvalore se verrà alimentata da uno sviluppo innovativo delle risorse umane (nuove professionalità, adeguamento qualitativo dei contenuti cognitivi, realizzazione di tele-imprese, lavoro telematico…..), finalizzata alla crescita del lavoro ad elevata qualifica intellettuale.»

 

Summing up, io credo di poter affermare che il Congresso di Genova abbia rappresentato un punto di partenza e non di arrivo.
Con quanti con me hanno lavorato alla realizzazione di questo progetto mi ero posto e tuttora mi pongo degli obiettivi per i quali Genova è stata un punto di verifica nel nostro lavoro sul Net :
provare a costruire in Italia, nell'ambito dell'area "psy" cui culturalmente e professionalmente appartengo, una vera cultura di rete che significa provare a costruire contenuti culturali usando questo straordinario strumento del comunicare e provare a favorire la nascita di vere comunità virtuali che possano nella rete e con la rete sviluppare tutte le forme possibili di interazione non solo professionale ma anche "umana".
surfNon dimentichiamo infatti che quando parliamo di una persona che si connette la Net parliamo appunto di un essere umano con la sua vita, la sua storia , il suo lavoro non di un terminale digitale, senza tralasciare quindi speculazioni approfondite sulle tematiche dell'identità in rete, care a Sherry Turkle.
Al tempo stesso come dice Pierre Lèvy: " Il cyberspazio agevola le connessioni, i coordinamenti, le sinergie tra le intelligenze individuali, soprattutto in contesti viventi in cui la condivisione è ottimale, quando gli individui o i gruppi possono individuarsi reciprocamente in uno scenario virtuale di interessi o di competenze e quanto più si accresce la varietà dei moduli cognitivi comuni o reciprocamente compatibili.".

 

Ma quale è la realtà oggi della rete in campo "psy" in Italia, quale è quella emersa dai lavori congressuali?
Proverò a fare un elenco di considerazioni ognuna delle quali forse meriterebbe un editoriale "a parte":

 

1.Internet è indubbiamente un fenomeno in crescita in ambito psichiatrico, ne sono testimoni, dal mio personale osservatorio, non solo gli accessi a POL.it ma le richieste giornaliere di iscrizione alle mailing list gestite dal Dipartimento di Genova dove lavoro.
2.Come è naturale nella realtà della rete accanto ad iniziative più organizzate si stanno sviluppando, positivamente per certi versi, spazi personali di espressività. I siti WEB si moltiplicano e salvo il rischio, che personalmente pavento sempre, dell'autoreferenzialità ( come dice Jacob Nielsen della Sun non è detto che chi parla molto sulla rete abbia cose importanti da dire, potrebbe essere banalmente che ha più tempo da perdere) ciò sta ad indicare una vivacità di stimolazioni intellettuali che necessitano semplicemente di un minimo di coordinazione e di collegamento per divenire una reale e significativa proposta culturale. 
bastiglia3.L'Accademia, come accennavo prima, è praticamente tuttora assente, in Italia, se non con una presenza che sa più di dépliant che di reale desiderio di utilizzo delle potenzialità comunicative e formative del mezzo, rinunciando così in pratica, per il momento, a contribuire, anche per sua parte, alla crescita culturale dello strumento. 
4.Le case farmaceutiche sono anch'esse praticamente assenti dal Net, non nel senso di non esserci ma nel senso di un utilizzo di basso profilo della loro presenza in rete vista per ora o in una chiave pionieristica o in chiave di sperimentazione a basso costo e a scarso coinvolgimento, strategicamente ingiustificata, dal mio punto di vista, ma comprensibile vista la fondamentale ignoranza delle realtà più vive della rete da parte dei loro referenti tradizionali.
5.Tutte o quasi le realtà presenti sul WEB, ivi compresa la rivista che dirigo, non fruttano a pieno le potenzialità del mezzo, nel senso che spesso non sono altro che una trasposizione sul Net di un'impostazione cartacea tradizionale di comunicazione: ancora molta strada va fatta in questo campo e solo con la crescita di un lavoro di gruppo che coordini e ottimizzi saperi diversi si potrà arrivare a quella reale scrittura ipertestuale che è propria dello strumento di cui stiamo parlando e che, sola, può garantirne il vero salto di qualità.
6.Il livello di partecipazione "attiva" alla vita della rete è tuttora percentualmente basso ovvero l'attitudine passivo-televisiva cui siamo generalmente e tragicamente abituati viene riproposta in rete, nell'attesa messianica che la rete appunto autoproduca quella cultura e quell'informazione che invece deriva dal lavoro duro e sperabilmente coordinato di collettivi intelligenti.

 

Avviandomi alla conclusione, provo a guardare oltre la realtà dell'oggi e proporre nuovi traguardi da raggiungere:

Io credo che nell'utilizzo della rete si sia ad un'importante punto di svolta che in qualche maniera il congresso di Genova non solo nella sua fase propriamente congressuale ma anche e soprattutto nella sua lunga e faticosa gestazione, simbolizza e segna come "paletto" da cui e su cui poter fare alcune riflessioni prospettiche.
Io credo che l'uso della rete in area psy vada verso una più' matura professionalizzazione che significa primariamente un uso più' attento delle risorse e uno studio approfondito delle potenzialità' del sistema in termini di utilizzo clinico e formativo.
badgeIo credo che molto cammino vada fatto nell'organizzazione di "collettivi intelligenti" che sviluppino e elaborino progetti di rete e con la rete adatti alla soluzione di problematiche anche pratiche connesse alla quotidianità' del nostro operare.
Io credo che un grosso spazio dovrà' esistere in futuro nel campo dell'editoria elettronica sul Net; e' un campo ancora sperimentale in cui assieme alla redazione tutta come editor di POL.it spero di dare un valido contributo, come un valido contributo lo potranno dare le Associazioni come la S.I.P. contribuendo a stabilire delle regole certe per la certificazione dei siti e dei contributi on line, via indispensabile anche per una valutazione certa del valore dei lavori pubblicati in rete.

Io credo infine che sia fondamentale riuscire a costruire momenti di verifica in rete e nella vita reale onde favorire un costruttivo confronto di esperienze che debbono essere diverse come diversi siamo noi tutti ma che non per questo non possono trarre dal confronto nuova linfa e stimolo al cambiamento e in questa logica sono lieto di annunciare che il secondo congresso "INTERNET & SALUTE MENTALE" si terrà qui a Roma alla fine del 1999, organizzato logisticamente dall'Università Cattolica del Sacro Cuore, con il contributo scientifico di quanti hanno già collaborato al lavoro di preparazione per Genova e di quanti, spero molti, vorranno unirsi a noi.

 

Parafrasando De Tocqueville concludo dicendo che spero di avere scritto queste note senza preconcetti, ma non pretendo di averle scritte senza passione.

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