Fin dalla sua nascita, come ipotesi di lavoro, POL.it ha appoggiato la realizzazione del primo Congresso Internazionale "INTERNET & SALUTE MENTALE" che apre i battenti proprio questo mese in contemporanea con l'uscita del nuovo numero della Rivista. In questi mesi POL.it ha sempre inserito il LOGO del convegno in questa pagina e ha ospitato, come mirror, le pagine del sito di presentazione dell'iniziativa.Il convegno rappresenta un momento di confronto internazionale importante, la prima occasione di questo genere in Italia e nel mondo per un dibattito professionale sull'uso della rete in ambito Psy.
Durante le due giornate congressuali sarà possibile seguire "on line" i lavori collegandosi allo spazio web appositamente predisposto dal Dipartimento di Scienze Psichiatriche dell'Università di Genova, organizzatore dell'evento.
Di fronte allo sviluppo esponenziale , all'esplosione potremmo dire a livello planetario del fenomeno “INTERNET” di cui il Convegno di Genova con il suo scegliere come primario topic proprio l'uso della rete nell'ambito della nostra pratica professionale ne è esemplificazione significativa, io credo che ci si debba cominciare a porre delle domande di fondo sul significato dell'essere in rete, dell'uso della rete al di là dello “specifico psichiatrico o psicologico ” in quanto in quest'ottica l'area “psy” non è diversa da altre aree dell' umano sapere.
Io credo che l'avvento delle tecnologie di rete, di questa rivoluzione comunicazionale che è di fronte agli occhi di tutti, metta in evidenza come ci si trovi di fronte a quello che il filosofo della scienza Thomas Khun chiama “ un salto di paradigma”.
Cito da “La vita sullo schermo” di Sherry Turkle:
“ Chiunque si trova a lavorare con paradigmi nuovi, si mette in una posizione marginale, poichè ancora non esiste una disciplina codificata e le sensibiltà più tradizionali sono state in genere attirate verso campi intelletuali meno caotici”.
Io credo che questa frase ben fotografi l'attaule situazione: è indubitabile che per ora nell'uso della rete ci si muova “ai margini”, nel senso che la rivoluzione che la rete rappresenta nella fruizione, nella costruzione e nella diffusione della conoscenza non si può affermare che sia già da ora patrimonio acquisito dell'Accademia e non potrebbe essere altrimenti visto che, come dice Gianni Vattimo, la Rete può rappresentare il collante tecnologico dell'era postmoderna e postindustriale che stiamo vivendo e la dissoluzione di quella cultura centralista e centralizzata, con una logica che prevede un movimento monodirezionale dal centro verso una periferia e che ha dominato la crescita e l'affermazione del Pensiero, almeno di quello “ufficialmente” fino ad oggi riconosciuto.
Come amo dire la Rete è lo strumento di comunicazione privilegiato di una nuova classe, trasversalmente diffusa al di là dei confini delle nazioni, un “terzo stato digitale”, ancora alla ricerca di una sua chiara coscienza di classe che momenti come quello che vivremo a Genova spero contribuiscano a far crescere.
Ci troviamo ad un bivio:
lasciare che un processo di omologazione e di controllo verticale renda questi strumenti simili agli altri strumenti del comunicare che fino ad oggi si sono usati o assecondare le tendenze più positive dell'evoluzione in corso dandoci un progetto di “nuova civilizzazione” incentrato sui collettivi intelligenti, da cui discende una intelligenza collettiva nuova ed in costante movimento e revisione.
Scrive Lèvy: « Si è quindi passati dalla messa in pratica di saperi stabili, che costituivano lo sfondo dell'attività, alla formazione permanente, continua navigazione in una conoscenza che ha ormai assunto una posizione di primissimo piano. Il sapere, che un tempo si manteneva sullo sfondo, appare oggi come figura mobile.»
La tecnologia di comunicazione digitale di rete ha fondamentalmente tre caratteristiche: delocalizza, nel senso che accorcia le distanze e mette a disposizione risorse remote un tempo difficilmente ricuperabili, rende partecipi, nel senso che il fruitore dell'informazione può facilmente, se lo vuole, divenire emettitore di informazione contribuendo alla costruzione di un sapere distribuito e cooperativo, rende dialettici, nel senso che essa contiene intrinsecamente una tensione argomentativa tra pari che possono mettere in comune e confrontare le proprie esperienze.
Nel momento in cui, con gli altri membri del comitato scientifico, abbiamo pianificato i lavori di questo congresso non ci siamo posti l'obiettivo di offrire una panoramica esaustiva delle problematiche di tipo pratico e filosofico che l'uso di queste tecnologie porta con sé, volevamo e vogliamo provare ad avviare “un discorso”, a offrire degli spunti di meditazione e discussione, tessere di un mosaico in via di definizine, che spero troveranno proprio sulla rete, in POL.it e in altri siti, modo di svilupparsi ed allargare i propri orizzonti.
Il Convegno di Genova vuole essere un punto di partenza non di arrivo.
Buona lettura del nuovo numero di POL.it!!!
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