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Il profeta, seconda favola di Natale

24 Dic 18

A cura di FRANCESCO BOLLORINO

Nel 1989 ho pubblicato per l'editore Marietti un libro di favole, si intitolava "IL BAMBINO A ESPANSIONE ED ALTRE STORIE".

E' stato un figlio sfortunato della mia creatività: nonostante l'ottima critica e la straordinaria bellezza dell'edizione, impreziosita da 14 tavole originali del Maestro Lele Luzzati, il libro ha avuto una diffusione molto limitata (come spesso accade quando si pubblica per piccoli, ancorché prestigiosi, editori).
Come tutti i figli sfortunati è per me il più amato, quello in cui più si riflette la mia personalità.
Due Natali fa, vi confesso che a me le ricorrenze fanno sempre un certo effetto e continuo imperterrito a commuovermi vedendo "La vita è meravigliosa" di Frank Capra, proposi nell'allora nascente Psychiatry on line Italia una delle favole contenute nel volume, lo rifaccio oggi per un pubblico più vasto quale è l'attuale di POL.it, per le stesse ragioni per cui lo feci allora e che posono essere riassunte nel testo che introduceva alla lettura delle mie storie:

 

"Vi è un'epoca nella vita di ognuno,
in cui le favole sono isole fatate e meravigliose,
tornati dall'infanzia esse diventano solo parole,
io continuo a pensare siano isole fatate e meravigliose.
Le favole sono scritte con la lingua del cuore,
non è l'unica lingua che conosco ma è quella che preferisco.
Io so perchè è importante, per me, scrivere favole,
voi sapete perchè è importante, per voi, leggerle."

Oggi questa favola è tornata in libreria assieme ad altre 28 nel volume IRIS che può essere acquistato anche on line seguendo il link.

Buona lettura e visissimi auguri dal sottoscritto e dalla redazione tutta di POL.it!!!!

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C'era una volta un Profeta.
Egli viveva, da monaco, da tempo immemorabile, in un monastero sulla cima di una montagna.
Era un vecchietto arzillo e molto candido, proprio l'opposto dell'immagine che ci si e' sempre fatta dei Profeti: tiponi un po' lugubri e fondamentalmente iettatori.
Egli era dotato di un potere strano e misterioso: la notte di Natale, allo scoccare della mezzanotte, per ventiquattro ore era in grado di vedere il futuro di chi lo interrogava.
Ben presto, ed eran passati molti anni da allora, questa sua dote era divenuta nota in tutto il mondo e i Potenti della Terra facevano a gara per accaparrarsi il privilegio di poter conoscere il loro destino.
I Santi Monaci e il nostro Profeta, che non uscivano mai dalla Clausura, non capivano come mai, alla loro messa di Natale, si presentassero soltanto signore ingioiellate, militari in alta uniforme e dignitari impellicciati e mai la povera gente che gremiva la loro chiesa, durante tutte le altre funzioni dell'anno.
Se solo, pero', avessero sporto il naso dove iniziava l'erta china che conduceva al Monastero, avrebbero visto i blocchi stradali imposti da tanti giorni prima e il commercio dei lasciapassare che veniva fatto a prezzi da capogiro.
Finita la funzione, il Profeta si sedeva accanto all'altare e, ad uno ad uno, riceveva i ricchi e potenti questuanti e a tutti, guradandoli negli occhi, rivelava la verita' riguardo al loro futuro: ed era una verita' vera, in quanto il suo potere non gli permetteva di mentire.
Gli anni passavano, le funzioni di Natale si accumulavano sempre eguali e il vecchio Profeta andava sempre piu' intristendosi: tutte le sere, nel chiuso della sua celletta, egli pregava Iddio perche' illuminasse la sua mente, per ritrovare quella serenita' che sentiva ormai irrimediabilmente perduta.
Una sera, facendosi coraggio, i monaci son come fanciulli, ando' a bussare alla porta del Priore del Convento.
Il Priore era molto vecchio e molto saggio e subito si accorse del turbamento che pervadeva l'animo del suo confratello.
"Siediti qui accanto a me e aprimi il tuo cuore, perche' io possa, a Dio Piacendo, trovare il modo di sanare le tue ferite"
"Ho paura di aver perso la Fede, Fratello. Mi sembra che tutto quanto ho fatto in questi anni non abbia costruito un solo gradino della scala che porta in Cielo: mi sento triste e tanto confuso"
" Vedi, Fratello, io ero gia' Monaco quando, tanti anni fa, ti raccogliemmo bambino alla porta del Convento e ti facemmo crescere, tra di noi, secondo la Santa Regola della Clausura. Essa e' accettabile per chi, come me, ha scelto deliberatamente di volgere le spalle al Mondo ma, anche se tu, che mai fosti da noi obbligato, hai voluto vivere, per tanto tempo, chiuso tra queste quattro mura, puo' essere che Iddio, con questa sofferenza che ti ha donato, abbia voluto mettere alla prova la tua saldezza e la tua santita'"
" Cosa intendi dire, Padre Santo? "
" Intendo dire che e' ora che tu, anche e con molto ritardo, vada per il Mondo e lo conosca, finalmente, e che, solo dopo averlo conosciuto, decida, serenamente, se tornare qui a finire i tuoi giorni "
" Ma dove andro', Padre Santo? Io non conosco nulla al di fuori di qui! "
" Vedi, Fratello, in tutti questi anni tu hai donato la tua Virtu' profetica a tante persone che sono passate da qua il giorno di Natale; noi, tuoi confratelli, abbiamo raccolto di tutti il loro nome e l'indirizzo in questo libro, che ti servira' nel tuo viaggio: che' tu molto hai dato loro ed essi, certo, molto ti daranno"

Con la sua rubrica sottobraccio il Profeta comincio' cosi' a percorrere le strade del Mondo, ricevendo pero' solo grosse delusioni: ogni volta che arrivava in una nuova citta' egli cercava l'indirizzo di una persona da lui illuminata per andare a chiedere un poco di conforto ed ospitalita' ma, invariabilmente, veniva respinto: se aveva profetizzato gioie e ricchezze egli non veniva neppure riconosciuto; se aveva, invece, visto nel futuro dolori e sciagure, ben fissa nella mente della gente era la sua figura. Ma poiche' veniva associata ai guai, essa era vista come causa degli stessi, per cui, piu' di una volta, il Profeta aveva dovuto fuggire inseguito dagli improperi e, a volte, dalle pietrate.
" E' ben strano questo Mondo, se non conosce il senso della gratitudine edell'ospitalita' " – si diceva l'uomo sempre piu' demoralizzato.
Abbandonato l'inutile libro, sempre piu' triste e sempre piu' macilento, il Profeta decise di lasciare quel mondo che non capiva e di fare ritorno trale mura protettrici del Convento, ma la strada era lunga e faticosa e le forze scarse; cosi' accadde che una sera, vinto dagli stenti, egli stramazzo' al suolo proprio davanti alla porta di una casetta, ai margini di un bosco.

" Buongiorno, Nonno, e ben trovato. Se non avessimo sentito il rumore, ieri sera, saresti certamente morto di freddo, la' fuori.", gli disse il giovane contadino proprietario della casetta, la mattina dopo.
Con la moglie e il figlioletto avevano atteso attorno al letto che il vecchio si svegliasse." Vi ringrazio, figlioli, – rispose il Profeta – ora sara' meglio che riprenda il mio cammino.".
" Che fretta hai di andare via?" – disse la mamma.
" hai forse qualche appuntamento importante?" – chiese il papa'.
" Beh, veramente no." – rispose il vecchio.
" Allora prendi le cose con calma, non mi sembri nelle migliori condizioni per affrontare un viaggio" -disse il papa'.

" In effetti, non mi sento molto in forze, ma non vorrei approfittare della vostra ospitalita'."
" Noi non ti regaleremo nulla, nonno: non potremmo neanche permettercelo.Io e mia moglie lavoriamo la terra e non abbiamo nessuno che badi al bambino: ecco, potresti farlo tu e noi, in cambio, potremmo mantenerti incasa, finche' non ti sarai completamente ristabilito.
Dividerai con noi cio' che avremo da dividere, non e' un granche' come proposta, ma se ti accontenti……………….."
" Mi sono sempre piaciuti i bambini" – rispose il Profeta.
Inizio' cosi' per lui una nuova vita.

Ora, avvenne che arrivo' il Natale ed il Profeta avverti', dentro di se',che il prodigio della preveggenza si stava compiendo.
Si trovava a tavola a partecipare al povero cenone organizzato dalla sua nuova famigliola.
" E' giunta l'ora che vi riveli chi sono. Io provengo da un Monastero. Avendo fatto voto di poverta', nulla possiedo di terreno, pero' Iddio mi ha donato la capacita' di vedere il futuro, con precisione e certezza. Una volta mi dissero che questa dote era molto famosa, nel Mondo di fuori, e, in effetti, in tanti anni passarono davanti a me persone di tutte le razzee di tutte le zone della Terra."
" Nonno, sei dunque tu il famoso Profeta della Montagna? – chiese il papa'- Da tanto tempo avremmo voluto incontrarti e chiderti lumi sul nostro futuro."
" Ma perche' non siete mai venuti? Il giorno di Natale il nostro Convento era aperto a chiunque volesse incontrarsi con me."
" Assolutamente impossibile! " – rispose il papa'.
" Cosa dici figliolo? Non ti capisco."
" Non avremmo mai avuto i soldi per salire fin lassu'."
" Continuo a non capire. Non abbiamo mai chiesto danaro a nessuno! "
" Dunque voi non sapevate che le strade per il Convento erano presidiate e che solo pagando cifre salatissime si poteva salire? "
" Non sapevamo nulla, ma adesso che ho conosciuto il Mondo, mi capacito di come possa essere accaduta una cosa del genere. Ma almeno con voi potro', stanotte, riparare ai torti che tanti hanno subito, per indiretta causa mia."
" Potrai dunque rivelarci il futuro?" – chiese la mamma.
" Certo, bastera' guardarvi negli occhi per vederlo scorrere davanti a me."
" Del futuro mio e di mio marito poco importa: sappiamo che il nostro destino sara' sempre sgobbare sotto il sole; nostro figlio, invece, e'piccolo ed ha ancora da sbocciare: di lui vorrei sapere il futuro, pervedere se le nostre fatiche avranno, alla fine, un premio. Nonno, dicci cosa gli accadra'."
Il vecchio prese tra le braccia il bimbo e come tante volte aveva fatto lo guardo', stavolta, pero', con occhi diversi, e vide.
Vide fame, carestia; vide una guerra, vide una deportazione, vide stenti e fatiche, vide la morte nella solitudine della prigionia, carne da macello tra altra carne da macello.
Il vecchio alzo' gli occhi e guardo' i volti in trepida attesa dei giovani sposi, sorrise loro e disse:
" Ha un grande futuro il nostro principino, per lui vedo solo gloria, fortuna e tanta felicita'!"
" Tu non ci inganni, nonno?" – disse il papa'.
" Come potrei, io debbo sempre dire la verita'! "

Fu cosi' che, per la prima volta in vita sua, il Profeta menti', perse il suo potere e conquisto' il Paradiso.

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