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Cose da Pazzi. Dura polemica tra psichiatri e psicologi attorno al DSM 5

26 Mag 13

A cura di Rolando Ciofi


Riporto di seguito la traduzione di due articoli prelevati dal sito dell'amico e collega Marco Focchi che illustrano molto bene i termini dell'aspra polemica, sviluppatasi tra il principale organismo che rappresenta gli psicologi clinici della Gran Bretagna la British Psychological Society e l'Associazione psichiatrica americana per i disturbi mentali.che ha curato  l'ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico DSM V.

Come si può vedere il tema dell'equilibrio tra farmaci e psicoterapia (perchè alla fine di questo si tratta) nel campo del disagio psicologico è tuttora attualissimo. 

Tema non solo collegato al benessere psicofisico dei cittadini ma anche alla grande economia qualora si considerino le enormi cifre di denaro che, attraverso farmaci e case farmaceutiche, finiscono invitabilmente per influenzare il dibattito. 

Come psicologo propendo indubbiamente per le tesi della British Psychological Society, mi sembra doveroso però aprire un dibattito anche su queste pagine.

Il braccio di ferro tra psichiatria e psicologia
di Allen Frances

Le organizzazioni più accreditate per rappresentare gli interessiI dei professionisti della salute mentale e dei pazienti attualmente non rendono loro un buon servizio. È iniziato un periodo davvero insensato, in cui le assurdità proposte dall'American Psychiatric Association, l'Istituto Nazionale di Salute Mentale e la British Psychological Society entrano in conflitto tra loro. Maggio, evidentemente, è il mese più crudele per la salute mentale.

Tutto è iniziato con l'offerta da parte del DSM-5 delle sue nuove e infondate diagnosi, che etichetteranno in modo fuorviante milioni di persone che stanno bene ma sono un po' preoccupate in malati mentali, trasformando l'attuale inflazione diagnostica in iperinflazione, e distogliendo l'attenzione e le risorse dalle persone che hanno davvero bisogno di aiuto.


L'Istituto Nazionale per la Salute Mentale ha poi incautamente considerato non valide tutte le diagnosi basaste sulle sindromi DSM. L'Istituto però non ha oggi nulla da offrire al loro posto se non la promessa, sopravvalutata e irrealizzabile, di un futuro modello della malattia mentale strettamente biologico che richiederà decenni perché venga messo a punto – ammesso e non concesso che possa essere realizzato. Nonostante la sua denominazione, l'Istituto Nazionale per la Salute mentale sembra aver perso ogni interesse per lo stato attuale di salute mentale dei pazienti che, negli Stati Uniti, subiscono i draconiani tagli di bilancio e soffrono di un sistema di cura completamente disorganizzato .

La British Psychological Society ha ora imboccato la propria via agli di atteggiamenti estremisti, proponendo un donchisciottesco cambio di paradigma, spostandosi dall'idea che il cervello abbia alcunché a che vedere con la malattia mentale o che la schizofrenia e il disturbo bipolare siano concetti in qualche modo utili. L'idea proposta è che invece che come problemi di salute mentale questi disturbi debbano essere inquadrati in primo luogo in termini psicologici e sociali.

Questa è una follia del tipo Alice attraverso lo specchio. Il riduzionismo biologico dell'Istituto Nazionale per la Salute Mentale trova un assurdo riflesso nel riduzionismo psico-sociale della British Psychological Society . I dirigenti responsabili di potenti organizzazioni dovrebbero avere idee migliori che non quella che malattie mentali complesse possano essere ridotte a risposte semplificative e riduzioniste.

Abbiamo bisogno di un modello di malattia mentale attento agli aspetti biologici, a quelli psicologici, e a quelli sociali. Abbiamo bisogno di persone responsabili che rispondano agli attuali bisogni insoddisfatti dei pazienti – che non si lascino incantare da grandi progetti utopici proiettati in un lontano futuro e che si interessino ai problemi urgenti posti dal presente.

Il DSM-5, l'Istituto Nazionale per la salute Mentale, e la British Psychological Society hanno tutti commesso errori dello stesso tipo: hanno tutti promesso prematuramente un grandioso cambiamento di paradigma che non è neppure lontanamente possibile. I cambiamenti di paradigma emergono dalle nuove scoperte scientifiche, non da dichiarazioni che risultano essere mere spacconate, per quanto ben intenzionate.

Manuale diagnostico statistico (DSM). Il più letale imbroglio della psichiatria. DVD

I pazienti e gli operatori sono ridotti a essere gli effetti collaterali di questa polemica ridicola. I pazienti che hanno bisogno di aiuto possono anche perdere fiducia in un Istituto di Salute Mentale che sembra essere così confuso e così confusivo. Gli operatori in genere sono persone modeste e competenti e meritano una guida diversa, che non sia così arrogante e maldestra.

È giunto il momento di avere in mente una precisa domanda quando si preparano manuali diagnostici o quando si fanno affermazioni sulla malattia mentale, destinate a essere ampiamente diffuse: "Quel che diciamo potrà favorire o potrà ostacolare l'accesso dei nostri pazienti a cure di qualità?


Il mio appello all'American Psychiatric Association, all'Istituto Nazionale di Salute Mentale, e alla British Psychological Society è che ci risparmino le vuote promesse di cambiamenti prematuri di paradigma e che invece ci aiutino a prenderci cura dei nostri pazienti.

Allen Frances è un professore emerito alla Duke University ed è stato il presidente della task force del DSM-IV.

Fonte: Huffington Post del 25 maggio 2013

La presa di posizione ufficiale della British Psychological Society contro il DSM

di Jamie Doward

Secondo il principale organismo che rappresenta gli psicologi clinici della Gran Bretagna non c'è nessuna prova scientifica che diagnosi psichiatriche come schizofrenia e disturbo bipolare siano valide o anche solo utili.

Con una mossa dirompente, che ha già provocato una feroce reazione da parte degli psichiatri, la divisione di psicologia clinica (DCP) della British Psychological Society  pubblicherà lunedì una dichiarazione dove si asserisce che data la mancanza di prove, è il momento per un "cambio di paradigma" nel modo in cui vengono considerati i problemi di salute mentale. La dichiarazione mette effettivamente in dubbio il modello biomedico predominate della psichiatria sul disagio mentale – l'idea cioè che le persone affette da problemi mentali siano curabili dai medici attraverso l'uso di farmaci. Il DCP ha affermato che la decisione di esprimersi sulla questione "riflette le sue fondamentali preoccupazioni sullo lo sviluppo, sull'impatto personale e sul nucleo di ipotesi alla base dei sistemi diagnostici", utilizzati dalla psichiatria.

La dott.ssa Lucy Johnstone, psicologa clinica, una delle consulenti che hanno contribuito a redigere la dichiarazione del DCP, ha sostenuto l'inutilità del punto di vista che considera i problemi di salute mentale come malattie con cause biologiche.

" Vi è ora al contrario la prova schiacciante che le persone entrano in crisi a causa di un insieme complesso di circostanze sociali e psicologiche: il lutto e la perdita affettiva, la povertà e la discriminazione, i traumi e gli abusi", ha detto la dottoressa Johnstone. La provocatoria dichiarazione del DCP è stata pensata in tempo perché uscisse poco prima della pubblicazione del DSM-5, la quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dell'Associazione psichiatrica americana per i disturbi mentali.

Il manuale è stato accusato di ampliare la gamma di problemi di salute mentale che vengono classificati come disturbi. La quinta edizione del testo, che esce a due decenni di distanza dalla precedente, classificherà per esempio le manifestazioni di lutto, le crisi di collera e le preoccupazioni per il proprio stato di salute come malattie mentali collegate rispettivamente al disturbo depressivo maggiore, al disturbo disturbo nella regolazione dell'umore e al disturbo somatoforme, .

Le omissioni del manuale provocano polemiche come le inclusioni. Il termine "disturbo di Asperger" non apparirà infatti nel nuovo manuale, e i suoi sintomi saranno invece classificati come "disturbo dello spettro autistico", termine di nuovo conio.

Il DSM è utilizzato in diversi paesi a vari livelli. La Gran Bretagna utilizza un manuale alternativo: la classificazione internazionale delle malattie (ICD) pubblicato dall'Organizzazione mondiale della sanità, ma il DSM è tuttavia molto influente e controverso.

Lo scrittore Oliver James, formatosi come psicologo clinico, ha accolto con favore la decisione del DCP di esprimersi contro le modalità di diagnosi psichiatrica, e ha sottolineato la necessità di allontanarsi da un modello biomedico di disagio mentale per muoversi verso uno che tenga conto dei fattori sociali e personali.

Nell'Observer di oggi, James dichiara: "Abbiamo bisogno di cambiare in modo fondamentale l'organizzazione della nostra società per dare ai genitori migliori possibilità di andare incontro alle esigenze dei bambini e per evitare le ricadute negative nell'età adulta."

Il professor Sir Simon Wessely, membro del Royal College di Psichiatria e docente di psicologia medica al King College di Londra, ha tuttavia sostenuto che è un errore affermare che la psichiatria si è concentrata esclusivamente sulle cause biologiche del disagio mentale. In un articolo dell'Observer asserisce inoltre che è indispensabile creare sistemi di classificazione per i disturbi mentali.

"Un sistema di classificazione è come una mappa", spiega Wessely. "E proprio come ogni mappa è provvisorio, pronto per essere modificato man mano che il paesaggio cambia. Lo stesso vale per la classificazione dei disturbi mentali."

Fonte: The Observer, 12 maggio 2013

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