La nuova POL.it ha compiuto il giorno 7 giugno il suo primo mese di vita e, lungi dall’essere definitivi, è ora di fare in pubblico i primi bilanci di questo nuovo corso, costato fatica e impegno durati diversi mesi prima della sua pubblicazione sul web. La prima considerazione e' di metodo e di merito: in maniera sibitanea merito essenzialmente dei 30 colleghi/amici che hanno generosamente aderito all'idea di aprire RUBRICHE/BLOG sul sito siamo passati da una latente statiticita' (non solo "informatica") ad una dinamicita' veramente notevole: ogni giorno compaiono nuovi contenuti sulla rivista con un ritmo a cui, credo, gli stessi lettori debbono abituarsi ma che ritengo sia la "vera" novita' della Rivista al pari del suo essere divenuta un luogo interattivo con uan vocazione "comunitaria" non tanto al passo coi tempi qunato, a mio vedere al passo con una necessita' impellente di tutta l'area "PSY" in Italia.
I numeri intanto: 50.000 pagine viste. 20.000 lettori unici.
Gli articoli più letti sono stati quelli dedicati all’abolizione del Piano terapeutico per gli antipsicotici e quello dedicato all’uscita del DSM 5.
Tra le rubriche in generale molto lette l’articolo più cliccato è stato “Cose da Pazzi. Dura polemica tra psichiatri e psicologi attorno al DSM 5” di Rolando Ciofi.
L'ottimo counter della rivista ci da altri dati che val la pena riportare: sono state viste 2148 pagine ovviamente con indici di accesso diversi dalla singola lettura a lle 1215 viste della notizia sull'uscita del DSM 5 e alle 1713 viste della news sull'abolizione del piano terapeutico di cui sopra. In Generale mi pare evidente che la massa enorme di pagine presenti sul sito rappresenti un patrimonio che i lettori apprezzano ma che dovrebbero, per me andare a scoprire, da se' senza affidarsi alla ricerca su GOOGLE che la fa da padrona come modalita' di arrivo al sito. Altri dati interessanti tratti sempre dalle statistiche: sono state oltre 2000 le ricerche effettuate dai lettori, un dato incoraggiante in relazione a qunato sopra detto e circa 2000 gli "errori" correlati ai vecchi bookmark che non funzionano piu' data la nuova strutturazione informatica del sito. Per altro il cambiamento ha comportato una diminuzione della visibilita' della rivista sui Motori di Ricerca a causa della necessita' di una completa ricatalogazzione dei suoi contenuti. Occorra' del tempo ma appena terminata la scansione dei nuovi indirizzi Psychiatry on line Italia tornera' come e' stato in tutti questi anni a svettare in tutte le classifiche di ricerca di contenuti attinenti al suo specifico. Ottime performances in linea con i dati anche della precedente versione statica di Psychiatry on line Italia per le LEZIONI SU LACAN, per IL REPERTORIO DELLE SCALE DI VALUTAZIONE IN PSICHIATRIA e per RILEGGENDO FREUD a conferma che risulta, per la rivista, vincente il mix di informazione e contenuti oggi corroborati dalle molte Rubriche create in questo mese per la generosa offerta di collaborazione fatta da tanti colleghi che voglio qui ringraziare pubblicamente nella certezza che in tanti seguiranno il loro esempio.
Tutto oro? Direi di no: accanto, infatti, agli accessi in linea col passato e in tendenza verso la crescita anche per il necessario periodo di apprendimento per i lettori della nuova strutturazione e organizzazione contenutistica del sito, accanto al successo, come detto, dell’iniziativa delle RUBRICHE arrivate a oggi al ragguardevole numero di 24, davvero notevole considerando che ciò è accaduto in un solo mese, ciò in parte deve ancora avvenire è il coinvolgimento diretto dei lettori alla vita della rivista, per un deciso e reale salto di qualità verso la connotazione 2.0/social che abbiamo dato al nuovo corso, così come la tendenza al “modi e fuggi” da parte dei lettori che sembrano far prevalere l’accesso o tramite motore di ricerca o tramite singola segnalazione seguita ma a cui non fa seguito, nella maggioranza dei casi, come si evince dal basso rapporto tra lettori unici e pagine viste prevalendo sembra la singola visione rispetto alla ricerca per latro realizzabile attraverso l'ottimo motore di ricerca interna di cui e' dotato il sito, un approfondimento personale dei contenuti della rivista che, per altro, contiene oltre 4000 pagine che meriterebbero una ricerca personale dei contenuti che possono interessare e che CERTAMENTE, lo dico con orgoglio, ci sono basta avere la pazienza di trovarli senza attendere che questo lavoro lo faccia GOOGLE o qualcun altro al posto nostro… Il punto più dolente è rappresentato dal livello di partecipazione attiva che lievita sì ma lentamente: da un lato abbiamo circa 400 iscritti (un numero buono considerata la novità e considerato il vincolo di essere operatori della Salute Mentale per potersi iscrivere, ma un numero che mi auguro cresca rapidamente essendo il bacino di utenza potenziale comunque molto vasto davvero anche con tale autolimitazione) dall’atro un basso livello di interazione, nel senso di pubblicazione di commenti ai contenuti e/o apertura di discussioni on line. Mi sono posto la domanda del perché e alcune delle risposte potrebbero essere: la novità di una rivista prima solo DA LEGGERE e ora anche con cui interagire, la prevalenza dell’abitudine un po’ cannibalesca di delegare a Facebook il ruolo di Social Network per lo scarso o nullo impegno che comporta in un “come se” che una partecipazione attiva a Psychiatry on line Italia non consente e rende il senso di appartenenza più impegnativo. Per altro iscriversi a Psychiatry on line consente di partecipare al progetto di disegnare una mappa di tutti gli operatori della Salute Mentale in Italia con vantaggi sia per gli utenti che possono rintracciare i professionisti sia per i professionisti che possono rintracciarsi fra di loro.. ma anche qui solo attraverso la partecipazione attiva di tanti si potra' raggiungere un risultato di tal fatta….
Quel che è certo è che la strada imboccata da POL.it è senza ritorno e la sfida è lanciata anche nei confronti della passività imperante e della delega strisciante che caratterizza un po’ troppo il nostro vivere&hellip
Parliamone….
ORGANIZZARE E POTENZIARE LO
ORGANIZZARE E POTENZIARE LO SPAZIO DEI COMMENTI
L’editoriale di Francesco Bollorino, fondatore ed editor della rivista, fa il punto sui nuovi livelli dell’iniziativa dopo circa 20 anni di attività, sempre pionieristica e di elevato livello qualitativo. Il passaggio attuale – molto importante, decisivo, direi – è la riqualificazione di POL.it come rivista-sito dinamica e interattiva. Solo gli iscritti, tuttavia, possono commentare. Su questo punto è in atto una discussione costruttiva tra il sottoscritto – co-editor della rivista, e l’Editor, Francesco Bollorino. Io sarei più propenso a liberalizzare lo spazio-commenti, lasciandolo aperto a tutti gli interessati. Mi rendo conto che le argomentazioni a sfavore di questa mia posizione – argomentazioni più che legittime, che Francesco continua a ripetermi instancabilmente – sono ragionevoli. I rischi di una “democratizzazione” dello spazio commenti, trattandosi di un sito psichiatrico, sono evidenti. Si potrebbe ovviare a questi rischi se qualcuno, in accordo con l’editor, si assumesse l’incarico di cancellare i commenti inadeguati e incompatibili con la natura del sito: un lavoro complesso, che richiede tempo e disponibilità, anche finanziarie. Disponibilità che POL.it – iniziativa priva di sponsor e di finanziamenti – non ha, purtroppo. Se tra i nostri sostenitori e lettori assidui ci fosse qualcuno disposto a svolgere questo lavoro, potremmo forse superare l’impasse.
Intanto, però, gli iscritti registrati potrebbero già avviare una pratica interattiva, usando le nuove risorse che POL.it oggi possiede: cioè le sue potenzialità dialogiche, prima, nella vecchia rivista, del tutto assenti. L’utente registrato affezionato alla pratica del commento su Facebook, potrebbe sempre – in tempi rapidissimi – riportare il commento FB in coda agli articoli di Polit. Questa nuova pratica, una volta consolidata ed estesa, potrebbe davvero rappresentare, per tutta la comunità psy, un salto di qualità. Le discussioni, su POL.it, pur coinvolgendo operatori psy, non soffrirebbero le strettoie, le limitazioni, se non addirittura le censure, inevitabilmente presenti in àmbiti istituzionali formalmente riconosciuti: scuole di specializzazione, corsi di formazione, seminari di lavoro (tutte istanze, queste, in cui stratificazioni gerarchiche e logiche di potere finiscono per imbrigliare la libertà dei dibattiti). Se altri intervenissero su questo delicato problema, riusciremmo noi stessi ad orientarci in maniera equilibrata e produttiva.
MARIO GALZIGNA
Co-editor di POL.it
Università di Venezia
Invited Professor UERJ (Università Statale di Rio De Janeiro)
galzigna@unive.it