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Il sexting serpeggia tra gli adolescenti

10 Apr 14

A cura di Stefano Sanzovo

Cos’è il “sexting”? Per sexting si intende l’invio di messaggi o immagini sessualmente espliciti. Hanno preso la massima diffusione con la comunicazione elettronica, che permette l’invio istantaneo di documenti. Un recente studio ha scoperto che gli adolescenti tra i 12 e i 14 anni hanno accesso ad internet in una percentuale del 93%, e il 71% ha un cellulare con accesso al web. Con la proliferazione di questi dispositivi, inviare immagini istantanee via internet è diventato più facile che mai. Infatti, l’invio di sms è oggi il linguaggio comunicativo più in voga tra gli adolescenti, più della semplice telefonata. Secondo uno studio dell’ Internet ed American Life Project (Madden 2013), si registra una media di 60 messaggi al giorno per adolescente! Tuttavia, sebbene questi ragazzi possano essere più confidenti col mondo digitale dei loro genitori, la loro carenza di maturità e di previsione delle conseguenze può portare ad esiti negativi. Questo può essere particolarmente vero per quegli adolescenti a rischio per labilità emotiva o turbe caratteriali.
Anche in assenza di una qualsivoglia ricompensa immediata, il sexting è giudicato un comportamento comunque a rischio. Sono state studiate le caratteristiche degli adolescenti che iniziano precocemente un’attività sessuale, e questi sono più a rischio per malattie sessualmente trasmesse. Secondo altri studi chi fa sexting è più portato a ricercare precocemente un’attività sessuale. E soprattutto le ragazze che tendono ad inviare immagini di se stesse nude sono più a rischio di attività sessuale precoce e di uso di sostanze. Chi fa del sexting scambia materiale con chi ha una stessa visione di facile sessualità, e consulta materiale (es. pornografico) che approva e favorisce le attività sessuali. Il sexting può anche esser correlato alla difficoltà a gestire emozioni.
Nell’ultimo numero di Pediatrics (Houck 2014) viene descritto uno studio dove sono stati arruolati 420 adolescenti partecipanti al progetto TRAC (Talking about Risk and Adolescent Choices) tra cinque scuole medie pubbliche a Rhode Island (New England, USA) tra il 2009 ed il 2012. I soggetti avevano tutti tra i 12 e i 14 anni ed erano stati segnalati da insegnanti, psicologi ed assistenti sociali per difficoltà a gestire le loro emozioni o i loro comportamenti. Sono stati esclusi dallo studio gli HIV positivi, gli studenti affetti da ritardo mentale, le studentesse incinte, gli adolescenti con scarsa padronanza della lingua, o chi avesse già un parente nel progetto. I familiari hanno dato chiaramente il loro assenso. I risultati hanno indicato che il 22% aveva fatto sexting negli ultimi sei mesi, un dato ben superiore a quello della popolazione generale, che si aggira sul 10%. Questi soggetti avevano generalmente uno sviluppo fisico maggiore degli altri. Il gruppo etnico più rappresentato è quello ispanico. I ragazzi tendono a scambiarsi maggiormente testi a sfondo sessuale, le ragazze immagini!  I ragazzi che praticano sexting hanno generalmente un’attività sessuale ben più precoce e intensa degli altri, ma vivono in un ambiente in cui i genitori, i parenti e i media favoriscono l’attività sessuale. Gli adolescenti che hanno riferito di aver già un’attività sessuale sono quelli che hanno la maggiore difficoltà nel controllo delle emozioni e problemi scolastici superiori alla media dei coetanei. Questo significa che il sexting possa esser una sorta di autoterapia che però li porta a conseguenze ancor più patologiche. Certo, lo studio si concentra in una zona degli USA, non ne esistono di analoghi in Italia, ma i suoi risultati non possono non far riflettere. Non abbiamo conclusioni temporali, non ci dice come saranno questi ragazzi tra dieci anni, ma i dati non sono certo incoraggianti e segnalano comunque un’attività a rischio. Può essere  un’ occasione per i terapeuti per cominciare a discutere sulle abitudini e sulla salute sessuale, campi da affrontare in età purtroppo sempre più precoce. Argomenti come il sexting possono già da ora essere inseriti nei programmi di educazione sessuale che aiuti gli adolescenti ad usare i media, per migliorare le loro relazioni ed evitare complicanze anche di tipo legale.
Madden M, Lenhart A, Duggan M, Cortesi S, Gasser U. Teenagers and technology 2013.Washington, DC: Pew Research Center’s Internet & American Life Project.  www.pewinternet.org/∼/media//Files/Reports/2013/PIP_TeenagersandTechnology2013
 
Christopher D. Houck, David Barker, Christie Rizzo, Evan Hancock, Alicia Norton Sexting and Sexual Behavior in At-Risk Adolescents PEDIATRICS Vol. 133 No. 2 February 1, 2014  http://pediatrics.aappublications.org/content/133/2/e276.full.pdf+html

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