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Dal koro al disturbo da dimorfismo penieno

25 Set 14

A cura di Stefano Sanzovo

Il koro è un disturbo descritto più che altro in Asia e in Africa che ha radici profonde. Colpisce generalmente giovani adulti maschi che riferiscono con terrore la sensazione che il pene si stia ritirando nell’addome. Nei casi più gravi questo è vissuto come un sintomo infausto. Viene descritto con una sintomatologia ansiosa con picchi acuti, simili ad attacchi di panico, e si può associare a grave stato depressivo. La diagnosi di Koro è ufficialmente  codificata in Cina, ma in Occidente è vissuta come un episodico e lontano fenomeno buono solo come esempio di psichiatria transculturale.
In figura, un indigeno malese indossa un esagerato contenitore portafortuna contro il koro.
Secondo alcuni recenti lavori invece la nostra società non sarebbe immune da questo disturbo, solo che da noi avrebbe delle caratteristiche diverse. E anche un nome diverso. Specifici fattori possono oggi essere alla base di quello che alcuni definiscono “il disturbo da dimorfismo penieno”.
 Il disturbo da dimorfismo penieno (DDP) – penile dysmorphic disorder (PDD) – è una forma di disturbo da dimorfismo corporeo in cui i pazienti sono così preoccupati per la forma e le dimensioni del pene che li porta ad un senso di vergogna tale da influire sulla loro vita professionale e sociale.
Una ricerca dell’istituto di psichiatria del King College di Londra ha confrontato tre gruppi di uomini, il primo affetto da PDD, il secondo da eccessiva preoccupazione per le dimensioni del pene non tale da essere inquadrata in un disturbo mentale vero e proprio, il terzo senza alcuna preoccupazione a riguardo.
I pazienti con PDD sviluppano un senso di vergogna patologico che non li porta a cercare aiuto da specialisti. Non cercano urologi né tantomeno psichiatri, ma preferiscono affidarsi ad internet per cercare dei rimedi improvvisati ma che non li espongano al giudizio altrui. Il risultato è che si trovano ad usare improbabili estensori del pene o altro oggetti non validati che li portano poi di fatto a danneggiare i corpi cavernosi e la funzionalità erettile.  I pazienti con PDD mostrano al Childhood Trauma Questionnaire un punteggio significativo rispetto agli altri gruppi per abusi in età infantile, specialmente di tipo emozionale. Mostrano inoltre una maggiore sensibilità alla presa in giro e allo stress.
Questo studio è stato presentato al recente congresso internazionale Royal College of Psychiatrist dal Prof. David Veale, autore di molte pubblicazioni sui disturbi d’ansia, il DOC e il disturbo da dismorfismo corporeo.  Secondo il dr. Veale il PDD è un disturbo molto sottostimato, e c’è bisogno di approfondire il problema con altri studi per aumentarne la casistica.
La presentazione di questo studio ha avuto una vasta eco scientifica, ma non sono mancati i detrattori. La prof. Katharine Phillips, docente di psichiatria alla Brown University ,autrice di molti lavori sul disturbo da dimorfismo corporeo,  afferma che in realtà parlare di disturbo da dimorfismo penieno è confondente. Il disturbo non è incluso  nel  DSM5 e secondo lei andrebbe classificato come un disturbo da dimorfismo corporeo localizzato in una zona specifica. La diagnosi differenziale col koro sarebbe poi la mancanza di un’angoscia panica e della sensazione di morte imminente, anche se in effetti un disturbo depressivo può essere presente in comorbilità in entrambi i casi.
Voi cosa ne pensate?
Veale D The penile dysmorphic disorder" (PDD), a new form of body dysmorphic disorder (BDD).   International Congress of the Royal College of Psychiatrists (RCPsych), London,  2014.
Brauser D Risk Factors Identified for 'Penile Dysmorphic Disorder'. Medscape. Jul 01, 2014 www.medscape.com 

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3 Commenti

  1. info_1

    Ottimo spunto. La ‘follia
    Ottimo spunto. La ‘follia degli altri’, che si studia con l’ottica della etnopsichiatria o etnopsicoanalisi, è quanto di più legato al concetto psicoanalitico del sintomo rivolto all’Altro culturale di provenienza che esista.
    E, al contempo, quanto di più frainteso.

    Fenomeni quali il koro, l’amok, o le possessione da Jinn ( tipici delle popolazioni del Nord Africa) sono spesso prese alla lettera, e non ‘tradotte’ nel linguaggio originario che può ridurle al rango, in molti casi, di isterie o manifestazioni somatiche.

    Vanno invece subito dentro al gr contenitore dei deliri, determinando tout court una diagnosi di psicosi, senza appello.

    Basterebbe, come faccio nei seminari dedicati ai medici, leggersi ‘Lila’ di R. Pirsig, quando racconta del contadino calabrese che , visitato da uno psichiatra nord americano, affemando di aver subito il malocchio, finisce direttamante in casa di cura perchè ‘schizofrenico’, lasciando fuori tutta la retrostante storia del soggetto, che fa di quel sintomo una malattia specie specifica, e dunque analizzabile.

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    • admin

      basterebbe mi riferisco allo
      basterebbe mi riferisco allo psichiatra americano aver letto il vecchio Jaspers a proposito dei deliri e della loro “non deliricità” se sociali.. per restare a noi senza riferimenti etcnici basta pensare ai 40.000 forsennati, me compreso, che popoleranno lo Stadio di Marassi per il Derby domenica serra e che per 90 minuti perderenno il senso del reale. Per fortuna a Genova tutto finisce lì in altri luoghi non è così ma questa è tutta un’altra storia….

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      • info_1

        Vogliamo allora parlare di
        Vogliamo allora parlare di chi, alla non più tenera età di 47 anni, si cala di nuovo nelle file notturne, per il 78 esimo concerto di Bruce Springsteen, sotto al palco? Contornato da una bolgia di 60.000 persone?

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