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L’atleta in crisi tra psicopatologia e alcol

5 Feb 15

A cura di l.cetrullo

Nei primi anni di serie A conobbi Claudio un mio compagno di squadra. Ragazzo molto talentuoso che iniziò benissimo la stagione, fino a quando il suo viso, la sua memoria e la sua performance sportiva calarono drasticamente. Pensai che un piccolo periodo di calo sia normale e che possa capitare a chiunque, ma quel periodo diventava sempre più lungo. Cominciai a parlare con Claudio e piano piano mi confessò il suo malessere, derivato da una relazione sentimentale finita e un lutto nella sua famiglia. Di conseguenza ‘’per non pensare’’ iniziò ad uscire tutte le sere, dormendo pochissime ore la notte e abusando dell’alcol. Io e la maggior parte dei giocatori conosciuti nella mia carriera abbiamo incontrato nel corso delle varie stagioni sportive dei crolli psicofisici. L’atleta entra in crisi quando, dopo tanti ottimi risultati attraversa un momento negativo a livello individuale e dunque prestazionale. Lo stress che si va a creare diveta uno stato di forte attivazione e tensione psicofisica in risposta a condizioni ed eventi personali, famigliari, lavorativi e sportivi che la persona non riesce più a fronteggiare in modo adeguato. L’atleta all’improvviso può trovarsi davanti a macigni come la sindrome da paura dell’insuccesso. La paura dell’insuccesso ha origine nelle immediate vicinanze di una gara importante dove uno stato d’ansia particolarmente intenso suscita sentimenti negativi di insufficienza e incapacità, la sintomatologia si evidenzia con disturbi psichici e somatici. I sintomi psichici sono: labilità emotiva, incontinenza emotiva, incapacità di recepire suggerimenti e incoraggiamenti, disturbi del sonno e il non riuscire a non pensare alla gara. Invece tra i disturbi somatici troviamo inappetenza, disturbi gastrointestinali, tremori, tensione o dolore muscolare, tachicardia e secchezza delle fauci. L’assunzione di alcol nel contesto sportivo è molto utilizzato in qualsiasi categoria, a volte in periodi di calo prestazionale l’atleta assume la sostanza nel tentativo di guarire il suo malessere psicofisico, automedicandosi. Dopo l’assunzione, i più elevati tassi di alcol nell'organismo li ritroviamo nel fegato e negli organi con una buona irrorazione sanguigna come cervello e polmoni. L’etanolo inibisce il rilascio di acetilcolina accentuando i disturbi della memoria. E’ anche un importante vasodilatatore capillare che disperde il calore facilitando l’ipotermia. Con l’aumento delle concentrazioni plasmatiche, l’alcol agisce come depressore del sistema nervoso centrale aumentando il potenziale del GABA (Il più importante neurotrasmettitore inibitorio del snc ) ed abbassando le difese immunitarie. L’etanolo disidrata e questo porta a sete, mal di testa, nausea, spasmi muscolari e crampi, quindi ad una generale carenza di sali minerali e vitamine. Da questa sintetica analisi ci rendiamo conto che per dei piccoli momenti di piacere iniziali subito dopo l’assunzione della sostanza, avremo esclusivamente effetti negativi sulla totalità psicofisica andando a peggiorare ancora di più la performance sportiva che già tendeva verso il basso. Ora possiamo capire come Claudio avrebbe dovuto rivolgersi ad un Professionista altamente specializzato nel settore per risolvere i suoi propri problemi e non rifugiarsi nell’uso di sostanze che sono sempre la strada più veloce e deleteria che possa esistere.

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