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La terapia di coppia è psicoterapia? Più in generale lo psicologo non specializzato è un terapeuta?

11 Mar 15

A cura di Rolando Ciofi

Il 17 gennaio 2015, in una pagina facebook di psicologi si svolgeva il dibattito che sotto testualmente riporto. Per i motivi che ben si comprenderanno leggendo il testo (procedimento disciplinare in corso) ho atteso sino ad oggi a pubblicare.



Oggi la vicenda disciplinare si è chiusa in modo ragionevole (al collega di cui si parla è stato comminato un avvertimento che lui di buon grado ha accettato) e dunque non rischio più, pubblicando, di creare inutili "polveroni".



Rimangono le questioni di fondo sollevate nel confronto su facebook. Questioni che meritano sia di essere pubblicate che di essere stimolo per ulteriori approfondimenti. Veniamo dunque al dibattito.



(omissis…) Psicologa n. 1 – Scusate ma con tutti sti commenti mi si sn confuse le idee! Qual è la giusta risposta alla domanda del post?



Io – Sul piano squisitamente tecnico giuridico lo psicologo può fare "consulenza psicologica di coppia" oppure, se laureato in psicologia clinica e di comunità "colloqui di psicologia clinica con la coppia". Allo psicologo (o medico) psicoterapeuta è riservata la "psicoterapia di coppia". Quale sia poi la differenza sostanziale tra le tre dizioni fiscalmente e giuridicamente corrette ad ognuno il compito di interpretare.

 
 
Psicologo n. 2 – Beh non è proprio cosi…. perchè di fatto qualsiasi psicologo a prescindere dalla sua sua provenienza universitaria, può fare collloqui clinici (non soltanto il laureato in psicologia clinica). E inoltre ancora non ho trovato un solo riferimento normativo che impedisca allo psicologo non psicoterapeuta di usare la dicitura cura o terapia psicologica al posto di si consulenza psicologica.



Io – Sostanzialmente corretto quello che dici, in realtà l'unica certezza è che lo psicologo non specializzato non può definirsi psicoterapeuta nè definire i suoi interventi di "psicoterapia". Per il resto tutto è interpretazione. Ciò nonostante avendo assistito molti colleghi incappati nelle maglie dei procedimenti disciplinari per la terminologia ambigua con la quale definivano le loro prestazioni professionali, preferisco, quando mi capita di dare suggerimenti, individuare dizioni chiare che non sucitino sia nell'utente sia nella comunità che vigila, dubbi o fraintendimenti.



Psicologo n. 2 – infatti guai a dire che lo psicologo possa fare o faccia psicoterapia…. ma scrivere eventualmente terapia di coppia o terapia individuale significherebbe sottintendere la PSICOTERAPIA? Credo che molte sanzioni disciplinari siano derivate proprio da questa confusione dei termini. Io parto dal presupposto che lo psicologo cura e se cura fa terapia (poi possiamo discutere quanto vogliamo sul significato dei termini…)



Io – Bene. Concordo. credo che lo psicologo stia allo psicoterapeuta come il medico di base all'oculista. Ciò nonostante anche in questo momento mi sto occupando di un procedimento disciplinare a carico di un collega non psicoterapeuta che nel suo curriculum aveva inserito (e pubblicato in internet) un attestato rilasciatogli da una importante associazione formativa che lo definiva "terapeuta emdr di I livello"). Ora siccome i procedimenti disciplinari sono sempre noie e spese io suggerisco ai colleghi qualora possibile di evitarsi simili noie. Detto questo apprezzo gli intenti di chi conduce battaglie di principio sopratutto quando tali battagli condivido.



Psicologa n. 3 – Puoi dirci di più Rolando Ciofi?



Io – Certo, pur con il riserbo dovuto nei confronti del collega ragion per la quale evito non solo di dire il suo nome ma anche di fornire qualunque riferimento che possa renderlo identificabile, cito testualmente il capo di imputazione " Violazione degli articoli 2 e 40 del codice deontologico degli psicologi italiani per essersi presentato al pubblico sul sito (omissis) con indicazioni idonee a indurre confusione in ordine ad una sua possibile idoneità all'esercizio dell'attività psicoterapeutica a causa dell'accostamento tra la qualifica di "psicologo" riportata accanto alla sua fotografia e quella di "terapeuta di 1° livello in EMDR" presente nel curriculum anch'esso pubblicato nel sito"




Ora credo che grazie ad una buona difesa da parte del legale del collega, da me assistito a livello di consulenza, la cosa si possa risolvere con un semplice richiamo, anche perchè non è rintracciabile alcun dolo. Semmai semplice ingenuità visto che il titolo di "terapeuta di 1° livello in EMDR" è effettivamente nelle mani del collega stesso. Capisco però il ragionamento dell'Ordine. Da un punto di vista deontologico non si tratta infatti di stabilire cosa sia terapia e cosa non lo sia. Si tratta invece di capire se il comportamento messo in atto sia teso in qualche modo a indurre un potenziale utente a pensare che il professionista cui si rivolge sia munito di specializzazione quando invece non la possiede.



Psicologo n. 4 – Quindi lo Psicologo é un terapeuta ma é meglio se non lo dice perché alcuni possono capire psicoterapia?



Io – La questione è etica e non irrilevante. Lo psicologo è psicologo e come tale ha competenze terapeutiche (ovvero di cura) a livello di base. Nessuno pone in dubbio questo fatto. Come ogni professionista egli ha il dovere di presentarsi ai suoi clienti in modo chiaro e che non venga equivocato. Ora converrete con me che dire "psicologo terapeuta" o dire "psicoterapeuta" suona un pò come la stessa cosa… si presta dunque ad equivoci. In ogni caso quando queste vicende accadono (molto più frequentemente di quanto non si pensi) l'Ordine degli psicologi (la commissione deontologica) effettua una analisi piuttosto approfondita ed alla fine giudica non tanto sul dato formale (anche ma non solo) quanto sulla finalità del comportamento messo in atto (indebito procacciamento di clientela? abuso di titolo? etc..)



Perdonatemi la prolissità. Per concludere questa improvvisata ed imprevista conferenza sulla deontologia mi è d'obbligo riportare gli articoli 2 e 40 del codice:



Articolo 2

L'inosservanza dei precetti stabiliti nel presente Codice deontologico, ed ogni azione od omissione comunque contrarie al decoro, alla dignità ed al corretto esercizio della professione, sono punite secondo quanto previsto dall'art. 26, comma 1°, della Legge 18 febbraio 1989, n. 56, secondo le procedure stabilite dal Regolamento disciplinare.




Articolo 40

Indipendentemente dai limiti posti dalla vigente legislazione in materia di pubblicità, lo psicologo non assume pubblicamente comportamenti scorretti finalizzati al procacciamento della clientela. In ogni caso, può essere svolta pubblicità informativa circa i titoli e le specializzazioni professionali, le caratteristiche del servizio offerto, nonché il prezzo e i costi complessivi delle prestazioni secondo criteri di trasparenza e veridicità del messaggio il cui rispetto è verificato dai competenti Consigli dell'Ordine. Il messaggio deve essere formulato nel rispetto del decoro professionale, conformemente ai criteri di serietà scientifica ed alla tutela dell'immagine della professione. La mancanza di trasparenza e veridicità del messaggio pubblicizzato costituisce violazione deontologica.



Psicologo n. 5 – Se ho capito bene, la questione è che il modo in cui il collega ha usato il termine "terapia" nel suo volantino poteva risultare ambigua?



Io – No, il collega non ha fatto volantini, ha pubblicato in un sito la sua foto, il suo titolo professionale "Psicologo" ed il suo curriculum formato europeo. Nel curriculum tra i vari titoli posseduti era riportato "terapeuta di 1° livello in EMDR" (titolo effettivamente posseduto dal collega). L'Ordine ha ritenuto (dal mio punto di vista certo con eccesso di zelo) che un potenziale utente leggendo il curriculum potesse essere indotto a fraintendere ed attribuire al collega la specializzazione in psicoterapia.



Psicologo n. 5 – Perdonatemi, sarà la stanchezza del week-end, ma cosa avrebbe dovuto scrivere? Esperto in terapia EMDR? Esperto in approccio EMDR? Come fa uno psicologo a comunicare di avere competenze di terapia se poi quando lo scrive rischia?



Io – L'obiezione è corretta. In effetti tra le questioni che in qualità di consulente ho sollevato vi è proprio quella da te posta. Ritengo che per il futuro l'Ordine debba consultarsi con i responsabili della formazione EMDR e con loro trovare una soluzione concordata… anche perchè la questione è di interesse di molti colleghi. D'altra parte la deontologia è materia viva ed in continua evoluzione, non c'è da scandalizzarsi se emergono contraddizioni, ciò che è importante è lavorarci con correttezza e per questa via far crescere la comunità… (su questo punto aggiungo oggi, ma non era presente nel dibattito su facebook, che dopo aver fatto le opportune ricerche ho appreso che le associazioni che si occupano di EMDR non accettano ai loro corsi psicologi che non siano anche psicoterapeuti, dunque nel caso di specie c'era stato un errore. Errore che però la dice lunga su una certa ambiguità di tali associazioni che lasciano, senza alcun controllo, che l'affermazione di essere psicoterapeuta sia certificata attraverso una crocetta posta su un modulo)




Psicologa n. 6 – Quindi se sono psicologo non posso dire di essere anche "terapista aba" o "teatroterapeuta" perchè rischio di confondere un possibile cliente che potrebbe scambiarmi per psicoterapeuta? Chiedo scusa ma sono piuttosto confusa…



Psicologo n. 2 – Io non so chi sia questo collega… magari sarà pure antipatico.. ma io non sopporto le cavolate e se questo gruppo nel suo piccolo può sostenerlo sono ben lieto di aiutarlo. Una bella lettera di protesta alla COMMISSIONE DEONTOLOGICA da parte di tutti coloro che ne ne condividono gli obiettivi non sarebbe male….



Io – Il problema può essere posto all'attenzione della comunità professionale e certo io, nei dovuti modi lo farò quando il caso si sarà concluso. Credo anche che si concluderà senza eccessivi traumi per il collega coinvolto. Nessunissima intenzione invece di mettere "in piazza" il collega coinvolto aderendo a lettere di protesta. L'Ordine fa il suo lavoro ed è composto da colleghi non sprovveduti che certo si renderanno conto della complessità e particolarità della situazione. Se così non fosse avverso le delibere dell'Ordine si può ricorrere nei Tribunali. Questo è l'iter corretto che garantisce il funzionamento democratico della comunità. Giusto discutere, divulgare, esprimere opinioni e dare informazioni in contesti come questo ma i procedimenti si svolgono nelle sedi preposte e attraverso gli strumenti previsti.



Beh! per quanto mi riguarda chiudo questa interessante discussione con due riflessioni semiserie. La prima è che "tutto il mondo è paese" I Counselor protestano contro gli psicologi che sono corporativi e trincerati dietro posizioni di comodo, gli psicologi protestano contro gli psicoterapeuti che sono corporativi e trincerati dietro posizioni di comodo, il mondo della psicologia protesta contro il mondo della medicina che è corporativo e trincerato dietro posizioni di comodo, e così via all'infinito passando per quando tutti protestano contro i politici…. La seconda riflessione semiseria (ma non troppo) è che se qualcuno del gruppo incappasse in qualche incidente di percorso non esiti a contattarmi… faccio il consulente di professione (di counselor, di psicologi, di psicoterapeuti, di medici….)



Recentissimi aggiornamenti



Psicologo 2 – non mi è chiara la conclusione….



Io –  La conclusione è, sia pure in itinere (rimango cioè aperto a sintesi più brillanti qualora ve ne siano) che non vi è dubbio che lo psicologo anche non specializzato è un terapeuta così come lo è il medico non specializzato. Fino a quando però (ed io spero ancora per poco ma qui si aprirebbe tutto un altro dibattito) la psicoterapia rimarrà una specializzazione della psicologia lo psicologo dovrà porre attenzione a come ed in quali contesti usa, riferito a se stesso il termine terapeuta. E' infatti deontologicamente perseguibile, e personalmente trovo corretto che così sia, lo psicologo che giochi sull'assonanza dei termini per lasciare intendere di possedere una specializzazione quando questa specializzazione non ha.



Letture suggerite

Il soggetto psicologo e l'oggetto della psicologia. Nel codice deontologico degli psicologi italiani

Il codice deontologico degli psicologi. Commento articolo per articolo

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