Due sessi sono troppo pochi, scrive così Claire Ainsworth sull'ultimo numero di Nature. E cita Paul James, genetista, che racconta nel 2010 una visita ad una donna incinta venuta a ritirare i risultati della sua amniocentesi. Il feto non aveva problemi, ma il test aveva rilevato qualcosa di incredibile sulla madre. Il suo corpo era costituito da cellule di due individui, probabilmente da due embrioni presenti nell'utero della madre. Ma non era tutto. Un set di cellule aveva cromosomi XX, che facevano di quella persona una donna. Un altro aveva X e Y. A quarantacinque anni, incinta per la terza volta, quella donna imparava per la prima volta come il suo corpo fosse in parte geneticamente maschile. E' quello cha si chiama una "chimera", ma per la prima volta si trattava di una donna con un fenotipo normale e la possibilità di riprodursi.
E svariati sono i case report simili. Per esempio, Sherwaini ha descritto un signore di 70 aa che, giunto all'attenzione del chirurgo per un'ernia discale, padre di tre figli, è stato scoperto avere un 'utero.
Il sesso quindi può essere più complicato di quello che sembra. Finora le cose apparivano semplici. Se hai un Y sei maschio, sennò sei femmina. E invece ci sono individui i cui cromosomi sessuali dicono una cosa, ma i genitali (ovaie o testicoli) un'altra. Questo è il "Disturbo dello sviluppo sessuale (Development Sexual Disorder)" basato su caratteristiche non psichiche, ma geniche! Secondo Arboleda e Vilain, dell'Università di Los Angeles, ne sarebbe affetta una persona su cento. Questa scoperta non è facile da accettare per un mondo sempre abituato a considerare il sesso come un sistema binario. Lo stato sociale di una persona, persino i suoi diritti, dipendono da quello che c'è scritto sui documenti di riconoscimento.
Ma nelle prime cinque settimane del suo sviluppo, un individuo ha eguali potenzialità di diventare maschio o femmina. Solo alla sesta settimana le gonadi si svilupperanno in ovaie o testicoli. Se si sviluppa un testicolo il testosterone lo trasformerà nei gameti maschili. E se si producono estrogeni la carenza di testosterone promuoverà l'ovaia verso la produzione di caratteri femminili. Se però durante lo sviluppo delle gonadi vi sono della mutazioni geniche le cose possono modificarsi. Nel 1990 è stato trovato un gene, chiamato SRY, capace proprio di modificare lo sviluppo delle gonadi. Per esempio, un individuo XX che trasporta un frammento del cromosoma Y contenente il gene SRY si sviluppa maschio. E a cavallo del millennio l'idea che lo sviluppo femminile fosse solo una scelta passiva di fronte alla soppressione del testosterone ha subito un duro colpo. E' stato scoperto il gene WNT4 che promuove attivamente lo sviluppo delle ovaie sopprimendo il programma testicolare. Gli individui XY portatori di questo gene sviluppano organi sessuali maschili, ma anche un rudimentale utero e delle tube abbozzate.
I ricercatori hanno dimostrato che le persone affette da questo tipo di disturbo dello sviluppo sessuale più di altri vanno incontro alla domanda di cambio del sesso. E questo ha aperto la discussione anche a temi etici. Se è stata chiaramente accertata una disfunzione genica, è quindi lecito intervenire chirurgicamente anche su un minore? La risposta non è così semplice. In Carolina nel 2013 i genitori adottivi di MC, che allora aveva sedici mesi, acconsentirono all'assegnazione chirurgica del sesso femminile. MC era nato sia con le ovaie che con i testicoli. Ma il bambino, che ora ha otto anni, ha sviluppato un'identità sessuale maschile.
Che il sesso non sia più un'identità ferrea ma uno spettro non lo dicono più ormai solo gli attivisti, ma anche i biologi. Tuttavia le leggi di tutto il mondo impongono una scelta: o maschio o femmina. Ma cosa lo deciderà quindi: l'anatomia? Gli ormoni? I cromosomi!? Ancora una volta, quando questi strumenti non ci danno una verità assoluta, rimane sempre principale il proprio sentirsi: la scelta non può essere che personale.
Claire Ainsworth Sex redefined. The idea of two sexes is simplistic. Biologists now think there is a wider spectrum than that. Nature 2015, 518, 288 – 291. http://www.nature.com/news/
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