‘’La felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha’’
Questa frase riassume la forza e la tenacia di Matteo Paris che si è adattato al meglio alla situazione con grande sacrificio ed umiltà come ha sempre fatto da grandissimo professionista. (segue dopo la foto)
Ora l’intervista integrale del ‘’Guerriero’’:
– Ciao Matteo ci spieghi brevemente cosa è successo alla tua carriera nell’ultimo periodo?
È stato un anno duro sotto tutti i punti di vista! Ho cominciato in Grecia il 25 settembre, sono arrivato al Ment squadra neopromossa di Salonicco in A1 greca, ho avuto l'opportunità di essere titolare in un campionato comunque difficile e ho giocato molto bene, ho fatto dei record come quello degli aces in una partita, esattamente 10 ed in un set 7! Ero diventato mvp di tutta la giornata, stavo benissimo però peccato che nn pagassero quindi a malincuore sono dovuto tornare in Italia e mi è dispiaciuto molto perché un'esperienza all'estero la consiglio a tutti !! Poi ho avuto la possibilità di andare a Piacenza ed era l'ennesimo sogno che si realizzava in una squadra importante piena di campioni, con la consapevolezza di potermi giocare il posto !! E di disputare anche la Champions!! Purtroppo però a mia insaputa la mia ex società mi aveva tesserato ad inizio anno senza alcun diritto e quindi una volta scaduti i termini il Copra non mi ha potuto tesserare. C'è una legge federale che permette tutto questo, non sono stato l'unico a subire questa cosa! Devo ringraziare Piacenza che mi ha dato l'opportunità di allenarmi e di stare al passo con molti campioni e di dare il mio contributo in allenamento.
– Come hai vissuto questa ingiustizia?
All'inizio l'ho vissuta malissimo sono stati giorni duri in cui ero completamente incredulo !! Non accettavo il fatto di non poter scendere in campo per aiutare i miei compagni !! Anche perché non capita molte volte di esser presi da società del valore del Copra !! Ero molto triste ed arrabbiato !! Poi però ho pensato a quello che mi ha detto il direttore sportivo di Piacenza: dovevo prendere tutto ciò come un occasione per dimostrare il mio valore per il futuro, ed ho fatto semplicemente il mio lavoro! La pallavolo è il mio lavoro e quindi mi sono messo completamente a disposizione, se c'era da fare qualcosa in più dopo l'allenamento per allenare qualche compagno lo facevo, era anche un modo per sfogare la rabbia che avevo.
– Come sono cambiati i tuoi sogni in merito?
I sogni hanno subito un brusco stop ! Sono una persona che ancora a 31 anni sogna !! Anche se ho realizzato già tutto quello che avevo sognato !! Ho cominciato a giocare all'età di 14 anni nella società del mio paese, la volley anguillara, devo ringraziare il mio primo allenatore Saverio Fagiani che mi ha insegnato i fondamentali, inculcandomi una cattiveria agonistica incredibile e la voglia di non mollare mai che mi ha portato da una piccola Palestrina dove non c'era spazio per battere fino a disputare una finale europea davanti ad 8000 persone !! Poi per dare vita ancora al mio sogno sono partito per la Grecia e non è stato facile perché non parlo benissimo inglese e non amo volare !! Poi ho avuto la possibilità di sbarcare a Piacenza ed impossibile non continuare a sognare, quindi dopo un breve stop ho ripreso a sognare.
– La rete si è riempita dell’hashtag #iostoconMatteoParis, tutta l’italia ti ha mostrato la propria solidarietà. Cosa vuoi dire a queste persone?
E’ incredibile la solidarietà che ha avuto la gente nei miei confronti da campioni, a gente comune, a mamme di figli che hanno subito quello che ho subito io, ancora oggi la gente mi esprime la propria solidarietà ed è una cosa che mi da una forza incredibile ! L'idea e' venuta fuori dal mio fratellino che ha un cuore enorme ma non pensavamo si tramutasse in una cosa del genere ! Ci tengo, teniamo a precisare che in questo slogan non c'è nulla assolutamente contro latina !! È uno slogan di solidarietà per provare a cambiare queste regole che non fanno bene a nessuno perché come è successo a me può o poteva accadere a chiunque !! Comunque volevo ancora una volta ringraziare tutte le persone che con un semplice messaggio mi sono stati vicini non lo dimenticherò mai !!
– Vuoi parlarci della solitudine, dell’abbandono, dell’odio e della rabbia che hai provato dopo esserti reso conto dell’ingiustizia ricevuta?
Di rabbia ne ho provata tanta ma con l'aiuto della mia famiglia e dei miei amici sto meglio !! Sono riuscito a trasformare la rabbia in qualcosa di positivo in uno stimolo ! Non mi sono mai sentito solo perché ho molte persone vere vicino a me e ne ho trovate anche di nuove.
– Un giocatore senza contratto è ancora un giocatore? La passione può sopperire la mancanza di un contratto che non solo a livello economico può farti sentire parte integrante del gruppo? Che ne è stato del tuo ruolo e della tua identità di persona e di sportivo?
Devo dire che senza contratto non si sta bene, mi è stata tolta la possibilità di lavorare e di guadagnare !! Non è facile andare avanti tutti i giorni sapendo che comunque non potrai fare al 100% il tuo lavoro !! Ci sono stati dei momenti soprattutto all'inizio in cui faticavo a sentirmi ancora un giocatore ero pieno di dubbi e di domande anche un po' di paura poi ho trovato la forza per andare avanti e continuare a combattere per realizzare i miei sogni.
– Hai mai pensato di diventare un ex? Di abbandonare lo sport? O lo sport ti ha abbandonato?
Si! Ho pensato molte volte di abbandonare lo sport non mi capacitavo del perché di questa regola !! Del perché un ragazzo che si è costruito tutto da solo, che ha fatto tantissimi sacrifici per arrivare al top, per arrivare a giocare con gente di cui avevo l'autografo o che fine a qualche anno fa pagavo il biglietto per andare a vederli giocare ad un certo punto e' stato costretto a smettere praticamente !! Però non sarebbe stato giusto finire così dovevo combattere come ho sempre fatto!!
– Ti sei mai sentito solo?
No, non mi sono mai sentito solo, sia perché ho una famiglia stupenda a partire dai miei genitori che mi hanno trasmesso i valori sani della vita, ai mie fratelli Claudio giocatore come me, Giorgia e Giulia ai quali sono legatissimo, ai miei amici quelli di sempre quelli di una vita, pochi ma buoni e a quelli nuovi che ho trovato qui a Piacenza e poi c'è stata tantissima solidarietà quindi era impossibile sentirsi soli.
– Vuoi spiegarci questa tua frase? Come ha reagito la tua famiglia?: ‘’Può buttare giù la mia famiglia e sono incazzato nero per questo ma non me!!’’
Io sono un guerriero, non sono un fenomeno, sono uno che è arrivato in serie A dopo una lunghissima gavetta, dopo moltissimi no e dopo aver sputato sangue davvero !! Avevo questo come obiettivo, ho fatto tantissimi sacrifici, magari i miei amici andavano a ballare io restavo a casa a vedere i video dei palleggiatori, a capirne i segreti le movenze volevo questo dalla vita e ci sono riuscito quindi non mi abbatte nessuno! La mia famiglia ha fatto tanti sacrifici per me, i miei genitori si sono girati tutta l'Italia delle volte magari solo per vedermi entrare in battuta, sono impagabili devo continuare anche per loro quindi mi arrabbiavo a vederli star male per Me.
– Vuoi aggiungere un tuo commento finale?
L'unica cosa che voglio aggiungere e' ringraziare te per avermi permesso di parlare! Vorrei anche ringraziare tutti i miei fan e abbracciarli, sono fenomenali e ancora mi imbarazzo quando mi chiedono una foto, mi danno tantissima forza,un abbraccione a tutti!
“Un guerriero non si lascia spaventare quando insegue ciò di cui ha bisogno.
Senza amore, egli non è nulla.” (Paulo Coelho)
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