Percorso: Home 9 Rubriche 9 LA VICINANZA DEGLI OPPOSTI 9 SIAMO VOLTAFACCIA O TRASFORMATIVI? Umane contraddizioni, contrapposizioni, concatenazioni, correlazioni.

SIAMO VOLTAFACCIA O TRASFORMATIVI? Umane contraddizioni, contrapposizioni, concatenazioni, correlazioni.

9 Giu 15

A cura di Valeria Bianchi

 

Nei territori dell’inconscio vige l'eterno subbuglio: l’indifferenziato dinamicamente guizza, si tuffa, riemerge, si connota, ritorna nelle profondità oceaniche. Fermo, no; fermo non sta mai. L’indifferenziato tende ad assumere caratteristiche singolari, tende a differenziarsi. Differenziandosi, si posiziona; posizionandosi, cozza con l’elemento opposto e, appunto, vi si oppone ma poi ritorna al buio ed eternamente procede e vive. 
 
Che cos’è l’enantiodromia? Jung prende in prestito il termine dalla filosofia di Eraclito e traccia per noi quel fenomeno secondo il quale, divenuta predominante e unilaterale una certa posizione psicologica nella coscienza di un individuo o nel collettivo, nell'inconscio inevitabilmente prende forma e assume forza la posizione diametralmente opposta. Enantiodromia si compone di “enantios” (opposto) e “dromos” (corsa) – andando a illuminare la direzione in una corsa nell’opposto. Gira la ruota e cambia la direzione. Si tratta di una compresenza contrapposta (tra conscio e inconscio) di direttive inconciliabili, non integrabili: questo movimento diviene man mano inibizione della coscienza e può procedere fino al passaggio completo nell’opposto (sul tema degli opposti: Umberto Galimberti, Enciclopedia di Psicologia, Garzanti, Torino 2002).
 
Paolo F. Pieri in Dizionario junghiano edito da Bollati Boringhieri, Torino 1998, descrive quattro tipologie di opposti:

contraddittori sono gli opposti che non ammettono categorie intermedie (tertium non datur) e man mano che la coscienza si raffina portando in luce un elemento, questo diverge dal proprio opposto formando una opposizione contraddittoria. La stessa coscienza è in contraddizione, dunque, con l’inconscio.

contrapposti sono gli elementi in cui un termine si riferisce a se stesso sottolineando possesso o mancanza di qualità che l’altro invece possiede. Si struttura una posizione di lotta tra i due, un’opposizione contrapposta in cui la guerra intestina può diventare così estrema da aprire la via alla già citata enantiodromia. In Tipi psicologici (edizione 1969 per Bollati Boringhieri) tra gli esempi di enantiodromia Jung annovera la psicologia di San Paolo e la sua conversione “folgorata” al cristianesimo.


contrari si dicono invece due termini concatenati tra loro rispetto ad un fenomeno ma definibili come i più distanti dal centro, passibili dunque di “crocifissione” e sospensione del giudizio e dell'azione. Mi viene in mente, inevitabilmente, la figura de L'Appeso, la dodicesima carta dei tarocchi, il personaggio crocifisso a testa in giù, in attesa di scoprire, forse, nuovi colori dell’anima oltre al bianco e nero.

correlati sono invece gli opposti che non si escludono tra loro ma si determinano nell’essere, ad esempio, gemellari – l’uno il doppio dell’altro. Penso immediatamente alla carta de Il Sole, diciannovesimo arcano maggiore. La tradizione iconografica di questa carta ci mostra per lo più due fanciulli, i gemelli mitologici.  


Correlazione può aprire la via alla congiunzione, se gli opposti cominciano a convergere in una dinamica nuova. A livello razionale, il compromesso può rappresentare una mera giustapposizione e non avere nulla a che fare con la trasformazione. Ma se il processo alchemico-individuativo prende il via, allora … l'elemento nuovo può davvero nascere e potrà esprimere sia le luci che le ombre della vita. Ciò può avvenire solamente se l’inconscio e il conscio collaborano per riconoscersi entrambi, appunto, vita.

 

L'enantiodromia può riguardare il mondo interno del singolo e le sue azioni nel mondo ma anche l’inconscio collettivo con i suoi corsi e ricorsi storici. Si tratta infatti di un concetto universale che ha a che fare con la psicologia dell'umano nella sua completezza. Osservando con attenzione quel centimetro o poco più sulla mappa delle ere geologiche, quell'insieme di pochi milimmetri di spirale sopra i quali compare per la prima volta la nostra specie, quel micro-spazio che ci presenta come bricioline nell'universo eppure parte integrante dello stesso, ci ritroviamo sottoposti alle leggi della vita. Se ci soffermiamo sulla storia dell’uomo occidentale, scopriamo nei corsi e ricorsi dei movimenti culturali e politici il famoso insegnamento dei maestri di scuola e della cultura: “bisogna imparare dalla storia.” Ma la coscienza è un percorso difficoltoso, spesso trascurato in favore del girare la ruota, dell'enantiodromia.

In Mysterium coniunctionis, prendendo in considerazione le opere degli antichi alchimisti, Jung scrive:

E’ caratteristico dell’alchimia di non ignorare mai il carattere contraddittorio dei suoi contenuti; essa costituisce perciò un’evidente compensazione dell’universo dogmatico che, per giungere a un senso preciso, respinge gli opposti nell’incommensurabile. La tendenza a separare il più possibile gli opposti, vale a dire lo sforzo di trovare un senso univoco è assolutamente necessaria per avere chiarezza di coscienza, dato che la discriminazione” – è un’attività psicologica che – “fa parte della natura di quest’ultima. Se però la separazione è talmente ampia che si perde di vista l’opposto complementare, e non si scorge più il risvolto nero del bianco, il male che c’è nel bene, le bassezze presenti nella cose sublimi eccetera, allora subentra l’unilateralità, che viene compensata nell’inconscio senza il nostro intervento. Questo bilanciamento avviene perfino contro la nostra volontà, che di conseguenza deve assumere atteggiamenti vieppiù fanatici, sino a che si giunge all’enantiodromia catastrofica.
 

La saggezza invece non dimentica mai che ogni cosa ha due risvolti: essa saprebbe impedire tali casi incresciosi se le fosse dato un briciolo di potere. Quest’ultimo però non si trova mai in mano alla saggezza, bensì sempre al centro degli interessi della massa, e perciò si accompagna inevitabilmente all’illimitata stupidità dell’uomo-massa.

Mentre si accentua l’atteggiamento unilaterale, decade il potere del re, che in origine consisteva proprio nella sua capacità di unire simbolicamente le polarità dell’essere. Quanto più distintamente emerge un’idea, tanto più la coscienza acquista chiarezza, tanto più insistente e tirannico si fa il suo contenuto, a cui deve inchinarsi tutto ciò che lo contraddice. Questa posizione estrema deve essere raggiunta, nonostante il fatto che il punto culminante rappresenti anche il punto finale. La natura dell’uomo, ossia l’inconscio, cerca immediatamente di produrre una compensazione; questo riesce estremamente sgradito alla posizione estrema, perché quest’ultima si considera sempre come ideale e per di più si trova nella condizione di provare la sua eccellenza con i migliori argomenti.

Ed infatti ciò che è ideale è imperfetto poiché vede solamente una delle parti. La vita completa – scrive Jung – ha bisogno di poter vedere anche gli aspetti oscuri. La vita “vuole che a ogni giorno segua la notte e che anche la saggezza celebri il suo carnevale, di cui l’alchimia reca non poche tracce. Per questi motivi il re necessita di costante rinnovamento, il quale incomincia con il discendere nella propria oscurità, con l’immersione nelle proprie profondità e con il ricordarsi che in lui scorre il medesimo sangue che scorre nelle vene del suo avversario.
(M.C. pag. 342-343)

A presto,
Valeria Bianchi Mian

Sono graditi i vostri commenti, le domande, i suggerimenti. A presto per osservare insieme… le contraddizioni, contrapposizioni e le strade del nostro tempo…

 
 

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2 Commenti

  1. simonetta.putti

    Mi stimola l’accenno al
    Mi stimola l’accenno al pensiero vichiano ed il richiamo all’opportunità di “imparare dalla storia..”.. orientamento che mi sembra quanto mai attuale oggi. Nel nostro tempo, infatti, assistiamo non raramente a capovolgimenti nell’opposto: penso al livello collettivo, agli ambiti del politico e del sociale. Sembra essere carente, se non del tutto assente, la capacità di una mediazione…

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    • bianchivaleria

      Un terzo che non emerge
      Un terzo che non emerge mai… o non ancora?

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