R: “Da quanto tempo si occupa degli scomparsi?”
M: “In realtà, per le mie inchieste ho intervistato le famiglie di quelle persone scomparse che sono mediaticamente piu famose come il caso di Emanuela Orlandi, di Mirella Gregori e di Davide Cervia.Vorrei aggiungerti anche Serena Mollicone e Antonella Di Veroli in cui non scompare la vittima ma scompare la verità…Sul caso di Antonella Di Veroli ho scritto anche un libro intitolato “40 Passi” (Edizioni Sovera).
R: “Quale è il caso che più l’ha colpita, che più le ha destato interesse e perchè?”
M: “Diciamo che non ce n’è uno in particolare, tutti quelli di cui ho parlato mi sono rimasti dentro. Quello che mi ha colpito di piu’, in realtà, è la sofferenza delle famiglie degli scomparsi.
R: “In quale stato psicologico socio esistenziale vivono?”
M: “si tratta di una sofferenza che si esplica in due modi: da un lato, loro esprimono la mancanza , l’assenza della persona amata; in secondo luogo, c’è l’umiliazione per queste famiglie di essere messi al centro di illazioni e bugie da parte dei giornalisti e media in genere, perche si pensa che vi sia sempre un mistero piu’ alto e che la famiglia sia inevitabilmente coinvolta. Ad esempio, nel caso di Davide Cervia – il tecnico in congedo della marina militare che era a conoscenza del funzionamento dei sistemi per la guerra elettronica, probabilmente rapito da potenze medio- orientali, perché appunto, esperto del sistema di puntamento dei missili montati sulle navi da guerra libiche – un testimone riportò alla stampa che Davide avesse un’amante e che quindi la sua sparizione fosse volontaria, quando era chiaramente un rapimento per la dinamica dei fatti…Ecco, considera che tu familiare, non solo hai una perdita importante, ma ti devi difendere e devi difendere il tuo congiunto da queste falsità. Oppure, nel caso di Emanuela Orlandi, sono state scritte falsità incredibili che hanno coinvolto anche la moglie di Pietro Orlandi, ma in questo caso è stato davvero scritto di tutto. Anche sul caso di Mirella Gregori stato detto che la famiglia sapeva che la ragazza era viva e che era scappata volontariamente e che non lo avessero comunicato per tenere aperta l’idea del rapimento. Ricapitolando, a questa sofferenza appartiene sia il dolore dell’assenza del proprio congiunto,sia la rabbia di doversi difendere da accuse incredibili, come se in qualche modo ci si dovesse discolpare neanche fossero loro i responsabili del rapimento.”
La sensazione che ho è di profonda partecipazione verso le famiglie che si trovano a vivere una vita in certo qual modo interrotta, perché né c’è vita dopo una scomparsa né rassegnazione sulla morte perché non c’ è certezza sulla morte di queste persone, una sorta di limbo.. per gli Orlandi e per la famiglia Gregori ad esempio, questo limbo dura da 32 anni.
R: “Quali fondamentali difficoltà hanno incontrato nella ricerca della verità sul proprio congiunto?
M: “Burocratiche e di mancanza di collaborazione da parte degli inquirenti verso le famiglie che, a volte, si sentono non ascoltate.”
R: “Pensi che molti di questi scomparsi siano stati assassinati o deceduti per morte naturale?
M: “La domanda mi mette un po’ a disagio perché quando entri in contatto con le famiglie acquisisci anche tu la speranza di ritrovarli vivi. E’ chiaro che ci sono delle evidenze in alcuni casi, come nel caso di Davide Cervia che fanno pensare che è impossibile che Davide vivo non ricontatti i due figli e la moglie, subentra la rassegnazione sulla possibilità di trovare vive queste persone. Ma anche la tenacia di sapere cosa è accaduto”
R: “Leggendo le statistiche sulle scomparse dal 1974 al 2014. Pubblicate dalla rivista QUARTO GRADO, risulta che la maggior parte delle sparizioni sia da attribuire all’allontanamento volontario. Cosa ne pensa?
M: “Penso che sia un diritto di ogni persona lasciar perdere le proprie tracce, è un diritto inalienabile, questo non è in discussione. Quello di cui ci si occupa con passione, dal punto di vista giornalistico come faccio io, è la scomparsa che ha una evidenza di non volontarietà. Per dirla in soldoni, come si può immaginare che una mamma scompaia senza lasciare traccia ai propri figli? come è successo per Roberta Ragusa. Come possono a 15 anni Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, lasciare le proprie famiglie per una avventura senza aver mai dato segno di inquietudine? Deve esserci una struttura di comportamento che può far immaginare un allontanamento volontario, in altri casi c’ è una evidenza lampante di azioni delittuose in cui, purtroppo non si trovano prove.
R: “Il Lazio, la Sicilia e la Lombardia risultano le regioni con piu’ elevato tasso di scomparsi. Come mai secondo lei?”
M: “ Penso che vengano scambiate per scomparse anche fenomeni di migrazione. Penso che dalla Sicilia, dal Lazio e dalla Lombardia possono essere più frequenti. Forse il dato è falsato dalla specificità di alcuni elementi, puo’ darsi che la gente abbia cambiato avvero vita. Però penso che il fenomeno più preoccupante sia quello della sparizione dei minori, perché se possiamo accettare che un adulto possa allontanarsi, i minori andrebbero cercati immediatamente. Ci sono ragazzi di 14 anni che scompaiono e non possiamo perdere tempo quando si parla di sparizione,appunto, di minori!”
R: “Leggendo la stessa statistica, contro ogni attesa, si rileva una percentuale doppia degli uomini scomparsi rispetto alle donne…come mai secondo lei?”
M: “Secondo me, dobbiamo sempre considerare che la percentuale più alta è quella dell’allontanamento volontario ed è probabile che l’uomo in certi ambiti sociali, quelli più degradati o in difficoltà, possono avere una maggiore disponibilità economica per potersi allontanare da casa e cambiare vita”
R: “Cosa chiedono oggi le famiglie degli scomparsi?Come si potrebbero attivare le istituzioni per poter sostenere queste famiglie nella ricerca della verità?”
M: “ Sono decenni che chiedono una legge che preveda di un’azione di allarme immediato dopo la denuncia di scomparsa. Poi, soprattutto, chiedono una banca dati unica che in tempo reale possa verificare che molti casi di scomparsa non giacciano negli obitori degli ospedali italiani senza che nessuno confronti la salma con le persone scomparse. Manca una banca dati che permetta, in tempo reale, di confrontare sia le salme ma anche le persone ricoverate, quelle disorientate nel tempo e nello spazio per perdita della memoria,persone che hanno perso documenti. Passano 10 anni e poi, magari, la risposta è nell’ospedale di fronte. Occorre un’azione immediata nella ricerca. Ad esempio, nel caso di Guerrina Piscaglia, si sono attivati dopo 3 mesi. Occorre un’opera di sinergia congiunta tra i vari enti e le Istituzioni che permetta di confrontare le salme senza un nome con le persone scomparse
R: “Una dichiarazione spontanea?”
Ringrazio Mauro Valentini per l’intervista gentilmente concessa e aggiungerei, su quest ultimo punto che riguarda i poteri occulti, anche i casi di Elisa Claps e Anna Esposito, il commissario della Digos assassinato nella Caserma Zaccagnino a Potenza. C’è chi vede una correlazione tra i due assassini, in ogni caso non si può prescindere dal considerare che c’è, spesso, chi copre chi.
#Giustizia per : Anna Esposito, Elisa Claps, Serena Mollicone,DavideCervia,Guerrina Piscaglia,Emanuela Orlandi, Mirella Gregori, Davide Cervia, Mario Biondo, Valentina Salamone, Federica Mangiapelo, Antonella Di Veroli e tante altre vittime del più grande male: l’umanità.
0 commenti