Cara collega, caro collega
Ti chiedo di leggere con attenzione questo comunicato nel quale tenterò non solo di fornirti tutte le ultime novità normative inerenti la nostra professione, tutti i servizi che l'associazione da me diretta mette a disposizione dei colleghi, tutte le anticipazioni che il futuro prossimo venturo, per quanto io sia capace di leggerlo, ci presenta, ma anche una visione "sociale" della nostra comunità professionale.
Negli ultimi due anni la nostra professione (e in generale il mondo delle professioni) è profondamente cambiato quanto alle regole di fondo.
E' cambiata la professione ma non con altrettanta velocità sono cambiati i professionisti che tuttora potremmo dividere in tre macrocategorie.
1. Lo/a psicologo professionista
2. Lo/a psicoburocrate
3. Lo/a psicologo missionario
1. Lo/a psicologo professionista
E' il collega o la collega che svolge la propria attività lavorativa con particolare abilità e competenza.
Obiettivi del professionista sono essenzialmente due: 1. Risolvere i problemi (essere di aiuto al cliente/paziente che a lui si rivolge), 2. Procacciarsi un (buon) reddito. Tendenzialmente il professionista è laico, incentrato sulla clinica o comunque sulla "pratica", riconosce alla comunità professionale un ruolo di guida ed alla collettività sociale il diritto di dettare le regole di fondo.
Conosco molti professionisti eccellenti, per lo più dediti alla pratica clinica o ad attività nel settore della psicologia giuridica o del lavoro e trovo che il loro comun denominatore sia prevalentemente quello di una buona visione della realtà, di un senso del limite, della capacità di rischiare senza discostarsi troppo dalle regole professionali e deontologiche. Certo semplificando potremmo supporre che la parola chiave del professionista sia concretezza (il rovescio della medaglia è pragmatismo)
2. Lo/a psicoburocrate
E' il collega o la collega, prevalentemente presente nel comparto delle ASL, ma non solo, che esercita le sue mansioni con formalismo eccessivo. Obiettivi dello psicoburocrate sono essenzialmente tre: 1. Mantenere la propria posizione lavorativa e di potere (lo/a psicoburocrate è normalmente, anche se non sempre, dipendente pubblico). 2. Fornire buoni servizi alla collettività (l'interesse è centrato più sul sociale che sul cliente individuale). 3. Assicurarsi possibilità di carriera.
Conosco psicoburocrati di grande eccellenza, spesso campioni nella gestione delle risorse umane e delle organizzazioni complesse e mi azzarderei a dire che la loro parola d'ordine potrebbe essere mediazione (il rovescio della medaglia è ipocrisia).
3. Lo/a psicologo missionario
E' il collega o la collega che propugna un alto ideale, quello della psicologia o della psicoterapia che se non salveranno il mondo certamente arrecheranno grandi benefici ai loro singoli clienti o pazienti.
Obiettivi dello/a psicologo missionario sono principalmente due: 1. Salvare (io ti salverò) il proprio cliente paziente dal giogo della malattia e restituirlo ad una vita ricca di soddisfazioni. 2. Propagandare "la fede" nella psicologia. 3. mantenere la propria totale autonomia di giudizio. Nel campo della psicologia ho conosciuto missionari (guru o maestri) meravigliosi che hanno davvero letteralmente "salvato" pazienti che altri avrebbero ritenuto irrecuperabili e credo che una parola che potrebbe accomunarli siacoraggio (il rovescio della medaglia è autoreferenzialità)
Se dovessi personalmente collocarmi in questa griglia, posto che mai una definizione può essere netta, direi che mi collocherei nell'area degli psicologi professionisti con qualche sfumatura (noblesse oblige) di psicoburocrate. Sono stato a lungo sposato con una grande missionaria della psicologia, Patrizia Adami Rook, non più tra noi dal 2007, dalla quale molto ho imparato ed alla quale ho regalato talvolta qualche pizzico di senso pratico.
Fatta questa premessa in certo senso socioprofessionale ti chiedo di cercare, ovunque nelle categorie descritte tu ritenga di poterti collocare, di capire come è la professione oggi e come la nostra associazione abbia messo a punto dei servizi capaci di aiutarti.
Il Mopi è comunque dell'avviso che, finchè non vi siano ulteriori indicazioni sia preciso diritto dei colleghi conoscere la normativa professionale di riferimento e che, sul tema dell'aggiornamento permanente la normativa di riferimento attuale sia quella del sistema ECM.
(La Commissione nazionale per la Formazione Continua ha determinato che il debito formativo per tutte le professioni è di 150 crediti anche per il triennio 2014-2016. Diversamente dal triennio precedente tutti i crediti possono essere ottenuti mediante la partecipazione a corsi FAD senza più alcuna limitazione.)
3. I soci Mopi possono se credono convenzionarsi con Unisalute spa (gruppo Unipol-Sai) che di tanto in tanto può inviare loro clienti (la tariffa convenzionata è 75 euro a seduta)
In conclusione a qualunque categoria di psicologi tu appartenga il Mopi cerca di esserti vicino, di tenerti informato/a e di darti una mano nel tuo percorso professionale.
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