Terrorismo Gay

25 Nov 15

A cura di Manlio Converti

Stavo riflettendo sulle pagine di Pasolini, edite dal Corriere della Sera, giornale da cui anche fu espulso nella progressiva persecuzione che subìva negli anni della rivoluzione culturale italiana, quando ho letto la notizia su un terrorista gay, il più celebre in questi giorni: Salah.

Pasolini rifletteva a sua volta su sè stesso e sulla sua doppia vita, artefice, secondo lui, di quel secondo sguardo, di quello sguardo collaterale sulla realtà sociale, non dal vertice borghese, anzi di élite borghese, autodefinizione propria, cui apparteneva, ma da quello operaio, sottoproletario, contadino, borgataro che poi diveniva protagonista nei suoi capolavori.

Pasolini non parlò mai dei moti di Stonewall nè dei Gaypride che iniziarono ad investire l'Italia nel '72 attravero il movimento radicale del FUORI. Per lui erano progetti americani e borghesi, probabilmente, e quindi alieni rispetto alla realtà operaia, sottoproletaria, borgatara e contadina che rappresentava l'humus della sua seconda vita e della sua arte.
E' però notizia certa che Salah, borgataro di Bruxelles, da non confondere con l'attaccante della Roma, già noto fumatore di hashish, la droga degli "assassini", ed abbastanza integrato nel tessuto sociale belga, o meglio omologato alla grande massa di indifferenti delle società occidentali, frequentasse i locali gay in qualità di escort.

La solita censura italiana non era riuscita a negare che gli appostamenti nella tragica notte di Bruxelles, la notte dei gatti in rete, avvenissero proprio nel quartiere gay della città, ma tutte le prove certe dell'omosessualità del pericoloso terrorista erano state deviate su un presunto bisogno del malvivente di procurarsi documenti falsi in qualche modo.

La tragica ipotesi della necessità di derubare documenti nei locali gay non regge, come non reggeva la presenza di un documento siriano sul corpo di uno dei terroristi esplosi al Bataclan, perché i terroristi sono già tutti cittadini europei ed hanno già cittadinanza e documenti a garanzia di quella libertà che loro vogliono negare e cancellare.
Questa modalità censoria dei mass media, oggi che il Vaticano processa i giornalisti che hanno rivelato lo scandalo dei furti e malversazioni, invece dei maversatori ed evasori fiscali, nel silenzio complice della stampa italiana, rende ancora più complicato il quadro psicologico e sociale, quando già sappiamo essere davvero un arabesco l'intrigo militare internazionale sul terreno siriano ed iracheno.

La mia riflessione si complica di un altro dato di cronaca. Tutte le dittature antiamericane usano oggi, da Putin fino all'Isis, l'omofobia violenta e orgogliosa come bandiera politica potente contro l'edonismo e l'omologazione di massa pretesa dal mercato di cui gli USA restano ancora i campioni ed esportatori mediatici, guerrafondai o economici.

Come qualcuno può già vedere nel trailer "Napolislam", anche in Italia, anzi a Napoli, i neo.convertiti usano la retorica della Sharia in contrasto all'edonismo imposto dalla televisione e all'omologazione di massa, discorsi questi completamente vivi e alla base del pensiero di Pasolini, ed appartengono al tessuto sociale proletario che a Napoli è ancora vivace, restando perfettamente dentro la retorica pasoliniana, come in un suo eventuale  film su "Alì dagli occhi azzurri".
Il fatto che nel Daesh gli omosessuali siano puniti con torture e precipitati bendati dai palazzi più alti di fronte a masse di cittadini esaltati, è quindi un'apparente contraddizione rispetto al fatto che Salah, uno dei più pericolosi terroristi europei, nato e pasciuto in Belgio, sia un marchettaro moderno e scafato, molto conosciuto ed apprezzato per questo.

Bisogna ricordare bene gli studi che spiegano che alcuni omosessuali sono "curati"  con l'obbligo del sacrificio come kamikaze, ma questo destino è stato rifiutato da Salah, presunta mente e non vittima dell'intero complotto parigino, che continua evidentemente a godere di una rete di protezione incredibile da parte della Umma, cioè della popolazione di religione musulmana legata alla sua corrente islamica ed alle sue intenzioni di imporre la Sharia con la violenza.

Sappiamo anche che l'autodefinizione delle persone musulmane che fanno gli escort o i marchettari è quella di eterosessuali prestati per necessità alla perversione del "ricchione" occidentale, ma sappiamo anche benissimo che queste persone sono evidentemente gay o al massimo bisessuali, anche se quest'idea li fa entrare in contraddizione con la propria cultura familiare.

La laicità ha prodotto i diritti civili, ma l'edonismo post-industriale ha creato individui solitari ed emarginati, anche quando immersi nella folla omologante. Perfino la famiglia, per il tramite della televisione, è solo una sommatoria di persone isolate che non comunicano da decenni. Come diceva Pasolini, è dagli anni cinquanta che contadini, operai, borgatari e sottoproletari sono diventati borghesi, ancorché piccoli piccoli, e comunque aspirano ormai solo all'omologazione borghese, perfino al quarto d'ora di celebrità per atti atroci pur di uscire dall'anonimato.

Noi sappiamo bene che di questo humus sociale e culturale umiliante e emarginato vivono anche le realtà terroristiche nostrane, quelle che definiamo camorra, mafia o 'ndangheta, come ci è ricordato anche  da uno dei protagonisti del trailer di "Napolislam", che spiega lucidamente come l'edonismo contemporaneo e televisivo produca la violenza, l'attrattiva e le regole della camorra, cui lui ha preferito la Sharia, ancorché traspaia evidente il vero motivo: essa crea appartenenza maggiore alla Umma, alla società dei pari, ma soprattutto e dichiaramente essa gli appare o lo fa sentire più forte della camorra e dell'edonismo omologante.

La società borghese crea mura invalicabili intorno ad ognuno di noi, la televisione, internet, i cellulari, la playstation o gli mp3 rinforzano e moltiplicano questi muri.
Finché resteremo isolati, ognuno nel proprio sogno borghese, terrorizzati dalla comunicazione con ogni tipo di diversità, soprattutto con quella rimasta effettivamente emarginata nelle periferie delle megalopoli, camorra e terrorismo avranno, proprio seguendo la logica del riscatto, quella pasoliniana, quindi quella cristiana e comunista in senso proprio ancorché apparentemente aberrate, tutto il campo libero e troveranno eserciti capaci di sacrificarsi, come Gesù, anche in nome di Maometto, o come Che Guevara delle lotte socialiste e comuniste, anche quando la propria appartenenza politica resta quella neofascista.

Il passaggio da sottoproletariato a borghesia piccola piccola, e poi dall'edonismo televisivo al sacrificio per una causa ideale, funziona all'interno di una logica di riscatto, da una parte, e, paradossalmente, proprio da quella dello stesso edonismo televisivo e mediatico, come dimostra l'uso massiccio di show e la spettacolarizzazione di ogni disastro in nome del terrore.
Il radicalismo estremo quindi, come la mafia, non si fa più bendare gli occhi dall'omofobia e dalla misoginia, che restano comunque potenti armi d'oppressione di massa e di comunicazione anti-occidentale, e non si fa scrupolo di usare donne e omo-bisessuali come Salah quando esprimano chiara volontà ad aderire ad un idealismo tragico.

L'uso efferato della violenza e la sua spettacolarizzazione anche fanno parte del ragionamento Pasoliniano, che lui attribuisce esclusivamente al vissuto fascista nel celebre "Le ultime giornate di Salò", ma che appartengono attraverso il loro sadismo a tutte le rappresentazioni erotiche di ogni orientamento sessuale e ad ogni tipo di regime, ma anche ed in modo spontaneo ad ogni tipo di sottoproletariato, che oggi sia quello degli Ultras o quello delle cosiddette baby-gang, che io continuo a chiamare nostalgicamente scugnizzi.

Sapere che l'ambiente omosessuale possa integrare integralisti e possa essere altamente sensibile a furti, come nell'ottocento, anche in una delle capitali dell'emancipazione omosessuale, si spiega con la violenza dell'omologazione e dell'anonimato che continua a pretendere persone neutre socialmente o telegenici fisicamente. Gli altri, che poi sono la maggioranza, sono relegati a relazioni mercenarie come all'epoca di Pasolini, con vissuti in cui si nega ciò che i corpi affermano, con il rischio pur nella verità del proprio corpo nudo e dell'orgasmo, di cancellare la propria identità.
O peggio.
Nel gioco delle maschere, in un ambiente familiare, in una periferia, in una fabbrica o a scuola, esattamente come nel locale gay, l'effeto è quello di imporre ad ognuno il ruolo di vittima e di carnefice in un gioco pericoloso che può continuare al di fuori e diventare estremo a causa di quei sistemi sociali che invece producono ancora e con forza degli ideali tragici altamente coinvolgenti.

L'anomia della società occidentale e l'edonismo borghese sono oggi i valori da riscattare, in nome del paravento dei diritti civili ed al fine di perpetuare logiche di mercato liberiste, a scapito di tutte quelle forme di ribellioni sociali, studentesche come islamiste, ambientaliste come camorriste, che vengono ugualmente a subire l'oppressione poliziesca, la persecuzione della magistratura e la violenza delle politiche internazionali, perché tutte queste in sè producono, nel bene come nel male, idealismi tragici inaccettabili in un regime di omologazione di massa.

L'ultimo rigo lo rivolgo al silenzio del Presidente Mattarella al funerale della vittima italiana del Bataclan, assurta a dea madre, sacrificata in nome di quei valori laici di cui sopra, e lo taccio.

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