Il 6 novembre 2015 ho avuto l’occasione di essere invitato al Convegno "Tecnologie e ambienti di apprendimento: documentazione e prospettive" tenutosi a Genova in quel giorno.
Il tema che ho trattato nel mio intervento è stato quello del rapporto delle nuove tecnologie e la psicopatologia.
Nel video proposto sotto queste righe il mio intervento.
Credo che il tema trattato sia importante e meritevole di una discussione che spero si avvii tra i lettori della rivista, provo a riassumere i punti centrali del mio pensiero, proposti nel video in attesa di discuterne qua:
Il tema che ho trattato nel mio intervento è stato quello del rapporto delle nuove tecnologie e la psicopatologia.
Nel video proposto sotto queste righe il mio intervento.
Credo che il tema trattato sia importante e meritevole di una discussione che spero si avvii tra i lettori della rivista, provo a riassumere i punti centrali del mio pensiero, proposti nel video in attesa di discuterne qua:
- non esiste una “patologia psichiatrica internet correlata” ma esistono patologie psichiatriche che possono declinarsi anche in rete che ha da un lato una “fenomenologia” sua propria dall’altro una pervasività che la psichiatria NON PUO’ non considerare
- la scuola ha un ruolo essenziale nell’apprendimento e nell’educazione all’uso degli strumenti dell’Information Technology che DEBBONO entrare e integrarsi nella quotidianità degli insegnamenti come un vero “valore aggiunto” a cui il corpo insegnante deve necessariamente formarsi ed essere formato
MI auguro davvero che nasca un dibattito su questi temi che ritengo centrali per lo sviluppo di una vera “BUONA SCUOLA”
Sarei oltremodo felice di
Sarei oltremodo felice di discutere qui i contenuti proposti.
Il dialogo coi lettori arricchisce e nobilita la proposta di contenuti e li socializza
Spero accada…
Giusto. La patologia sta a
Giusto. La patologia sta a monte di Internet, che è solo un sintomo di un disagio collettivo: la difficoltà di comunicare realmente con l’altro. Allora si comunica virtualmente. Una nota di clinica analitica: la comunicazione virtuale non crea transfert di lavoro analitico.
In realtà, come fa notare Bollorino, sul web non esistono oggetti reali che oppongano resistenza. La conseguenza è semplice: sul web non si può né amare né odiare veramente. Il web è un circuito infinito di estesa indifferenza. Si può arrivare a scopare con l’interlocutore della chat, magari a ucciderlo, ma non si arriva a creare un rapporto fecondo con lui, un rapporto, cioè, che cambi sia te sia lui.
Antonello Sciacchitano
per me è centrale il ruolo
per me è centrale il ruolo della rappresentazione e come conseguenza non logica ma frequente il ruolo della idealizzazione nei rapporti virtuali che acquisiscono una dimensione più onanistica che relazionale.
Ovviamente la rete è ANCHE il miglior strumento di comunicazione che sia mai stato inventato e pure un luogo dove sviluppare una conoscenza nuova. In questi ambiti con una attenta osservazione del patologico possibile è dove secondo me dovrebbe “lavorare” la scuola fin dalle prime classi elementari.
La cittadinanza digitale matura dovrebbe far parte integrante del percorso formativo.
Perchè ciò accada occorre che l’ITC entri dentro i percorsi formativi e che il corpo insegnante sia adeguatamente formato allo scopo