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SULL’AFFITTO DELLE GESTANTI E SULLA MADRE FRAMMENTATA – report di un incontro all’A.R.P.A Jung di Roma

8 Feb 16

A cura di Valeria Bianchi

All'Arpa Jung - un momento della discussione


Un incontro importante, quello di sabato 6 febbraio all'Arpa Jung di Roma, al quale ho partecipato con Silvana Graziella Ceresa.
Ho portato avanti il mio confronto con gli analisti sul tema della "maternità surrogata". Con Ceresa (che della Associazione per la ricerca in psicologia analitica fa parte) questo confronto si è avviato da tempo e, insieme, prendendo come risorsa le nostre stesse differenze di pensiero abbiamo aperto le riflessioni agli psicologi e psicoterapeuti e ai medici analisti junghiani. 

Come ho già sottolineato altrove, a questo confronto si è avvicinata anche Simonetta Putti, analista che ho intenzione di coinvolgere nel prossimo articolo della serie "Conversazioni junghiane", quando andremo a focalizzare l'attenzione sul concetto di "onnipotenza" legato al desiderio e alla realizzazione della genitorialità contemporanea. 

Non solo junghiane, però.
Ho raccontato al gruppo Arpa Jung come negli ultimi tempi anche analiste e psicoterapeute di ogni orientamento teorico e clinico ci abbiano contattate o si siano lasciate counvolgere nella rete di pensiero e confronto sulla frammentazione della maternità contemporanea. Le colleghe piemontesi Francesca Nicassio e Valentina Baruffa, entrambe interessate al tema, si sono aggiunte al gruppo di lavoro torinese, e, occorre dirlo, questa sinergia sta offrendo prospettive dinamiche per osservare il tempo presente. 

Personalmente (e ci tengo a dire che non tutte le mie colleghe condividono questo pensiero, da qui il dialogo possibile e il confronto) credo che il NO delle femministe alla maternità surrogata sia necessario. La limitazione, il freno è attualmente importante per compensare un eccesso di "apertura disinformata", nonché la spinta collettiva alla "normalizzazione" della Gpa, della "madre frammentata", dell'utero in affitto.

Si tratta di un "no" che ha trovato la sua forma a Parigi il 2 febbraio con la stesura della Carta per l'abolizione universale della pratica in tutto il mondo, e con l'appello al Parlamento Europeo, corredato di informazioni molto chiare rispetto allo sfruttamento delle donne e dei bambini coinvolti. Sul tema del "corpo umano come bene patrimoniale" e dei rischi enormi connessi a questo utilizzo delle persone in onore del desiderio tirannico hanno già scritto in molte: giornaliste come Paola Tavella e Monica Ricci Sargentini, Marina Terragni; sociologhe come Daniela Danna e molte altre.
Nel confronto con gli analisti all'Arpa Jung ho articolato e motivato questa mia accoglienza dell'opposto al "vale tutto", al "perché no?", al "ma, se una donna vuole farlo…"

Possiamo dire che accogliere il "no" nel nostro confronto è necessario per riflettere, per prendere tempo, il tempo necessario per gli psicologi e psicoterapeuti che lavorano con le donne, o con pazienti che soffrono di infertilità, o con le famiglie, per osservare la tematica da TUTTI i punti di vista una situazione che per molti è nuova. Una situazione per la quale non abbiamo strumenti teorici e terapeutici collaudati. "Uno scenario nel quale la scienza offre a tutti il figlio e il figlio diventa diritto" (commento di Anita Ricci, biologa presente all'incontro). Una sosta, un attimo di attesa per non farci travolgere dalla "spinta progressista che dice sì a tutto" (commento di Simonetta Putti). 
 

Mancanza di una ricerca che possa dirsi esaustiva sul tema della Gpa. Interessi economici abnormi da parte delle case farmaceutiche di tutto il mondo e delle cliniche della fertilità. Incapacità di sostare, di stare in attesa, di stare nella sofferenza psichica e nel dubbio per i figli dello spirito del tempo. Schiavitù ataviche e nuove schiavitù (a volte mascherate da libertà e seduzione collettiva) per le donne; la conquista delle aree più intime e ricche della psiche e del corpo da parte del potere medico alleato al desiderio senza limiti, un desiderio da realizzare per "diritto".

Se il desiderio è un diritto, ci chiediamo tutti, lo è altrettanto la sua realizzazione? 

Silvana Graziella Ceresa sottolinea l'importanza della responsabilità, un concetto forse non molto di moda, ma che potrebbe – anche grazie al confronto in atto – diventare più visibile e tenuto in considerazione.

Nell'ottica di "Analisi e Attivismo" – che è stato il titolo del Congresso IAAP al quale ho partecipato in dicembre – a mio avviso è anche importante il contatto con le persone che si occupano, a più livelli e con posizioni differenti, del tema: medici psichiatri, ginecologi, colleghi psicoterapeuti che lavorano con le donne e hanno esperienza clinica con persone che soffrono di infertilità, giornaliste e femministe, politiche.  

Che cosa ne pensano gli analisti?
Il filo rosso della giornata è questo: 
 

LA MATERNITA' SURROGATA E' UN PROBLEMA COMPLESSO, UN PROBLEMA SISTEMICO

La maternità surrogata non è di certo un tema da affrontare osservando il mondo con una sola lente di ingrandimento o solamente con il cannocchiale.

La maternità surrogata è un tema che va osservato con attenzione multidisciplinare: è quanto emerge dalla discussione, il punto centrale che appare chiaramente dalla vivacità del dialogo, dagli intereventi appassionati dei professionisti, dall'interesse che suscita il nostro intervento.

LAVORI IN CORSO.

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11 Commenti

  1. simonetta.putti

    Un sentito grazie a Valeria
    Un sentito grazie a Valeria Bianchi Mian, a Graziella Silvana Ceresa ed anche all’associazione A.R.P.A che ha ospitato l’incontro.. Condivido con le colleghe la ferma opinione che il dibattito vada aperto e portato avanti in una ottica multidisciplinare, chiamando ad esprimersi le categorie che a diverso titolo possano illustrarne luci ed ombre. Credo che ad ognuno di noi compete la responsabilità di prevedere le possibili conseguenze delle nostre scelte…essendo consapevoli che abbiamo a che fare con una tematica multistrato, in cui si intrecciano anche livelli economici / politici / ed interessi disparati che rischiano di confondere o paradossalmente di portare ad indebite semplificazioni…

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    • bianchivaleria

      Grazie a te Simonetta Putti.
      Grazie a te Simonetta Putti. Grazie all’A.R.P.A. e a Silvana Ceresa. A Robert Mercurio e a tutti gli analisti e le analiste che sono intervenute. Alla biologa, alla ginecologa, ai professionisti non “psi” che hanno portato un contributo al dialogo. A presto.

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  2. manlio.converti

    Sono d’accordo che servano
    Sono d’accordo che servano delle regole per evitare lo sfruttamento ma la visione apocalittica rinnega il fatto che nascono nuove vite in questo modo e nuove famiglie.
    Non si cita orientamento sessuale o la paternità, come se lo sperma per l’eterologa o l’ovulo donato non fossero soggetti allo stesso vostro omofobo diniego.
    Infine citate Parigi,. Città dell’Amore, o La Manif pour Tous dichiaratamente omofoba e misogina?
    Siccome il tema del divieto vi piace… Perché non obbligare le donne a riconoscere i figli e vietare l’aborto?
    Decidete voi il limite oppure il corpo è il mio e decido io?

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    • bianchivaleria

      Trovo estremamente noiosa
      Trovo estremamente noiosa questa facilità nel dare dell’omofobo a colui che non condivide le prese di posizione dei movimenti LGBT rispetto alla Gpa, e che non condivide la Gpa come pratica senza rischi, come pratica valida per tutti.
      Il discorso è volutamente generico perché non riguarda i gay, ma tutti.
      Saluti.

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      • manlio.converti

        È da oltre dieci anni che
        È da oltre dieci anni che esiste la GPA voi ve la ricordate solo adesso…
        Siamo felici di esser le noiose, nous, noos…
        La falsa coscienza del divieto castrante, ma lei l’ovulo lo richiede o un rene o lo sperma o una sacca di sangue?
        Lei oblitera la paternità e soprattutto l’Epifania di una nuova vita!
        Io non sono una lobby, ma lei da omofoba e reazionaria non ci arriva…
        Non raggiunge il minimo di capacità di ascolto e di dialogo.
        Lei agita fantasmi e pregiudizi con la veste ufficiale del suo ruolo, insomma, a chiacchiere…
        Eppure da dieci anni esiste la GPA in tanti paesi ricchi e occidentali….
        Le coincidenze della vita, se la sarà dimenticata in borsetta finora?

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        • bianchivaleria

          Io credo che, se l’intenzione
          Io credo che, se l’intenzione è quella di dialogare, non bisognerebbe cominciare dando dell’omofobo a chicchessia ogni volta che questo chicchessia esprime dubbi o anche contrarietà sull’utero in affitto. Poiché è già avvenuto che Converti si esprimesse in questo modo con me, e poiché il termine mi appare fuori luogo e insultante, fatico a capire che tipo di dialogo ci possa essere.
          Rispondo però con un articolo non mio, ma chiaro su questo punto.
          http://27esimaora.corriere.it/articolo/quellimbarazzo-della-sinistra-italiana-sulla-legge-cirinna-e-lutero-in-affitto/

          “Perché in Italia la sinistra ha così tante remore a schierarsi apertamente contro la Gestazione per altri? E perché le persone che lo fanno vengono additate troppo spesso come omofobe (anche se sono gay), cattoliche (anche se sono laiche) e bollate come ideologiche, ignoranti o semplicemente in malafede? Il grande imbarazzo è creato dalla discussione sul ddl Cirinnà in corso al Senato. Si dice: “Perché voi femministe avete tirato fuori questo discorso proprio ora? Non era il momento, adesso. Dovevate aspettare”. (Nella foto Matt Bomer a passeggio con il partner e i tre figli a New York)

          Eppure in Francia, dove il Mariage pour tous è stato approvato nel 2013, il problema della stepchild adoption connessa all’utero in affitto se lo pongono, eccome. E se lo pone senza remore proprio la sinistra. Laurence Dumont, socialista, vicepresidente dell’Assemblée Nationale, tra le promotrici dell’Assise di Parigi del 2 febbraio, dice al Corriere nel video qui sotto: “Bisogna che conduciamo a livello europeo e internazionale un’azione contro la maternità surrogata perché altrimenti la gente va all’estero fa i bambini e poi li porta qui da noi”.

          Sono stati numerosi i prefetti che si sono rifiutati di registrare i bambini all’anagrafe perché nati dall’utero nei Paesi in cui è legale. E alcuni sono stati multati per questo. La Corte Europea dei diritti dell’Uomo il 26 giugno 2014 ha imposto a Parigi di riconoscere il certificato di nascita che non fa menzione della madre biologica ai figli nati da Gpa nell’interesse superiore del bambino. Una sentenza analoga è stata pronunciata nei confronti dell’Italia il 27 gennaio 2015 ma il nostro Paese ha presentato ricorso. Il 15 marzo prossimo il Consiglio d’Europa esaminerà un documento sulla Gpa scritto dalla ginecologa e deputata belga de Sutter, contestatissima per conflitto di interessi poiché ella stessa praticante la surrogacy nella sua clinica a Gand.

          La Francia, dunque, ha lo stesso problema dell’Italia: il divieto alla Gpa viene aggirato dalle coppie, in mggioranza etero, ed la pratica viene di fatto depenalizzata dalle sentenze. Dumont a Parigi non ne ha fatto mistero:

          “Sono stata contenta di vedere qui la folta delegazione italiana di Se non ora quando. Sia noi che voi stiamo affrontando due grandi battaglie: noi la legge sulla prostituzione e voi questo testo molto importante che darà nuovi diritti agli omosessuali. Saluto la sinistra italiana che porta avanti la battaglia per i gay. Noi, gli italiani e tutti gli altri, dobbiamo impegnarci per l’abolizione universale della Gpa, è un progetto ambizioso ma abbiamo al nostro fianco tante associazioni e la sinistra francese”.

          Per Dumont la lotta all’utero in affitto è una questione di sinistra perché “riguarda il concetto di progresso, dell’indisponibilità e della non commercializzazione del corpo umano”.

          Il movimento nato dall’Assise di Parigi ha ben chiaro un concetto: le leggi nazionali non possono bastare a fermare un mercato in grande espansione, pompato dalle case farmaceutiche e dalle agenzie che fioriscono ovunque. Kajsa Ekis Ekman, svedese, autrice di “Essere comprati” è convinta che sia questo il momento di combattere: “Se non fermiamo ora il business – dice nel video qui sotto – diventerà troppo grande”.

          Per questo l’idea è di muoversi a livello europeo. Arginando le mosse di chi vorrebbe regolarizzare la surrogacy anche nei Paesi in cui è vietata. José Bové, eurodeputato ecologista, ha ben chiaro l’urgenza di un pronunciamento della Commissione Europea per un divieto su tutto il territorio Ue. Ma non basterà. “Bisogna arrivare a portare la questione davanti alle Nazioni Unite in modo che la Gpa diventi vietata esattamente come la schiavitù. Quando è stata abolita la schiavitù nessuno ha fatto un dibattito per decidere se esisteva una schiavitù etica”.
          L’articolo è di Monica Ricci Sargentini. Posso aggiungere che siamo in molte – medici, psicologhe, analiste, filosofe, sociologhe, eccetera a pensarla in questo modo o, almeno, ad avere remore e dubbi.

          Dopo di che, per concludere, ci sono molti modi DIFFERENTI dalla Gpa per diventare padri anche per gli omosessuali. Non solo per gli etero.
          Buona serata.

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          • manlio.converti

            Che orrore: la gente (che non
            Che orrore: la gente (che non può farli) va a fare i figli altrove, ma soprattutto li porta qua…. CLANDESTINI maledetti… da Dio? da Salvini? Si rende conto dell’assurdità? Xeonofoba o Omofoba, sicuramente il ragionamento è reazionario!
            Anche l’eterologa permette di scegliere il colore degli occhi e il corpo umano ha un prezzo preciso, anche quello che ci perdo a risponderle…
            In Francia è stata Manif Pour Tous e i suoi esponenti anche a sinistra a tirar fuori questa storia, proprio perché è passatto il Matrimonio Paritario, non cerchi di stravolgere la storia, così come le Terapie Riparative, Nicolosi se le è inventate dopo che l’OMS, ma non il SSN o la SIP, ha dichiarato la completa depatologizzazione dell’omosessualità.
            Veronesi è stato chiaro: esiste un problema enorme di infertilità, soprattutto nei Paesi Occidentali, per cui stanno aumentando, in attesa di UTERO ARTIFICIALE, tutte le metodiche surrogate.
            Se ne faccia una ragione.
            Facciamo NASCERE dei BAMBINI…. Non uccidiamo nessuno.
            Voi invece con queste idee omofobe, xenofobe e reazionarie state DANNEGGIANDO GRAVEMENTE I MINORI.
            Il corpo è MIO e lo gestisco IO.
            Il concetto di INDISPONIBILITA’ del CORPO (o della vita) è un concetto RELIGIOSO e REAZIONARIO, di sinistra solo mentre lei svolta due volte a destra…
            Siamo convinti che vada regolamentata, per evitare abusi nei Paesi del Terzo Mondo, dove ti comprano un rene e un occhio con la stessa facilità, senza che lei abbia nulla da protestare nel merito, ma questo non ha nulla a che vedere con la Schiavitù. Fare nascere bambini è una Schiavitù? Si rende conto di cosa dice?
            Una Madre è una SCHIAVA perché fa nascere un bambino???
            Ognuno sceglie come diventare Padre e non lo decide LEI, nè le sue numerose amiche REAZIONARIE.

          • bianchivaleria

            E’ evidente che la misoginia
            E’ evidente che la misoginia impera in Manlio Converti, il quale non solo non ha la minima idea di cosa sia un utero, ma ritiene suo diritto e diritto degli uomini l’utero in affitto. L’utero artificiale? Bella umanità vogliamo. Mercificazione totale. A quel punto, trasformiamoci in ingegneri e lasciamo perdere le scienze umane.
            La invito a moderare i toni, comunque, ha già insultato abbastanza con il suo grido “all’omofobia”. Glielo dico una volta e spero basti. Non ho intenzione di perdere tempo con lei.
            Buona lettura ai lettori.

          • manlio.converti

            E’ una MONACA?^^?
            Il pensiero

            E’ una MONACA?^^?
            Il pensiero di una monaca sulla vita delle donne??
            Stiamo scherzando vero??
            Allora la terra e piatta…
            Facciamo ABIURA!

        • simonetta.putti

          Manlio Converti evidenzia che
          Manlio Converti evidenzia che “è da oltre dieci anni che esiste la GPA voi ve la ricordate solo adesso…”. L’attenzione al fenomeno esiste sin dal suo nascere e nelle svariate declinazioni possibili; già nel 2000 concordavo con Erika Czako, medico e psicologa, che efficacemente vedeva nella GPA il nuovo “accanimento procreativo”. Il sintetico articolo titolato ‘La profezia di Goethe’ è nel Giornale Storico di Psicologia Dinamica, vol. XXIV – fascicolo 47, Di Renzo Editore, Roma, 2000. Credo sarebbe utile rileggerlo oggi….
          All’oggi appartiene non l’attenzione ma il tam tam mediatico….

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