Come in un film di serie B del sessantotto, che paragonava omicidi e avvelenamenti all'amore tra due donne, CONTRO NATURA è diventato lo slogan vincente del Ministro Alfano, già artefice di lotte strenue contro ogni forma di riconoscimento delle coppie omosessuali e in particolare della genitorialità Lgbt.
Contro Natura, dice il Ministro, rifacendo il verso a millenni di oscurantismo e controriforma, perché è la Natura l'unico limite della politica.
A questo punto in qualità di medico mi vien voglia subito di vietare le trasfusioni, i trapianti e perfino le terapie farmacologiche, dal momento che non è la natura ad aver prodotto l'allungamento della vita umana.
Eliminerei anche gli occhiali, la televisione ed internet, giacché la politica deve garantire alla Natura di fare il suo corso!
All'evidente abiezione del Ministro Alfano, nessuno replica in ambito sanitario.
L'ordine degli psicologi solamente e perfino alcuni magistrati si sono ampiamente sbracciati per dimostrare in termini scientifici quanto basterebbe comprendere in termini umani, ovvero la completa normalità dell'omosessualità e la completa salubrità di un contesto familiare omogenitoraile. Nessun medico a favore, alcuni contrari in modo altrettanto feroce, come il neurochirugo Gandolfini.
Ormai è una gara, incentrata soprattutto sulla GPA, gravidanza per altri, sulle quali la Ministro della Sanità Lorenzin si è spesa tantissimo, fino a chiedere di mandare in galera il genitore biologico, presupposto maschio ed omosessuale come il Senatore Lo Giudice, nonostante le evidenze contrarie. (Il rogo no?)
Il concetto di Adozione, Donare la Vita, o di Amore per la Prole ovviamente sfugge al punto che la Deputata Meloni, gravida fuori dal matrimonio, nonostante sia paladina del catto-fascismo italiano, sta quasi per rendersi conto che se avesse un figlio omosessuale o transesuale sarebbe lei la peggiore madre di questo mondo, per averlo condannato prima ancora della sua nascita.
Le fantasie catto-fasciste, cui hanno contribuito ampiamente i deliri omofobi dei comunisti e dei catto-comunisti storici, sono ovviamente difficili da sedare. Al momento viviamo sospesi nel silenzio della Fnomceo e di Psichiatria Democratica, e dopo il discorso dislessico dei Presidenti della SIP, pediatria e psichiatria, che se ne sono lavati le mani dopo aver comunque gettato altro fango sulle persone, coppie e famiglie omosessuali.
La rabbia è l'unico sentimento che finalmente è esploso pubblicamente, quella che il sottoscritto prova da anni essendo ancora l'unico omosessuale psichiatra, medico gay, attivista e laureato in Medicina e Chirurgia, d'Italia a parlare di questi temi apertamente.
La comunità Lgbt è sicuramente divisa, da una parte alcuni vertici ampiamente compromessi con la politica e dall'altra quanti protestano per l'evidente umiliazione pubblica, sancita dal Diritto Italiano ovvero dal Maxi Emendamento, che possiamo ormai tranquillamente chiamare, citando la Littizzeto Maxi E-MERDA-mento.
Esiste poi la massa di chi si nasconde, alcuni in preda a ipocrisie italiche fisiologiche, altri, la maggior parte, terrorizzati dal clima omofobo in casa, a scuola e sul posto di lavoro, ovviamente aumentato ad ogni dichiarazione sovrannaturale della Ministro della Sanità, del Ministro degli Interni, del celebre neurochirurgo e dai balbuzienti presidenti della SIP.
La Storia ci dirà se questo provvedimento sarà il primo di una lunga serie di persecuzioni ed umiliazioni pubbliche, o se con tempi lentissimi più dei bradipi arriveremo al concetto di Matrimonio Paritario e di Contrasto Attivo all'Omofobia e Transfobia, come nei Paesi Occidentali.
Sarà soprattutto interessante scoprire l'effetto di concetti innovativi come il divorzio rapido, anzi immediato, da un'Unione che non è un Matrimonio, e quindi non è Civile, nemmeno per garantire la Fedeltà Reciproca, che è davvero l'ultima frontiera di una classe politica che si è particolarmente contraddistinta per la varietà degli appetiti sessuali.
Ogni analisi psicologica, essendo per definizione Freudiana, operazione archeologica, è inattendibile.
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