Lo spurgo dell'obbligo di fedeltà coniugale dal ddl Cirinnà, la dice lunga su tante cose. Innanzitutto sull'omosessualità, che troppi vedono come un triste esercizio di erotismo di seconda mano, di cui è impensabile supporre una dimensione alta e impegnativa di affettività. Se proprio vogliono, i "ricchioni" si sposino pure, sembra dire il legislatore, ma non è il caso di impegnarli sul versante della fedeltà, perché tanto si tratta d’incontri casuali, di desideri malati il cui destino sono oblio e depressione. L'omosessualità non merita tanto impegno, e gli altri, gli etero conviventi, che si sposino e la smettano di rompere.
E poi lo spurgo della fedeltà dal decreto la dice lunga anche sull'idea di fedeltà: che non è qualcosa che riguarda l'importanza di un vincolo, e le responsabilità che ne derivano, ma una mera questione sessuale. Essere fedeli significa soltanto non copulare extra moenia. Tutto il resto non conta: non è infedele quel signore da me conosciuto che dopo aver consentito di malavoglia all'adozione che la moglie con tanta insistenza gli chiedeva, poi, quando il bambino venuto dall'altra parte del mondo si è rivelato così difficile, ha cominciato a viaggiare molto, a essere sempre più assente, e poco importa se guidava il camion o andava a puttane. Il fatto era che mai una volta andò a scuola a parlare con gli insegnanti; e che la moglie. di fronte alla tragedia che quel bambino stava raccontando attraverso un agire violento e incomprensibile, era sempre più sola a fare da argine. Per non parlare della "fedeltà" che si gioca sulle questioni patrimoniali, della quale ho visto cose che voi umani … Chissà, se nella generale crisi dell'istituto matrimoniale (perché qui, ormai, gli unici a volersi sposare sono rimasti i LGBT), la Chiesa non dovrebbe fare un robusto esame di coscienza, per aver ridotto la questione della fedeltà a mera faccenda di letto. E noi a esserle andati dietro, come pecore decerebrate.
Molto divertente e
Molto divertente e sensato.
Grazie