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LA MIA RASSEGNA DI ARTICOLI E RICERCHE SULLA MATERNITA’ SURROGATA: junghiani, freudiani e… altro.

1 Apr 16

A cura di Valeria Bianchi

Ne hanno parlato tutti, ma proprio tutti. Della maternità surrogata ormai nessun meandro è ignoto al grande pubblico. O forse sì? 

Ecco una rassegna, magari non esaustiva ma nutrita, sullo stato dell'arte "psi", ovvero il lavoro degli psicologi e psicoterapeuti italiani, coi quali ho collaborato o sto attualmente collaborando sul tema in questione.

1. ARPA JUNG – Associazione per la Ricerca in Psicologia Analitica + IAAP – International Association for Analytical Psychology
 
– #isteriacollettiva, #falsaalchimia, #GrandeMadre, #GrandiMacchine (Valeria Bianchi Mian in collaborazione con ARPA JUNG)
– #onnipotenza e #assunzionediresponsabilità (Silvana Graziella Ceresa)
– #onnipotenza del #desiderio e #limiti (Simonetta Putti)
 
Contributi editi on-line e agli atti del Congresso Internazionale IAAP di Roma – dicembre 2015, in preparazione cartacea e e-book: per una prospettiva junghiana con ARPA JUNG (Valeria Bianchi Mian, Silvana Graziella Ceresa, Simonetta Putti).

2. SOCIETA' PSICOANALITICA ITALIANA – SPIWEB
 
– #DOSSIER SPIWEB SULLE MATERNITA' SURROGATE a cura di Silvia Vessella.

3. PROGETTI IN CORSO, RICERCHE ALLE QUALI COLLABORO

– #gruppo di #ricerca e #bibliografia sulle #famiglie e sul #desiderio; analisi delle #genitorialità, #fecondazioneassistita e #maternità surrogata (Simona Martini – Psicologa e Psicoterapeuta, fondatrice di TerraLuna, associazione che ha come fulcro il tema della violenza di genere e la sensibilizzazione sulle forme di condizionamento e gli stereotipi che limitano le donne in tutti gli ambiti della loro vita.) 
Il gruppo nasce dall'esigenza di diverse/i professioniste/i (psicologhe/i, sociologhe/i, avvocate/i, ricercatrici/ori) di provare a fare luce, attraverso la disamina della bibliografia esistente e delle attuali ricerche, nel buio della GPA, a partire da tematiche ad essa inevitabilmente connesse come i diritti "biologici" del nascituro e delle donne coinvolte nella pratica, fino alla costruzione di nuovi quesiti e di nuovi strumenti di indagine.
  

ONNIPOTENZA, LIMITI, RESPONSABILITA'

Un anno di lavoro con le analiste dell'ARPA JUNG – #SilvanaGraziellaCeresa, #SimonettaPutti. Un Congresso Internazionale e interventi (ARPA, Roma; Ordine Medici, Torino). Articoli e interviste:

a) EVA E IL SUO UTERO
Si parla di utero come se l'utero fosse un oggetto separabile dal corpo femminile in una sorta di isteria collettiva da organo vagante.
Si parla di affitto come se un organo fosse commerciabile in vivo, come se fosse mero contenitore deprivato d'anima.
Si parla di acquisto di bambini e programmazione genitoriale, percorso che attraversa le varie e variegate possibilità offerte dalla Dea Tecnologia. Questa divinità raggiunge l'apoteosi con l'offerta del secolo: la surrogazione. Che cosa cambia rispetto ad altre forme di compra-vendita di infanti, esistenti da sempre?
Leggi ARTICOLO 1
 
b) DALLA GRANDE MADRE ALLE GRANDI MACCHINE
Il business globale della fecondazione assistita tocca l'apice nella frammentazione e disgregazione della maternità nella triade ovulo-utero-genitorialità per creare "famiglie programmate" sia omo che etero-genitoriali.
La maternità, senza più alcun segreto e misterica valenza, può essere separata in fili che non rappresentano più, se non a livello meramente materiale, l’intricato percorso di coscienza che parte dalla Grande Madre così come appare negli scritti di Carl Gustav Jung e dell’Uroboro materno descritto da Erich Neumann. Si tratta dunque di un prematuro taglio delle radici? La triplice Luna, con tutta la simbolica legata al femminile, è diventata una novella androide priva di anima, una Eva Futura (Villier De l'Isle Adam) utile solamente a soddisfare i bisogni della Grande Macchina, deprivata di senso?
Leggi ARTICOLO 2

c) DALLE DESPERATE HOUSEWIVES ALLE PROUD SURROGATES
Le cliniche della fertilità seducono le donne con pubblicità e denaro? Schiave o libere?
Leggi ARTICOLO 3

d) QUALI LIMITI, QUALI CRITERI? – con Silvana Graziella Ceresa
"La scienza ha demolito ostacoli, la tecnica lo ha reso possibile presentando come plausibile il superamento di ogni limite. La fisica, le biotecnologie, l’informatica, la robotica, la domotica, le nanotecnologie, la genetica sembrano scalzare ogni frontiera.
Allora, scrive Remo Bodei, come possiamo muoverci in questo sfondamento di barriere: ci sono limiti che non dovremmo mai infrangere? La violazione di tabù etici, di modelli di convivenza, ci sospingerà verso l’abisso dell’anarchia? Con quali criteri distinguere gli ostacoli che è lecito o giusto rovesciare?
Di fronte alla complessità di tali questioni, urge ripensare l’idea di limite per meglio definire l’estensione della nostra libertà  e la gettata dei nostri desideri, per conoscere gli aspetti dei singoli limiti, riscoprirne le ragioni, stabilire dei criteri…

Non tutto ciò che si può fare è permesso farlo, per esempio lanciare la propria potente vettura a 350km/h in autostrada. Eppure le progettano, le costruiscono, le vendono per andare a gran velocità.
Fuorviante invocare l’etica kantiana, quella trascendentale che parte dall’esperienza, ma non deriva solo dalla esperienza:  non la si utilizza quando si pensa di potere ciò che si vuole in nome del denaro, della tecnica, del desiderio narcisisticamente incontenibile che è totalmente immanente.
Il virgiliano “colà dove si puote ciò che si vuole” era dedicato al Paradiso. Non si potevano fare domande.  Ora la tecnica squaderna risposte e le adopera in terra. E mi interrogo.
Mi chiedo se il narcisismo sia senza termine, non solamente limite, se la rincorsa esasperata di un desiderio non diventi sonno della ragione,.
Diventa smania: sento dire “voglio un figlio” ed in quel dire c’è un bambolotto, un oggetto da possedere per sé." (Silvana Graziella Ceresa) 

Leggi ARTICOLO 4

e) LA GPA COME PROBLEMA SISTEMICO – incontro all'ARPA JUNG
Leggi ARTICOLO 5
Personalmente, (e ci tengo a dire che non tutte le mie colleghe condividono questo pensiero, da qui il dialogo possibile e il confronto) credo che il NO delle femministe alla maternità surrogata sia necessario. La limitazione, il freno è attualmente importante per compensare un eccesso di "apertura disinformata", nonché la spinta collettiva alla "normalizzazione" della Gpa, della "madre frammentata", dell'utero in affitto.

Si tratta di un "no" che ha trovato la sua forma a Parigi il 2 febbraio con la stesura della Carta per l'abolizione universale della pratica in tutto il mondo, e con l'appello al Parlamento Europeo, corredato di informazioni molto chiare rispetto allo sfruttamento delle donne e dei bambini coinvolti. Sul tema del "corpo umano come bene patrimoniale" e dei rischi enormi connessi a questo utilizzo delle persone in onore del desiderio tirannico hanno già scritto in molte: giornaliste come Paola Tavella e Monica Ricci Sargentini, Marina Terragni; sociologhe come Daniela Danna e molte altre.
Nel confronto con gli analisti all'Arpa Jung ho articolato e motivato questa mia accoglienza dell'opposto al "vale tutto", al "perché no?", al "ma, se una donna vuole farlo…"
Possiamo dire che accogliere il "no" nel nostro confronto è necessario per riflettere, per prendere tempo, il tempo necessario per gli psicologi e psicoterapeuti che lavorano con le donne, o con pazienti che soffrono di infertilità, o con le famiglie, per osservare la tematica da TUTTI i punti di vista una situazione che per molti è nuova. Una situazione per la quale non abbiamo strumenti teorici e terapeutici collaudati. 

"Uno scenario nel quale la scienza offre a tutti il figlio e il figlio diventa diritto" (Anita Ricci, biologa). 
"Una sosta, un attimo di attesa per non farci travolgere dalla "spinta progressista che dice sì a tutto" (Simonetta Putti).
 
LA MATERNITA' SURROGATA E' UN PROBLEMA COMPLESSO, UN PROBLEMA SISTEMICO
La maternità surrogata non è di certo un tema da affrontare osservando il mondo con una sola lente di ingrandimento o solamente con il cannocchiale.

e) ONNIPOTENZA E LIMITE – con Simonetta Putti
– Leggi ARTICOLO 6
"L’argomento implica in primis il corpo, corpo di donna che ospita a pagamento una vita nuova, per poi dare il bambino così prodotto ai genitori committenti. Cosa comporterà questa fase di transizione in un corpo da cui poi si sarà allontanati? Quale vissuto e quali fantasie inconsce passerà la madre surrogata all’embrione – poi feto, poi figlio?
Quali saranno le conseguenze psicologiche sul bambino in questione, sul suo senso di identità?
Ho l’impressione, e qui torno al concetto di hybris, che negli ultimi 40 – 50 anni, forse progressivamente a partire dallo spartiacque del 1968, si siano trasformati modi e modelli sociali ed anche educativi.
 
Il senso/valore della propria identità viene spesso cercato nell’immagine che il sociale rimanda attraverso le tecniche del plauso e dell’ audience; ci si attarda a guardare la superficie dimenticando, evitando, o rimuovendo i sentimenti e le emozioni; nonché la riflessione. C’è una accentuazione dell’elemento visivo che sembra trascinare ogni parte del vivere verso la superficie e l’immagine. Mi sembra, infatti,  che prevalga man mano una progressiva indifferenza – intesa come opacità della coscienza che non riesce e / o non vuole cogliere ed elaborare il male / sofferenza – anche come esito  dell’eccesso di enfasi progressivamente data alla superficie. Superficie come apparenza immediata, e quindi non riflessa." (Simonetta Putti)
 
f) MATERNITA' SURROGATA – a cura di Silvia Vessella – DOSSIER SPIWEB
http://www.spiweb.it/dossier-spiweb/921-maternita-surrogate

 
Silvia Vessella scrive: 
"Intanto quella della “maternità surrogata” appare solo come una fase di passaggio verso la costruzione (o creazione?) di un utero artificiale, che sostituisca quello umano. La ricerca scientifica già ha prodotto inserti estranei, a volte meccanici, ma vitali, nel corpo.  Non possono che essere accolte positivamente nuove scoperte che tendano a liberare dal “partorirai con dolore”, ma contemporaneamente non possiamo sottrarci ai molti interrogativi suscitati  ad esempio dalla  frammentazione della coppia genitoriale in molteplici passaggi, allo stato attuale non computabili. I nuovi nati, qualcuno li ha visti come il risultato di un puzzle, sembrano il frutto di una cooperazione internazionale di cui poco si sa e di cui è vietata la tracciabilità.
 
Tutto ciò introduce in un territorio che mettendo in ombra la relazione con l'Origine, rende più oscuro il cammino. Sicuramente la Storia ci ha insegnato che non è il segnale della fine del genere umano, ma di certo cambiano in maniera sostanziale le narrazioni e le prospettive future, di cui il pensiero non può che occuparsi, tracciando le possibili coordinate, confidando in un buon “istinto” di sopravvivenza globale. Quale sarà il percorso del legame affettivo, dell’intimità amorosa, nelle attuali pratiche procreative, come cambia la narrazione se si interrompe la traccia di quel cordone di collegamento emotivo che da una prima fantasia  porta fino al bambino?"

Il mio articolo FIGLI DELLO STRAPPO 

http://www.spiweb.it/dossier-spiweb/924-maternita-surrogate/di-mamma-ce-n-e-una-sola/7018-figli-dello-strappo-la-maternita-surrogata-accende-barlumi-di-coscienza-collettiva

si inserisce tra i contributi di
ANTONIO IMBASCIATI, MAURO MANDRIOLI, RITA CORSA, LISA SIGNORILE, DANIELA SCOTTO DI FASANO, ELISABETTA PANDIMIGLIO, MARIA ALIPRANDI, MONICA RICCI SARGENTINI, DANIELA LISCIOTTO, GIOVANNA MAGGIONI, CINZIA ROMANO, PAOLA MARION, SARANTHIS THANOPULOS, MARIA CHIARA RISOLDI, PIETRO RIZZI.
 
g) PROGETTI IN CORSO
– Contributi editi on-line e agli atti del Congresso Internazionale IAAP di Roma, dicembre 2015, in preparazione cartacea e e-book, per una prospettiva junghiana con ARPA JUNG (Valeria Bianchi Mian, Silvana Graziella Ceresa, Simonetta Putti).
+
– per una prospettiva che comprende diversi riferimenti teorici e una panoramica delle riflessioni e delle review: la ricerca del gruppo coordinato da Simona Martini.
 
QUESTA RASSEGNA COMPARE ANCHE NEL MIO BLOG: 
http://barlumidicoscienza.blogspot.it/2016/04/gli-psicologi-e-lutero-in-affitto-un.html
 

 

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1 commento

  1. manlio.converti

    Consiglio I diavoli di Loudun
    Consiglio I diavoli di Loudun di Aldous Huxley capitolo 4 e poi pagina 141
    Consiglio anche di usare Pubmed per cercare lavori scientifici prima di dare fiato alle trombe delle proprie angosce.

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