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SULLE ALI DELL’ENTUSIASMO , OVVERO , GENERAZIONI PERDUTE E RITROVATE

1 Apr 16

A cura di Gerardo Favaretto

“ Non so che viso avesse e neppure come si chiamava” La locomotiva , Francesco Guccini

 

 

 

San Michele aveva un gallo è uno dei primi film (1972) dei fratelli Taviani, il primo di questi valorosi registi , che ebbe un certo successo di critica e pubblico. Tratto liberamente da una novella di Tolstoj “ Il divino e l'umano” https://it.wikipedia.org/wiki/San_Michele_aveva_un_gallo. Illustra con fedeltà documentaristica le giornate in cella di un rivoluzionario , un anarchico che nel film, adattato alla realtà nazionale italiana , è interpretato da Giulio Brogi . Il film è davvero interessante ma l'icona che qui voglio ricordare è alla fine della storia nell' incontro che avviene dopo molti anni di reclusione fra il prigioniero e altri suoi colleghi rivoluzionari come lui ardenti di passione ideale e come lui catturati ma, molto più giovani .

 

Tutto il tempo passato in cella dal prigioniero Giulio Manieri condannato dopo un inadeguato e fallimentare tentativo rivoluzionario , tutti i lunghi dieci anni di prigionia sono stati una battaglia quotidiana contro il disfacimento morale. In ogni momento mai il prigioniero smette di lottare contro la devastazione , la morte , la degenerazione , la sconfitta che , all'inizio sembrerebbe aver ragione di lui. Reagisce , studia , parla fa ginnastica , fa di conto canta e ricanta “San Michele aveva un gallo bianco rosso verde e giallo …” Poi il trasferimento in un altro carcere, le acque basse solcate da barche ; i compagni più giovani, appena catturati , in un altra barca dapprima sembrano salutarlo come un eroe , un mito. L'entusiasmo arriva a Giulio col dolce sapore della vittoria : il suo sacrificio non è stato vano , è stato un esempio : questo pensa , ma questo pensiero dura poco più che il tempo di uno sguardo . Capisce che gli altri pensano che è lui , è stato lui la causa del loro fallimento . Che lui ha sbagliato , che la sua rivoluzione è stata velleitaria e sbagliata nei modi e nei contenuti. A quel punto la sconfitta diventerà inevitabile e lo travolgerà con tutto il suo peso.

 

Non so se sia una storia triste o coraggiosa, ma so che questa storia mi è tornata alla mente in un paio di occasioni e spero che raccontarla aiuti a rendere più chiari alcuni quei pensieri.

 

1-Qualche giorno fa su Twitter girava una Tweet della APA (facilmente recuperabile #ECT) ) sulla necessità di classificare ECT ( quello che noi chiamiamo elettroshock..) non più' come una cura ad altro rischio come una a basso rischio . Lo slogan è Psichiatri fate sentire la vostra voce, ditelo a voce alta : riclassifichiamo ECT.!

 

2-Durante un convegno su emergenze psichiatriche in Pronto soccorso, molto partecipato e supportato da ottime relazioni e interventi di grande caratura scientifica ed evidence based, fra il pubblico una operatrice afferma durante il dibattito : “ che liberazione finalmente poter parlare di contenzione senza problemi considerandola come una reale necessità“ .

 

3-Nel corso di una conferenza sulla organizzazione dei Servizi , molto poco partecipata invece, in cui si discute di principi e verità della governance in salute mentale con affermazioni che sono sempre vere ma anche spaventosamente distanti dalla realtà ( vedi http://www.psychiatryonline.it/node/6054) in una celebrazione delle difficoltà e delle buone intenzioni si ricorda come , ancora una volta, non si fanno le cose giuste ma che le difficoltà della realtà della salute mentale oggi e del modello della psichiatria di comunità siano riconducibili al fatto di non essere applicato come deve essere applicato e ceh mancano risorse e che non ci sono abbastanza operatori …..

 

Tre situazioni fra di loro scollegate ma che hanno a che fare con idee che hanno o cercano consenso .Beh , in primo luogo non c'è niente di peggio che essere tutti d'accordo . Non ci serve quel finto entusiasmo comune che può essere segno di superficialità o che rappresenta solo la condivisione degli aspetti peggiori e delle convinzioni più scontate e tutt'altro che indiscutibili …. tipo psichiatri alziamo la voce ..

 

Certo , bisogna trovare nei dibattiti la chiave perché dalle differenze nascano connessioni e dalle connessioni nuovo senso e nuove proposte per quello che facciamo ma….che segnali abbiamo dal mondo ? Dove sono le nuove frontiere del dibattito ? Striamo lavorando per un modello o lo stiamo facendo sopravvivere ? Quanti ritengono che sia opportuno aderire all'appello APA sul considerare ECT a basso rischio come una delle priorità della psichiatria ? E sopratutto che cosa ci sta entusiasmando nelle prospettive future della salute mentale.. ?

Mi piacerebbe che ci si pensasse davvero perché la cura delle persone che soffrono è importante e la conoscenza sulla mente è entusiasmate e fatta di momenti di straordinaria rivelazione e di incredibile opportunità di conoscenza dell'umano ; di ri-conoscenza nei confronti dell'umano .
Lavorare in psichiatria non può essere poter sentirsi tranquilli nel parlare di contenzione ma , preferisco pensare debba essere sentirsi inquieti di fonte al fatto che sia accaduto un episodio come quello di dover contenere un altra persona ed entusiasti per poter , magari dopo aver compreso , non farlo. Lavorare in psichiatria immagino ancora debba regalare l'entusiasmo di non essere soli ma di poter disporre degli strumenti per poter al momento in cui serve poter stare in contatto con qualcuno.  Lavorare in psichiatria mi fa pensare all'entusiasmo e all'orgoglio di poter ascoltare , interrogarsi e interrogare chi ha perduto in senso per poterlo insieme ritrovare . E poi mettetelo voi il vostro entusiasmo. Quello di ogni giorno. Non quello rappresentato dalle metafore o dalla posizioni di chi vuole stare nascosto dietro qualcosa chesoprattutto  lo difenda dal senso perduto e dall'angoscia di chi sta male

 

Se non è così saremo come dice un bimbo piccolo e saggio solo “Persone con problemi che danno consigli a persone con problemi ..”

 

 

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