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PENELOPE: ASSOCIAZIONE DELLE FAMIGLIE E DEGLI AMICI DELLE PERSONE SCOMPARSE.INCONTRO CON IL PRESIDENTE AD ACQUAVIVA DELLE FONTI

3 Giu 16

A cura di Rossana Putignano

Si è tenuto oggi, in quel di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari un convegno organizzato da “Penelope” Associazione Nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse. Ad aprire l’incontro è stato un bellissimo video di una canzone intitolata “Un fiore sospeso”, immagine che rimanda all’impossibilità delle famiglie degli scomparsi di elaborasi, seppur un lutto, posando un fiore su una tomba; rimanda al limbo di queste persone che vivono l’attesa e nel continuo timore che il cadavere di turno trovato sia quello del loro congiunto. Il Presidente l’Avv. Antonio La Scala riferisce i dati forniti dal Ministero degli Interni: 34.500 scomparsi di cui 2000 sono italiani. Nella maggior parte dei casi – riferisce La Scala- “le cause non sono note, basti pensare alla tratta degli esseri umani per l’espianto degli organi. L’Italia sarebbe, addirittura, il crocevia per il traffico degli organi verso il Nord Est”. Questa realtà, di cui non si parla fa accapponare la pelle. In 40 anni 34.500 persone sono scomparse in Italia, di cui 17.800 sono minori e 2000 sono anziani, affetti da psicopatologie varie e demenze. Nei prossimi giorni, l’Ass. Penelope incontrerà l’Associazione Alzheimer per fronteggiare il problema del disorientamento spazio-temporale delle persone che a causa di una malattia degenerativa, si perdono per strada senza poter far ritorno a casa: si sta pensando a un dispositivo che faccia da localizzatore in caso di emergenza. Ricorda il presidente, che, oltre alle demenze, vi sono altrepsicopatologie che possono portare al disorientamento come le schizofrenie e le psicosi acute. Tutte queste problematiche risultano ignorate dal sistema e pare che finora nessuno vi abbia ragionato su. Sono dati sconvolgenti e fa strano come, nell’epoca dei social network, molte persone risultino “inghiottite nel nulla”; l’obiettivo che si propone l’associazione è quello di “sensibilizzare i cittadini su questo drammatico fenomeno, coinvolgendo Scuole, Università, Enti Locali e Istituzioni Nazionali”.Questo recita l’opuscolo informativo che l’Associazione ha fornito agli uditori quest’oggi. Costituita a Potenza il 9 Dicembre 2002 su iniziativa di Gildo Claps, fratello di Elisa scomparsa nel 1993 e ritrovata nel sottotetto della chiesa Trinità nel marzo 2010, Penelope è un’associazione di amici e parenti delle perone scomparse. Da allora sono insorti in tutta Italia diversi comitati con l’unico scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica affinchè le persone scomparse non siano dimenticate. Se si parla di scomparsi non si può non parlare di "Femminicidio", parola che il presidente La Scala non condivide e nemmeno la sottoscritta, perché riteniamo che l’assassinio della donna sia un fenomeno  sempre esistito ed esiste già una legge, a parrire dal 1930, che punisce con l’ergastolo: se una donna è ammazzata con premeditazione e per motivi abbietti, futili, si parla di omicidio aggravato e l’assassino viene –anzi dovrebbe essere- punito con l’ergastolo. Ormai quest'ultimo è una chimera se facciamo il calcolo dei permessi premio e il condono per tutti gli omicidi avvenuti prima del 2006. 200 donne all’anno scompaiono e Penelope è stata parte attiva nel permettere di riaprire alcuni casi come quello di Roberta Ragusa; si è occupata, con i suoi 30 volontari, anche del caso di Guerrina Piscaglia e di Elena Ceste e si sarebbe costituita parte civile in alcuni di questi casi. Lamenta il presidente “per 80 anni il problema degli scomparsi è stato sottovalutato in realtà il problema riguarda tutti, tutti abbiamo i bambini, gli anziani, le mamme, le sorelle… “. Ritengo importante sottolineare – cosi come riferisce La scala – che "i segnali prima di una scomparsa ci sono sempre e se non ci sono non si può parlare di allontanamento volontario, inoltre fa strano che non vi è stata alcuna richiesta di riscatto per i minori scomparsi".  Questa affermazione lascia un dolore grande se solo si pensa alla fine che possano aver fatto questi bambini, ma non possiamo non pensare anche in positivo: che questi bambini abbiano una nuova famiglia, qualsiasi essa sia, purchè siano vivi e in buona salute. E’ quello che ci auguriamo, sperando un giorno che facciano rientro a casa tra le braccia dei veri genitori. Perché nessuno parla degli scomparsi? 2000 fascicoli sono stati archiviati e tutti fiatano. Non esiste legge che possa cambiare la situazione però una la legge c’è ed è quella dell’omicidio aggravato e chi si rende responsabile degli omicidi efferati deve scontare fino all’ultimo anno di carcere: "in Italia non c’è una persona che sconti l’ergastolo". Poi si parla del paradosso del problema dell’identificazione dei corpi: un vero dramma per chi aspetta di ritrovare il proprio congiunto vivo: ogni volta, è un sospiro di sollievo ma allo stesso tempo una angoscia continua, una croce senza fine. Sappiamo che si sta lottando in Italia per ottenere una banca dati del DNA: a Quantico il 70% degli scomparsi viene identificato invece in Italia abbiamo 1500 cadaveri negli obitori, 1000 cadaveri sepolti senza nome e soprattutto senza prelievo del DNA. Finalmente la legge 85/2009 è entrata in vigore quest’anno: dopo 7 anni!!!! E il paradosso della privacy?Riferisce il Presidente La scala "non è vero che c’è un problema di privacy del defunto, primo perché non ha nome e l’unico problema che vi sarebbe è quello legato all’immagine fotografica, inoltre, effettuata la comparazione del DNA questo viene distrutto." Perché tanti problemi? Perché siamo indietro anni luce rispetto agli USA? Forse vediamo troppi film CSI o la realtà non è poi così lontana dalla TV?

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