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CREIAMO IL PRIMO TRATTATO DI PSICHIATRIA ITALIANO ON LINE… ci proviamo?

27 Giu 16

A cura di FRANCESCO BOLLORINO

Da tempo immemorabile ci sto pensando su: creare qualcosa che resti nel tempo correlata alla rivista e ai suoi lettori.
 
Credo che il tempo sia maturo per provare a realizzarla.
 
Con questo editoriale lancio la proposta, che ovviamente necessiterà di tempo per la sua pianificazione informatica e organizzativa oltre che per la “firma” di una sorta di “patto di sangue” tra chi vorrà aderire all’iniziativa:
 
CREIAMO IL PRIMO TRATTATO DI PSICHIATRIA ITALIANO ON LINE.
 
In breve e in attesa dei vostri commenti ecco l’idea per come l’ho pensata e come ve la propongo in termini di bozza aperta alle opinioni e ai contributi di chi legge per un’ottimizzazione condivisa del progetto:
 

  1. L’idea base è quella di scrivere in termini condivisi diffusi e comunitari un “nuovo” TRATTATO ITALIANO DI PSICHIATRIA
  2. I tempi sono maturi perché ciò avvenga utilizzando la rete e le sue potenzialità di lavoro condiviso e coordinato
  3. Il modello è ovviamente quello di una sorta di “Wikipedia” semplicemente organizzata in maniera un po’ più scientifica e certificata (con tutto il rispetto e la gratitudine che tutti dobbiamo a Wikipedia sia come modello di sapere costruito dal basso sia come fonte di informazione preziosissima)
  4. Il “veicolo” sarà la rivista con una spazio specifico adeguatamente strutturato per consentire il lavoro comunitario,  la creazione delle voci, il loro aggiornamento, le revisioni e della certificazione dei contenuti
  5. Nella mia ipotesi TUTTI gli utenti registrati della rivista potranno partecipare alla realizzazione nel tempo del progetto sia in fase di strutturazione dei contenuti (creazione di un indice da “riempire”) sia in fase di stesura dei contributi.
  6. Il tema della “certificazione” per me è ESSENZIALE per cui verrà creato un “Comitato Scientifico” col compito di controllare i testi immessi che resteranno sempre aperti a nuovi contributi nella logica di un testo in perenne evoluzione e modifica e aggiornamento e arricchimento comunitario ma non per questo meno attendibile o meno “controllato”. Considero, anzi, la certificazione un valore aggiunto ineludibile.
  7. Per ogni voce, accanto al testo suddiviso ovviamente in capitoli e paragrafi  saranno presenti:
1) Bibliografia di approfondimento
2) Proposta di link ipertestuali di approfondimento verso eventuali contenuti di Psychiatry on line o verso altri siti (non trascurando ovviamente la multimedialità)
3) creazione di link verso altre voci presenti onde favorire l’interconnessione tra i contenuti
4) Pubblicazione dei nomi dei contributori
 
L’idea di base, la filosofia di fondo è quella di valorizzare e mettere a fattor comune tutte le competenze e i saperi diffusi creando uno spazio di cultura e conoscenza fuori dagli schemi usuali del “Manuale Cencelli” del potere editoriale per una valorizzazione dei talenti e della conoscenza in una logica del poco da molti che diventa il tanto per tutti così ben rappresentato dalla “LEGGENDA DELLA ZUPPA DI PIETRA” a cui vi rimando e che può nella sua icasticità ben rappresentare la filosofia di fondo del progetto.
 
Certo perché tutto questo accada occorre che si esca da un  lato dalla passività “televisiva” della fruizione dei contenuti della rete divenendo “SOGGETTI ATTIVI” nella produzione e nella elaborazione comunitaria dei contenuti dall’altro che si recuperi la voglia di lavorare insieme creando una vera “comunità” e non una raggruppamento di “mi piace” postati senza approfondire nulla o quasi su Facebook (che pure se ben usato potrà rivelarsi un ottimo strumento di coordinazione e sviluppo del progetto)
 
Ora aspetto i vostri commenti anche per una verifica della reale voglia di contribuire in maniera attiva al progetto per la serie “ARMIAMOCI E PARTIAMO e non “ARMIAMOCI E PARTITE”

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5 Commenti

  1. delu_stefano

    L’idea è eccellente e chiama
    L’idea è eccellente e chiama un po’ tutti i fruitori alla responsabilità di un contributo. Nel titolo aggiungerei il termine “Psicodinamica”, (come il testo di G.O. Gabbard) o qualche altro termine che evidenzi l’aspetto “umanistico” e interdisciplinare del progetto, senza che ne venga a soffrire la scientificità.

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    • admin

      non mi pare il caso di
      non mi pare il caso di immaginare un “trattato” con un titolo che includa psicodinamica mentre dal lato contenuti mi pare ovvio che ci dovrà essere.
      Il vero tema è un altro però:
      da un lato occorre immaginare un contenitore informatico che consenta la gestione comunitaria dei contenuti e la loro revisione e/o aggiornamento dall’altro occorrebbe trovare volontari VOTATI AL PATTO DI SANGUe che si impegnino per la creazione dei contenuti che come è noto non si generano da soli ma vanno scritti qualunque sia il supporto cartaceo o digitale che li ospita.

      Le idee possono essere belle ma hanno bisogno di gambe (in questo caso di adesioni) per andare avanti credo non vi sia nulla di più brutto di un bel contenitore vuoto.

      Si tratta di un progetto ambizioso che solo se troverà collaboratori veri potrà sbocciare

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  2. renato.carlo.moglia

    Bella cosa ! Per armarsi e
    Bella cosa ! Per armarsi e partire bisogna prima di tutto avere ….le armi, e le scarpe, oltre alle energie richieste dal tragitto. Le armi iniziali sono quelle dell’armamentario psichiatrico attuale, le cosiddette “voci” del punto G. del programma di base proposto da Bollorino. Per cui si tratta di mettere in fila i concetti che si ritrovano di solito negli indici analitici dei trattati e “affidarli” a dei curatori. Condivido in pieno il punto F: senza controllo, senza una seria vigilanza scientifica, non si va da nessuna parte, anzi, neppure si parte. Un ultimissimo punto: ha ragione Bollorino, senza Zuppa di pietra, senza cooperazione, ovvero se non si crea un collettivo di pensiero che coopera, il progetto non parte.

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    • admin

      mi trovo totalmente d’accordo
      mi trovo totalmente d’accordo con Renato.
      Aggiungo che spero presto proporrò su queste pagine una “bozza” di “indice-traccia” del possibili argomenti/voci derivato da un merge tra i molti indici disponibili.
      Ovviamente si tratta di uan traccia da discutere e aperta come il progetto ad ulteriori sviluppi.
      Il vero passaggio importante è la “chiamata alle armi” ovvero la creazione del gruppo di lavoro volontario che presidi il progetto e ne garantisca la qualità.
      E’ evidente per altro che divenire responsabili di uan sezione non significa nella mia visione diventare “l’estensore unico” di tale argomento ma primus inter pares avviare la stesura aperta al contributo si spera di tanti.

      Aggiungo una osservazione metodologica: il lavoro è grosso e vi è posto per tutti anche con ruoli diversi. Per fare un esempio per ogni argomento occorre oltre che la stesura del testo approntare una adeguata BIBLIOGRAFIA di approfondimento, attivarsi per ricercare LINK IN RETE correlati ai contenuti, creare CORRELAZIONI IPERTESTUALI verso altri argomenti presenti.
      Ebbene questi tre lavori possono essere svolti appunto in maniear cooperativa da persone che preferiscono svolgere compiti di tal fatta piuttosto che cimentarsi nella stesura diretta di un testo.

      Spèero che arrivino afferte di disponibilità

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  3. admin

    mi pare un bell’esempio che
    mi pare un bell’esempio che si avvicina al modello ipotizzato anche se qui in versione essenzialmente di glossario.
    Mi riferisco al progettoWIKIJUS dedicato al diritto Civile.
    E’ importante notare che il lavoro collaborativo è però mediato attarverso una equipe volontario di Referees indispenabile pèer garantire la qualità del lavoro
    Ecco il link: http://www.e-glossa.it/

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