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Razze e culture africane (1941)

3 Set 16

A cura di Luigi Benevelli

Le citazioni che seguono sono tratte dalla prima edizione de  Le razze e i popoli della Terra, vol. 2, UTET, Torino, 1941, in particolare dal capitolo primo intitolato Razze e culture africane, pp. 5-6, passim.
 

“Nelle fasi più antiche della storia dell’uomo, l’Africa ebbe con le rimanenti terre del Mondo Antico rapporti difficoltosi, cioè scarsi e lenti. Nel periodo in cui si diffondevano le prime forme di Ominidi e pur nel periodo successivo in cui maturarono le forme dell’uomo attuale e le sue più importanti mutazioni, l’Africa a Sud dei deserti dovette restare più o meno segregata e chiusa. Il mondo razziale dell’Africa ha perciò caratteri di forte differenziazione e una notevole impronta di primitività morfologica, anche se essa non raggiunge in ciò il basso livello di un altro continente ancora più isolato e segregato: l’Australia.
La forza di penetrazione e di diffusione  data all’uomo dalla civiltà, alterò profondamente e rapidamente questo stato di cose: il mare non valse più a separare i gruppi umani capaci di navigarlo; gli accessi alle terre tropicali umide furono forzati con gli insediamenti agricoli; le steppe e i deserti furono vinti a mezzo della pastorizia, un arte già connessa alla vita dei primitivi coltivatori e pronta a divenire, nell’Africa arida delle pasture e delle steppe, un modo specializzato di vita per interi popoli.
L’assalto di queste nuove arti al vecchio mondo umano dell’Africa fu largamente vittorioso: in poche plaghe ristrette, nei deserti australi, o nei folti delle foreste equatoriali, han potuto sopravvivere, anche con i loro antichi modi di vita, frammenti di umanità primitiva. Fuori di essi, una civiltà adattata e ridotta, ma sostanzialmente identica a quella tradizionale del nostro stesso popolo, ha trasformato la vita delle genti africane. La vita, ma non i suoi fondamentali caratteri biologici, razziali, che, pur cedendo qua e là in vario grado, han resistito molto di più alla pressione delle nuove correnti etniche. Di modo che l’Africa presenta questo fatto singolare nella sua compagine umana che un complesso di forme di tipo primitivo o, in ogni modo, gerarchicamente inferiore, partecipa di un grado di cultura materiale complessivamente assai alto. Nel campo spirituale della cultura, in cui hanno parte decisiva i fattori psichici ereditari, il livello è  rimasto basso e si ha una maggiore aderenza alle qualità biologiche della popolazione”(corsivo del redattore).
 
Le razze e i popoli della terra, l’opera principale del geografo Renato Biasutti (1878-1965) “è una summa non solo della particolare e originale metodologia del B., ma anche dello stato attuale delle conoscenze in varie discipline, dalla paleontologia, alla preistoria, dall’antropogeografia all’antropologia, dalla serologia alla fisiologia e patologia, dalla glottologia alla sociologia: l’opera ha avuto larghissima risonanza in Italia – nel 1951 con essa il B. vinse il premio nazionale dell’Accademia dei Lincei- e all’estero, soprattutto per quanto riguarda la sistematica razziale.
Ernesta Cerulli, Biasutti Renato, Dizionario biografico degli italiani, vol. 10 (1968)

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