Ricordo benissimo il posto: Cornigliano nella sede del BIC (un incubatore per nuove imprese.)
Fu allora e lì, che avvenne il mio ingresso in rete e la nascita del mio buffo nickname di posta elettronica che da allora mi porto sempre dietro: boll001.
Ero reduce da una breve vacanza a Londra dove avevo “scoperto” l’esistenza di INTERNET e del WEB e dove avevo comperato un po’ di libri per farmi un’idea di quello che era e di come fare ad entrarci dentro.
Un libro in particolare mi risultò molto utile: INTERNET STARTER KIT un manuale d’uso che spiegava in maniera semplice i servizi disponibili allora: la posta elettronica, il web ai suoi primi vagiti, il sistema FTP di scarico dei files, i newgroups dove trovare persone con i tuoi stessi interessi e poco altro.
Era un mondo virtuale quello di quei primi tempi piccolo, piccolo e molto, molto lento: se da una parte si poteva scrivere e dialogare con Nicholas Negroponte del MIT, dall’altra di viaggiava in rete con un modem esterno dalla fantasmagorica velocità di 256K.
La cosa più singolare di quegli anni non è stata solo la scoperta della rete e delle sue potenzialità ma soprattutto il florilegio di saggi che analizzavano il fenomeno e si ponevano un sacco di domande partendo da posizioni spesso opposte come approccio al tema: tecno-entusiasti versus tecno-scettici o tecnofobici si potrebbe dire.
Neppure io mi sono sottratto all’onda e sul finire del 1999 ho pubblicato per Apogeo con Andrea Rubini un saggio ASCESA E CADUTA DEL TERZO STATO DIGITALE che potete trovare in forma anastatica e in formato PDF all’interno della rivista nella sezione LIBRI ON LINE.
Non starò qui a raccontare cosa è successo dopo, lo abbiamo tutti davanti agli occhi quel che è certo, come avevo per altro profetizzato nel mio saggio, che dalla fine del primo decennio del nuovo secolo con l’affermazione definitiva del mobile sempre più tecnologicamente avanzato siamo definitivamente entrati dell’era dell’INFORMATION TECHNOLOGY come colonna portante di un altrettanto definitivo cambio di paradigma delle fondamenta della nostra società.
Ciò di cui vorrei parlare oggi è che sembra che tutto ciò accada senza che vi sia un ragionamento culturale profondo sul perché e sul percome tutto ciò sta avvenendo e penso primariamente alla Sociologia e alla Psicologia come aree che dovrebbero e potrebbero porsi delle domande e cercare di dare delle risposte ai cambiamenti così radicali che son avvenuti in questi anni.
L’avvento di applicazioni e servizi sempre più USER-FRIENDLY non comporta la necessità di scrivere manuali d’uso… ci si arriva da soli nel bene e nel male, l’avvento di applicazioni e servizi sempre più USER-FRIENDLY dovrebbe comportare un lavoro di analisi di come il virtuale, parte integrante della nostra realtà, meriti proprio oggi, soprattutto oggi di essere analizzato capito studiato per dotarci di strumenti atti NON a contrastarlo ma rapportarci con esso in maniera matura.
Ecco, io credo che ci vorrebbe davvero un nuovo INTERNET STARTER KIT non volto a spiegare come si usano gli strumenti ma volto a dare delle chiavi di lettura per capirne la portata e il senso all’interno del nostro vivere quotidiano, sia nelle sue declinazioni fisiologiche che nelle sue declinazioni patologiche.
Io credo che dobbiamo essere più preparati come cittadini e come operatori della Salute Mentale ad affrontare questi temi che, per quanto immanenti alle vite di tutti, non smettono di avere risonanze e ripercussioni significative nel nostro vivere e nel nostro agire.
Questo "Manuale delle Giovani Marmotte" credo sia essenziale per far sì che chi si accosta alla rete e peggio chi in rete c'è anche da tempo ma più che non porsi domande sul che farne della rete appunto non si accorge di ciò che la Rete fa a lui, possa prendere coscienza e divenire un vero Netcitizen a tutti gli effetti.
Un ruolo importante per me può e deve svolgere la scuola in un processo di apprendimento dell'uso di Internet parallelo alla sempre maggiore complessità dei curricula di formazione: si deve partire dalla aste per arrivare alla Teoria del Big Bang accomagnado le giovani generazioni nella scoperta del Virtuale con tutti i suoi splendori e tutte le sue inevitabili miserie.
Internet è tante cose: la più grande chiacchera planetaria che la storia dell'uomo abbia mai vissuto, la nuova biblioteca di Alessandria, il ricettacolo di ciò che di più alto e di più basso l'animo umano sa produrre essedo la Rete specchio fedele di ciò che siamo in realtà, uno strumento avanzatissimo di comunicazione ma che, come in telefono il suo antenato naturale, può fare tante cose spesso impensabili ma che dipende ineluttabilmente da come lo usi o, come la penso io, da come impari a usarlo.
Non credo che si possa accettare una rivoluzione di tal fatta senza porci delle domande di fondo e credo che Psychiatry on line Italia sia il luogo dove sarebbe bello ospitare contributi di tal fatta, volti anche a dare strumenti a chi si occupa del disagio mentale che si reifica off e on line senza soluzioni di continuità con cui come terapeuti dobbiamo imparare a fare i conti.
Ci vogliamo provare?
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