C’era bisogno all’alba del 2017 di un Vocabolario Psicoanalitico? C’era bisogno di realizzarlo in video? C’era bisogno di realizzarlo on line?
Io credo proprio di sì e proverò in queste righe a darne una ragione ai lettori di Psychiatry on line Italia.
Io provengo da una generazione di psichiatri che sono cresciuti imbevuti di psichiatria psicodinamica (almeno nella Clinica Psichiatrica di Genova dove ho studiato) e per la prima volta completamente al di fuori dell’ottica manicomiale dell’assistenza visto che il nostro ingresso nella professione ha coinciso con la chiusura di tali istituzioni.
Se guardo alla situazione attuale, alle giovani nuove generazioni di psichiatri e psicologi mi pare di cogliere un “vuoto culturale” che merita di essere colmato anche perché la pratica della professione lascia intravedere la necessità di possedere tra gli strumenti del mestiere una solida base di conoscenza dei meccanismi di funzionamento della mente come causa prima dei disturbi che ci viene richiesto di curare (psichiatri con in tasca solo scale di valutazione da usare come strumento di cura come accade spesso negli USA mi fanno francamente inorridire , senza nulla togliere al valore di una medicina basata sulle evidenze). Le stesse neuroscienze riconoscono ormai in maniera certa il substrato organico dei meccanismi di funzionamento profondi della mente, che le costruzioni psicodinamiche hanno ipotizzato in passato e che vale la pena cercare di conoscere.
Non è certo con un VOCABOLARIO volutamente e dichiaratamente sintetico che riempiremo questo gap culturale, ma proprio il suo essere “basico” rende questa iniziativa utile per accostarsi al tema e per stimolare la voglia di una approfonditamente fatto di studio e magari di una bella analisi personale che continuo a pensare sia molto utile per chi opera nel campo della Salute Mentale anche senza ipotizzare un futuro da psicoanalisti.
Stabilito quindi che di un Vocabolario Psicoanalitico ce n’era bisogno veniamo ora alle due successive domande strettamente intrecciate tra loro: perché in video e perché on line?
Il progetto non voleva essere una riedizione dell’ENCICLOPEDIA DELLA PSICOANALISI di Laplanche e Pontalis né una sorta di Wikipedia sul tema della Psicoanalisi, voleva essere, e speriamo di esserci riusciti, uno strumento agile ma contenutisticamente corretto di INTRODUZIONE AL TEMA e di ORIENTAMENTO sul significato di termini a volte usati in maniera inappropriata o senza conoscerne il significato più preciso e profondo.
Non abbiamo voluto fare della divulgazione in senso stretto ma non abbiamo neppure pensato di costruire un progetto esaustivo per chi volesse approfondire la materia: ci siamo posti in un punto mediano dove prevalesse, all’interno del rigore scientifico, la facilità di fruizione e la sua potenziale larga diffusione.
Psychiatry on line Italia ha DA SEMPRE creduto nella rete come strumento del comunicare scientifico e da anni si è fatta portabandiera dell’uso del video accanto alla scrittura per la diffusione del sapere. L’evoluzione della fruizione dei contenuti on line verso un sempre maggiore uso della multimedialità ci ha dato ragione nella nostra scelta pionieristica e quindi è stato “naturale” progettare il VOCABOLARIO nella forma che vi proponiamo tramite il nostro sempre più visto Canale Tematico YouTube.
Alla fine del lavoro saranno oltre 100 le voci che andranno a costruire il VOCABOLARIO, un grande lavoro che spero troverà il gradimento dei lettori della rivista.
I video che via via realizzeremo nel tempo, saranno raccolti in una apposita PLAYLIST creata sul Canele a cui rimando per una visione delle voci già pubblicate e ovviamente troveranno posto pure sul Sito in una Rubrica creata alla bisogna.
In conclusione lasciatemi ringraziare pubblicamente l’amico Franco De Masi[1] che ha accettato questa sfida e ha messo a disposizione della Rivista e dei suoi lettori la sua immensa cultura e la sua grande esperienza di psicoanalista per la realizzazione di un progetto che spero incontrerà il favore dei lettori di POL.it
PS: Questa iniziativa, che andrà avanti nel tempo per essere completata, mostra come la rivista sia viva e continui a guardare avanti, proponendo contenuti culturali nella forma innovativa che ha caratterizzato da sempre la sua storia ultra ventennale.
E’ per questo che mi sento autorizzato a sollecitare nuovamente il vostro aiuto di lettori attenti per la sopravvivenza e lo sviluppo nel tempo della testata.
A ottobre ho lanciato un appello perché i lettori sostenessero tramite donazione libera Psychiatry on line Italia sottolineando come IL FATTO DI ESSERE GRATUITA NON SIGNIFICASSE PER POL.it (NE’ SIGNIFICA) CHE REALIZZARNE I CONTENUTI NON COSTI NULLA e sono qui oggi a rinnovare l’invito ad aiutarci.
Lo potete fare tramite BONIFICO all’IBAN IT23A0335901600100000121875 Intestato, presso BANCA PROSSIMA, a ASSOCIAZIONE PSYCHIATRY ON LINE ITALIA – Via Provana di Leynì 13 Genova, oppure puoi usare il nostro account PayPal connesso all’email boll001@pol-it.org
Ha pubblicato i seguenti volumi: La perversione sado-masochistica, Bollati Boringhieri, 1999; Karl Abraham. Alle radici della teoria analitica, Armando, 2002; Il limite dell’esistenza. Un contributo psicoanalitico al problema della caducità della vita, Bollati Boringhieri, 2002; Vulnerabilità alla psicosi. Uno studio psicoanalitico sulla natura e la terapia dello stato psicotico, Cortina, 2006.
Davvero un’ottima iniziativa,
Davvero un’ottima iniziativa, potenzialmente in grado non soltanto di favorire la diffusione della grammatica psicoanalitica ma anche di problematizzarne il lessico
Gentile Direttore, una
Gentile Direttore, una intuizione geniale quella della enciclopedia online su You Tube.
Ha il vantaggio di migliorare notevolmente la fruibilità e la ritenzione dei concetti.
Grazie per quello che fai e per la passione che anima il tuo lavoro.
Dove si possono fare commenti
Dove si possono fare commenti e discussioni sulle “Voci” del vocabolario online? qui o su youtube?
Ad esempio io ho visto il video sulla negazione e ho delle riflessioni. Si dice che la negazione è lo strumento di difesa con cui si escludono taluni elementi dalla realtà psichica. Quindi la negazione incide sull’ES? la rimozione invece sull’IO e sul reale? o è bene essere più elastici e non così schematici?
Inoltre mi piacerebbe sentire qualche riflessione sui rapporti tra pulsione di morte e questi meccanismi di difesa. Possono essere entrambi utilizzati dal soggetto per attuare una sorta di “restaurazione dell’Io”? La pulsione di morte è il percorso e i meccanismi di difesa lo strumento?
Grazie a chi interverrà
le voci sono presenti anche
le voci sono presenti anche qui sulla rivista le sto pubblicando piano piano. Mancano ancora molte voci ad oggi siamo arrivati a quota 46 ma a lavoro finito ci saranno oltre 150 video.
Mi piacerebbe sapere il giudizio che i lettori danno su questo progetto