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Diritto a non capire un CuBOH

30 Mar 17

A cura di Manlio Converti

A Napoli, la cooperativa sociale Gesco e il DSM gestito da Fedele Maurano, hanno portato in ogni municipalità, da quelle nobili e centrali a quelle popolari e periferiche, ben 12 CuBOH, inventati e realizzati dai pazienti delle cooperative sociali, con materiali riciclati, in pratica, con lenzuola delle SIR ed altri posti letto abbandonati del DSM.

Il progetto è stato inaugurato proprio oggi nella piazza Plebiscito, con questo splendido sole primaverile, ma già a due passi, girando in bicicletta, avevo notato quello di Via Toledo circondato da liceali.

 

Questi sono i CuBOH, alti 2 metri e 20 e larghi 1 metro e mezzo, tele bianche per proiettare il proprio pensiero e la propria fantasia, con disegni o scritte allegoriche, frasi fatte e luoghi comuni, per lo più, in attesa di un artista o di uno scrittore, ma soprattutto di essere ascoltati.

Le foto non rendono ovviamente i suoni metropolitani che fuoriescono dal CuBOH, con voci del quotidiano domestico napoletano, registrate dagli utenti stessi della Salute Mentale, quando stavano bene e quando avevano delle crisi personali o con i propri familiari.

L'idea di fondo è quella di una città incapce ancora di accogliere il disagio se non lo vede e non lo sente, separati come siamo tutti quanti da mura di cemento armato, resi tutti autistici dai cellulari e isolati socialmente dalla televisione.

Il Dottor Maurano, Direttore del DSM, prova a paragonarle al Marco Cavallo del ventunesimo secolo.
Secondo me, in un mondo che è un Manicomio in cui ognuno è chiuso in un CuBOH di solitudine ed ansia, che ancora esclude i Sofferenti Psichici, abbandonati di nuovo da una società che ha tagliato i fondi del Welfare e della Sanità, abbiamo tutti quanti bisogno di questa riflessione offerta a Napoli.

Questo progetto resterà nelle dodici piazze napoletane fino al 12 Maggio e tutte le strutture potranno essere ascoltate, lette, colorate o scritte da cittadini e turisti liberamente, sovrapponendo ogni messaggio ai precedenti.

Vi aspettiamo, ovviamente.

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