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Realtà Virtuale in Psichiatria: 6 utilizzi che arriveranno entro i prossimi 5 anni

19 Giu 17

A cura di Valerio Rosso

Nell’ultimo anno Google, Facebook, Apple, Samsung e Microsoft, 5 delle più importanti aziende che hanno cambiato il mondo, stanno investendo gran parte dei loro fondi dedicati alla ricerca ed allo sviluppo sulla Realtà Virtuale (VR) e sulla Realtà Aumentata (AR). 

 

Che cosa significa questo in termini generali? Secondo la maggior parte degli analisti entro 2 o 3 anni nuove tecnologie di fruizione della Realtà Virtuale saranno disponibili a basso costo per gran parte della popolazione mondiale e, di conseguenza, inizierà una verosimile migrazione verso una fruizione di contenuti innovativi di tipo immersivo con la temporanea sostituzione del mondo reale con uno simulato nei sui aspetti percettivi (Realtà Virtuale) oppure con la sovrapposizione di contenuti generati dal computer, come immagini, suoni o dati GPS, che vengono inseriti in ambienti reali per potenziare, aggiungere o semplicemente alterare le informazioni che provengono dal mondo reale (Realtà Aumentata).

 

Quelli di noi che vedono l’avvento della Realtà Virtuale o della Realtà Aumentata come qualcosa di remoto ed inverosimile, che si verificherà soltanto tra molti anni forse non stanno rimanendo aggiornati su alcuni passaggi chiave di questi ultimi mesi, ovvero Google Glass, Oculus Rift e Hololens stanno già facendo capolino sul mercato con sistemi a medio costo destinati a migliorare ancora in termini di qualità immersiva ad un prezzo ancora più basso entro 1 o 2 anni.

 

La vera novità che potrebbe accelerare ancora di più i tempi sono i sistemi tipo Google Cardboard o Samsung Gear VR o quello che dovrebbe presentare Apple nel 2018 che fanno utilizzo dello smartphone come periferica principale per la visualizzazione stereoscopica di contenuti in VR, ormai posseduto da più di metà della popolazione mondiale e, in Italia, presente nelle mani di circa il 70% delle persone.

 

Quali sono le conseguenze concrete per la Psichiatria di questa rapida rapida immissione sul mercato di nuove funzioni legate ai nostri smartphone e di nuove tecnologie di visualizzazione?

 

La possibilità di simulare luoghi o ambienti nei quali far sperimentare ad un paziente la sensazione di potersi muovere ed interagire con essi ha delle possibilità notevoli per la diagnosi ed il trattamento di patologie mentali nelle quali disturbi della percezione o dell’interpretazione delle percezioni sono presenti.

 

Allo stato attuale sono state identificate 6 principali applicazioni della VR e della AR in psichiatria, e sono le seguenti:

 

  1. Trattamento di fobie specifiche tramite “flooding” o “exposure therapy"
  2. Trattamento del PSTD (“Post-Traumatic Stress Disorder”)
  3. Rilassamento, Controllo dello Stress
  4. Riabilitazione cognitiva
  5. Trattamento dell’Autismo
  6. Telepsichiatria
  7. Formazione del personale

 

Queste 6 possibili applicazioni della VR in Psichiatria sono state immaginate e studiate proprio in quest’ordine cronologico, ovvero il punto (1) è stata la prima applicazione storicamente studiata mentre il punto (6) è la più recente.

 

Il “flooding” o la “exposure therapy" sono due tipi di terapia comportamentale usate per trattare l'ansia legata a fobie specifiche. Essa comporta l'esposizione di una persona all'oggetto o alla situazione temute in un ambiente sicuro ed adatto per superare la propria ansia. Tipicamente un programma di terapia virtuale offre possibilità di trattamento per disturbi d'ansia legati alla paura di altezze, ascensori, temporali, parlare, animali e volare. I partecipanti sono collocati in un mondo generato dal computer che dà loro un senso di effettiva presenza nell'ambiente virtuale. L'esperienza è guidata da un terapeuta che può interagire con loro durante tutta la terapia. Il trattamento prevede tipicamente da 6 a 12 sessioni di esposizione.

 

La terapia di esposizione alla realtà virtuale viene anche utilizzata per aiutare nel trattamento di persone affetti da disturbi post-traumatici (PTSD), in particolare quelli che hanno subito traumi da combattimento, da sequestro, che sono sopravvissuti a tragedie oppure che hanno sperimentato eventi terroristici. La realtà virtuale consente ad una persona di sperimentare nuovamente lo scenario che ha attivato il disturbo in modo sicuro e controllato utilizzando ambienti interattivi generati dal computer che possono essere modificati per sembrare simili a quelli presenti nella memoria traumatica. L'esposizione virtuale aiuta la persona a modificare il ricordo del trauma in modo che possa essere rivisitato, modificato e processato emozionalmente, portando ad una diminuzione dell’ansia e dei sintomi correlati.

La possibilità di utilizzare la VR per simulare ambienti che favoriscano il rilassamento ed il distacco da contesti reali ad elevato stress è un'applicazione tipica di tutte le tecnologie multimediali. Sono varie le esperienze che suggeriscono l'efficacia di esperienze multisensoriali immersive che favoriscano la normalizzazione di picchi di stress, di rabbia o di avversione verso l'ambiente nel quale si è costretti a soggiornare (ospedali, carceri, aerei, etc.).

 

La riabilitazione cognitiva tramite la VR o anche la AR è un’applicazione molto più recente e riguarda pazienti affetti, ad esempio, da Schizofrenia o altre condizioni neurologiche che implicano progressiva perdita di aspetti cognitivi rilevanti. Un esempio di riabilitazione legato alla schizofrenia è stato quello, peraltro sviluppato proprio qui in Italia, che permette ai pazienti di provare a rinforzare skills legate alla gestione della propria quotidianità come fare la spesa al supermarket gestendo gli aspetti pratici e relazionali prima allenandosi in un ambiente virtuale e passando poi le competenze acquisiste nel mondo reale.

 

Nel caso dell’autismo la VR e la AR possono essere utilizzate per migliorare le competenze relazionali, il riconoscimento delle emozioni altrui o l’acquisizione di skills legate a deficit dell’attenzione (ad esempio sperimentare vari scenari nei quali il paziente deve attraversare la strada).

 

L’utilizzo della VR, parallelamente allo sviluppo di una banda di trasmissione dati sempre più larga, sta anche espandendo i limiti di molte forme di tele-presenza, inclusa la possibilità di condividere uno stesso luogo per due o più persone che non sono fisicamente vicine. L’utilizzo di avatar, ovvero di proiezioni digitali delle immagini reali delle persone, rende già possibile attuare conferenze in realtà virtuale, incontri di gruppo oppure simulare un luogo nel quale costruire un setting di tipo clinico o psicoterapico.

 

Infine la possibilità di simulare situazioni tipiche della psichiatria, magari anche pericolose o difficili da gestire nel mondo reale (violenza, aggressività, o altro) sarà di sicuro un ausilio didattico di estremeo interesse per la formazione del personale che fino ad oggi doveva far uso dei cosidetti “giochi di ruolo” per impratichirsi nei vari possibili scenari clinici della psichiatria.

 

Per ottenere ulteriori informazioni circa le applicazioni della Realtà Virtuale e della Realtà Aumentata in Psichiatria e Psicoterapia vi invito a leggere questo altro mio articolo sul mio blog.

 

 

Bibliografia: 

 

1 Valmagia, LR, et al. Virtual reality in the psychological treatment for mental health problems: A systematic review of recent evidence. Psychiatry Research, 2016. See a short video about using virtual reality treatment, https://vimeo.com/145992521, password ‘cure.’

2 Botella, C., et al. Virtual reality exposure-based therapy for the treatment of post-traumatic stress disorder: a review of its efficacy, the adequacy of the treatment protocol, and its acceptability. Neuropsychiatr Dis Treat. 2015; 11: 2533–2545.

3 Morina N, Ijntema H, Meyerbröker K, Emmelkamp PM. Can virtual reality exposure therapy gains be generalized to real-life? A meta-analysis of studies applying behavioral assessments. Behav Res Ther. 2015 Nov;74:18-24.

4 Smith, MJ, et al. Job Offers to Individuals with Severe Mental Illness After Participation in Virtual Reality Job Interview Training. Psychiatric Services. 2015, Nov:66(11):1173-9. www.jobinterviewtraining.net/Research

5 Smith, MH. et al. Brief Report: Vocational Outcomes for Young Adults with Autism Spectrum Disorders at Six Months After Virtual Reality Job Interview Training. J Autism Dev Disord. 2015, October; 45(10):3364-69.

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