"Ormai è comune l’idea che il nostro sistema di vita abbia delle inevitabili collateralità. Le nuove droghe si inseriscono nel quadro del divertimento di massa ipertecnologico: sono potentissimi amplificatori percettivi con i quali la nostra mente può sincronizzarsi o disintegrarsi con la policromia delle luci laser o al ritmo dei tamburi elettronici. La vecchia signora, l’eroina, mieteva molti più morti. Ma era la droga dell’oblio. Avevamo i farmaci per contrastarla. Queste nuove sostanze non addormentano".
"Piuttosto svegliano i ‘mostri’ che abitano le paludi del nostro inconscio: sono eccitanti, allucinogene, dissociative. Spesso sconosciute anche a noi medici. L’opinione pubblica si rammarica di morti così giovani. Ignora, purtroppo, che per due ragazze morte nel fiore degli anni, e dell’estate, centinaia di loro coetanei rimangono ‘prigionieri del viaggio’. A differenza dell’eroina, che riduceva in schiavitù e consumava il corpo fino alla fine, queste sostanze accendono la giostra della follia artificiale. Una follia chimica da cui non è garantito il ritorno".
"Una pasticca, un acido, un funghetto, un francobollo possono rappresentare, per ignari ragazzi, un biglietto di sola andata. Non sempre le lesioni al cervello procurate da queste sostanze sono visibili, e non sempre i sintomi psichiatrici sono reversibili. Non sempre le nostre cure sono efficaci. Soprattutto perché in Italia abbiamo il Sistema della Salute Mentale (Legge 180, 1978) totalmente separato dal Sistema delle Dipendenze (Legge 162, 1990), per cui molti di questi ragazzi e delle loro famiglie finiscono nel ping-pong tra un sistema e un altro, una terra di nessuno dove diventa ancora più difficile salvarsi".
"Ragazze e ragazzi che difficilmente metterebbero nel loro stomaco un cibo di dubbia provenienza, comprato per strada, non esitano a calarsi nel cervello una sostanza ignota. Come i bambini della melanconica fiaba dei fratelli Grimm seguono, ad ogni weekend, la musica magica del pifferaio che li porterà fuori dalla città, nel ventre nero della montagna incantata. Nei pronto soccorso, di notte, arrivano casi sempre più numerosi, e sempre più giovani, con quadri di agitazione con allucinazioni e deliri mai visti prima".
"Questo solo, non da medico ma da uomo, è il pensiero che vorrei trasmettere a te, ragazza o ragazzo che ti trovi davanti all’offerta di una pillola colorata che promette un’ora di technotrance: tu, che non sei folle, sarai costretto a coabitare con la follia artificiale scatenata nel tuo cervello da una sostanza ignota e apparentemente innocente. Giorni, notti, sogni, affetti, amori, lavoro, famiglia: destinato a diventare spettatore, inerme e solo, di un drago evocato per un’ora e che divorerà invece intera la tua vita. Non potrai tornare indietro. Fermati, ti prego. Fallo per te”.
E per chi ti ha amato o ti
E per chi ti ha amato o ti ama o forse ti amerà. Non rendere il “ti amerà”, un “ti avrebbe amato”. Pensa anche a che ti ama o potrebbe amarti e non portare via con te, anche quella parte di ognuno di noi al quale non hai dato la possibilità di amarti. Sarà egoismo, ma non condannare anche noi: giochiamo a un gioco nel quale tutti possiamo vincere: proviamo a vivere parlandoci e amandoci un po’ di più.